Incontro con le Terze della Media sull’Endometriosi
Endometriosi?…Parliamone!
Bellissimo incontro di sos KORAI ODV con le terze classi della Scuola Media di Tropea per far conoscere l’Endometriosi proprio nell’età in cui potrebbe fare il suo esordio.
Gli studenti ci hanno sorpreso con la loro attenzione e preparazione sicuramente frutto dell’azione di sensibilizzazione svolta dalla Scuola guidata dal Dirigente Francesco Fiumara che ringraziamo!
Un ragazzo poeta ci ha donato questi versi dedicati alle Endine- così si chiamano tra di loro le donne che hanno questa sofferenza- e al girasole, simbolo della patologia, composti ex abrupto
“Domani mi guarderai dall’alto/ sopra le nuvole rosee/ ed un pezzo di pane cadrà dal cielo/come ogni giorno/ogni sera/Sogno di essere sovrano/come lo sono i cavalli/nei campi persi all’orizzonte/ aspettando solo un mazzetto di rose/ mentre il cielo è azzurro/ ed un Girasole s’illumina d’immenso”
GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA
sos KORAI ODV promuove la celebrazione tropeana della Giornata Internazionale della Donna con “OLGA”, il quinto Quaderno dell’8 Marzo dedicato alla Dottoressa Naso.
Siamo felici, come Organizzazione Di Volontariato per i diritti della Donna, di essere noi di sos KORAI ODV a dar vita alla celebrazione tropeana della ricorrenza e ancor più lieti di farlo con un omaggio concreto alla femminilità e alla nostra terra. Il Quaderno dell’8 Marzo, la nostra pubblicazione che ogni anno raccoglie storie di donne calabresi, è proprio questo. Oltre ad uno strumento di lotta per la parità é un atto di gratitudine verso le tante donne che, con la loro forza e il loro fascino, hanno contribuito a dar vita all’identità della nostra terra. Le centodieci donne che popolano i cinque Quaderni finora pubblicati ci parlano di coraggio e determinazione, di ingegno e resilienza, di voglia di vivere e di entusiasmo e tratteggiano una creatura femminile molto diversa dagli stereotipi sulla Calabria e e le Calabresi. Siamo stufe di luoghi comuni e la nostra identità autentica é così forte da superare i pregiudizi, retrivi a tal punto da risultare ridicoli. All’appuntamento di quest’anno sono arrivate creature femminili di tutte le età, con storie diverse e affascinanti, sono giunte anche tante immagini, disegni dai colori vivaci perché sono ancora in troppi a vederci in bianco e nero.
Ad emergere é una donna dalle tante sfaccettature tenute insieme dalla tenacia: una donna che non rinuncia ad essere protagonista del proprio tempo nonostante le disparità che vorrebbero condannarla a non decidere.
Il Quaderno 2024 si chiama OLGA ed é dedicato alla Dottoressa Naso, una gigante di scienza e umanità che é stata accanto a tante per impedire che la malattia ne mortificasse la dignità.
Vogliamo ringraziarle tutte le sedici donne del Quaderno “OLGA”, per averci consentito di narrarle vincendo il pudore del personale, assieme alla socia Loredana Rivoltella che, con i suoi disegni, ha saputo interpretare, con intensità e leggerezza, il senso dell’opera. Un grazie anche alla direttrice artistica Anna Maria Miceli che ci dispensa raffinatezza, al Comune di Tropea che ci accorda il Patrocinio e al Sindaco Giovanni Macrì che, nonostante i gravosi impegni, ci é a fianco nelle celebrazioni, all’attrice Noemi Di Costa e al pianista Emilio Aversano per il dono della loro arte, al presidente della Consulta Francesco Rotolo per il valore del mondo associativo che rappresenta, all’Editore Mario Romano che, come noi, considera il Quaderno una sua creatura e al conduttore Pasqualino Pandullo che ci guiderà e condividerà perché coinvolto non solo come giornalista ma anche come coautore. Un grazie superlativo al Gruppo Caffo per il prezioso dono della pubblicazione del Quaderno e alla sua Madrina, Delfina Barbieri Caffo, che ci incoraggia, consiglia e sostiene con la sua forza di educatrice. Grazie, infine, a tutta la comunità tropeana che, negli anni, ha imparato ad amare il Quaderno e partecipa con convinzione alla celebrazione. Un evento che esula dalle logiche consumistiche e commerciali e vuol essere la memoria, la riflessione e la presa di coscienza di quanto é stato fatto e di quanto c’é ancora da fare per i diritti e la libertà delle donne, per difenderli e per conquistarne di nuovi, qui e nel mondo.
La Presidente
Dott.ssa Beatrice Lento
La Società Calcistica Dilettantistica di Tropea lancia lo slogan ” Non dimostri di essere maschio molestando le donne “
La Società Calcistica Dilettantistica di Tropea scende in campo con lo slogan “Non dimostri di essere maschio molestando le donne“
Se é vero che la civiltà si conquista con l’educazione, la scelta di scrivere sulle magliette dei giovanissimi calciatori il motto, usato da sos KORAI ODV per la campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne 2024, “Non dimostri di essere maschio molestando le donne”, é un atto formativo vincente, un goal, per usare il linguaggio calcistico, nella difficile partita per la conquista della Parità di Genere e la sconfitta della subcultura maschilista.
A portarla sul petto più di cento ragazzi di cui quattro di genere femminile: sono gli atleti guidati dal responsabile tecnico Angelo Stumpo, allenati da Andrea e Nicola Stumpo, con giudice Eddy Remigio e Presidente una donna, Maria Rocco.
I ragazzi hanno un’età compresa tra i sei e i dieci anni e sono suddivisi in tre categorie che dai Piccoli Amici passa ai Primi Calci e approda ai Pulcini.
Far portare sul petto una frase così carica di implicazioni è una scelta di campo forte che vuole acclarare, in un ambiente molto maschile e maschilista, la lotta contro i pregiudizi e gli stereotipi di genere e di ruolo che vedono lo sport, calcio compreso, come un ambito di appannaggio esclusivamente maschile anche se in tempi recenti si sono realizzati diversi approcci di inclusione con la nomina di donne per incarichi e funzioni di rilievo e l’apprezzamento degli sport femminili a livello globale.
La violenza contro le donne, che non si esprime solo con le forme estreme del femminicidio e dello stupro, si combatte soprattutto a livello culturale ed è importante iniziare la lotta in maniera tempestiva considerata l’importanza strategica dell’infanzia ai fini della formazione della personalità. Per questo la collaborazione della S.C.D. di Tropea con l’Organizzazione Di Volontariato sos KORAI, nata a Tropea nel 2017, si presenta carica di risvolti positivi.
Le offese rivolte alle donne attraverso le varie tipologie di molestie sono il retaggio di una cultura patriarcale non ancora scomparsa che le considera alla stregua di un giocattolo, di un oggetto di piacere da usare a proprio arbitrio senza alcun riguardo per la loro sensibilità e dignità.
Non è galanteria chiamare la donna “bambola” né tantomeno rivolgerle parole e gesti volgari o metterle le mani addosso né sono ammissibili la limitazione della sua libertà personale per timore di molestie maschili di vario genere o le difficoltà e gli intralci nel mondo del lavoro se non si corrisponde alle richieste indecenti dei potenti. Pensiamo che almeno il 7,5% delle donne, nel corso della vita lavorativa, é stato sottoposto a qualche tipo di ricatto sessuale per ottenere un posto, per mantenerlo o ottenere progressioni di carriera, stima senza dubbio in grave difetto perché nell’80,9% dei casi non se ne parla con nessuno. Non dimentichiamo, infine, che le molestie condizionano la vita di chi le subisce causando danni psicologici e che costituiscono una lesione della dignità, della libertà, della serenità.
Un ringraziamento alla S.C.D. di Tropea e ai giovani calciatori viene tributato da sos KORAI ODV per il prezioso contributo offerto attraverso i modelli positivi di riferimento proposti a tutti quelli che li seguiranno nel campionato e sicuramente da tutta la comunità che, grazie all’iniziativa, non può che diventare migliore.
Di fronte a problematiche così complesse come quella della violenza sulle donne ognuno dovrebbe fare la propria parte perché solo attraverso un progetto condiviso da tutte le agenzie formative si può sperare di trovare la soluzione.
Lo slogan:”Non dimostri di essere maschio molestando le donne”, nella crudezza del messaggio veicolato, mette in evidenza la pochezza e la meschinità dei molestatori, esseri frustrati che credono di dimostrare la loro virilità con la violenza mentre in realtà esprimono solo il loro fallimento interiore, la loro fragilità psicologica e la profonda immaturità che li connota, farlo capire a tutti, a partire dai più giovani, é un mezzo di possibile riscatto.
La Presidente di sos KORAI ODV
Dott.ssa Beatrice Lento
Tante emozioni nella Giornata Mondiale dell’eliminazione della violenza contro le donne
Tantissime emozioni hanno animato l’incontro del 25 Novembre, voluto dall’Organizzazione Di Volontariato per i diritti della Donna sos KORAI ODV, per dare un contributo all’impegno di eliminazione della violenza contro la donna celebrato in quel giorno a livello internazionale.
Al Santa Chiara c’erano 120 studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore di Tropea, sedicenni della terza annualità dei vari indirizzi di studio della scuola, e trenta rappresentanti delle agenzie formative e attività produttive della città. La loro presenza ha voluto evidenziare la responsabilità e l’impegno condivisi da tutta la comunità tropeana. Effettivamente il terribile fenomeno, che anziché diminuire appare in costante aumento, chiama in causa soprattutto la dimensione educativa in cui tutti siamo coinvolti.
Come si é sottolineato più volte alla base della problematica c’é una mentalità distorta così costante nel tempo da strutturarsi nella ben nota e triste subcultura che considera il genere maschile superiore a quello femminile, la svalutazione sistematica della donna si spinge fino a considerarla inferiore da tutti i punti di vista: fisico, cognitivo, etico. É il patriarcato o maschilismo che dir si voglia che, in fondo, penalizza l’intero genere umano disperdendo tanti preziosi talenti femminili e impedendo anche all’uomo di vivere esprimendosi liberamente a causa dei condizionamenti esercitati dagli stereotipi e dai pregiudizi di genere. Pensiamo ad esempio al maschio che non deve piangere mai o alla femmina angelo del focolare che, con la loro forza sociale, limitano sia l’uomo che la donna, impedendo ad entrambi l’espressione di sè in tutte le sfaccettature e potenzialità. A fungere da guida nella discussione sulla tematica la presidente di sos KORAI ODV Beatrice Lento, psicologa e dirigente scolastica, l’avvocata Luigia Barone, socia del sodalizio, tra l’altro consulente esperta INDIRE sulla violenza di genere, e, come ospite d’onore, S. E. Mons. Attilio Nostro, Vescovo della Diocesi. Tantissimi gli aspetti del fenomeno emersi nell’incontro, grazie al contributo di tutti che si è manifestato soprattutto sul piano della testimonianza, vissuti personali assai toccanti che sono stati intensamente condivisi con tutti i presenti. Luigia Barone ha donato la sua esperienza, maturata anche nei Centri Antiviolenza e nelle Case Rifugio, “che é fatta di una storia che ci segna e ci insegna” ed il Vescovo ha ricordato il suo essere ragazzo che svaluta il genere femminile perché in fondo non lo conosce e le donne significative, a partire da quelle della propria famiglia, che l’hanno aiutato a superare quest’atteggiamento immaturo.
Anche la mostra d’arte moderna della pittrice russa Elena Semina, “L’era del Grande Pesce”, che il curatore Emanuele Bertucci ha inaugurato durante l’incontro, quale omaggio all’impegno in gioco, ha rimarcato, attraverso l’intervento della stessa artista e della storica e critica d’arte Mariateresa Buccieri, come il Grande Pesce, simbolo di una persona dominante, non debba far perdere la propria identità e libertà.
Nell’incontro la Presidente Lento ha sottolineato i mille volti della violenza sulle donne che non si esprime solo nelle forme estreme del femminicidio e dello stupro ma con ogni atteggiamento che provoca emarginazione e sofferenza fisica e psicologica come la disparità salariale, la difficoltà di carriera professionale e politica, l’uso volgare del corpo femminile nel mondo dello spettacolo e nei media, la limitazione economica in ambito familiare, il minor peso nelle decisioni familiari e sociali. Ha anche indicato alcuni segnali d’allerta come il desiderio di controllo e la gelosia.
Assai toccanti la storia di Arianna narrata da Luigia, la dedica della celebrazione a tutte le donne vittime di violenza e l’omaggio a due tropeani illustri: il “Magistrato coraggioso” Pasquale Lo Torto che con i suoi articoli, arringhe e riflessioni riuscì a modificare la mentalità del tempo, contribuendo a eliminare il delitto d’onore e “La Sindachessa” Lydia Serra Toraldo, cosentina di nascita ma tropeana d’adozione, che, nel 1946, quando le donne conquistarono l’elettorato attivo e passivo, fu sindaca di Tropea tra le prime d’Italia dimostrando che anche una donna può farcela.
Un ricordo ed un omaggio é stato rivolto anche a Franca Viola, la donna che nel 1965 ad Alcamo, in Sicilia, per prima rifiutò il matrimonio riparatore e lanciò il monito, assai trasgressivo per l’epoca:”Io non sono proprietà di nessuno, nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto, l’onore lo perde chi le fa certe cose non chi le subisce”.
La celebrazione del 25 Novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si è conclusa con una riflessione su un verso della poetessa Emily Dickinson:” Se io potrò impedire ad un cuore di spezzarsi non avrò vissuto invano” e l’augurio di un maggiore impegno educativo da parte di tutti perché finalmente si ponga fine alla mentalità malata da cui l’aberrante fenomeno nasce.
La Presidente di sos KORAI ODV
Dott.ssa Beatrice Lento
Non dimostri la tua mascolinità molestando le donne!
La celebrazione del 25 Novembre, Giornata Internazionale Contro La Violenza Sulle Donne, si svolgerà a Palazzo Santa Chiara, a partire dalle ore 10,00, e sarà dedicata soprattutto agli studenti della terza annualità dei vari indirizzi di studio dell’Istituto d’Istruzione Superiore di Tropea diretto dal Prof. Nicolantonio Cutuli.
Cento sedicenni, coi loro docenti, assieme ai rappresentanti di tutte le attività produttive e culturali tropeane, saranno i protagonisti di una mattinata speciale che li vedrà confrontarsi tra loro e con adulti autorevoli in funzione di relatori quali S.E. il Vescovo, mons. Attilio Nostro, l’avvocata Luigia Barone, di Co.Me.Te, l’Associazione Nazionale di Mediatori Familiari, e la psicologa e dirigente scolastica Beatrice Lento, presidente di sos KORAI ODV. Ad organizzare l’evento quest’ultima, l’Organizzazione Di Volontariato per i diritti della donna, attiva dal 2017, che ogni anno dedica particolare attenzione alla ricorrenza. Ad arricchire l’incontro anche la pittura con l’inaugurazione della mostra d’arte moderna, L’era del Grande Pesce, di Elena Semina, che vuole rendere omaggio alla lotta contro la violenza sulla donna, a cura dell’editore, scrittore e progettista culturale Emanuele Bertucci.
Il fenomeno, presente a tutte le latitudini, che non si esprime solo con le forme estreme del femminicidio e dello stupro, è di una gravità e attualità terribili perché scaturisce dalla subcultura patriarcale ancora molto forte che continua ad essere trasmessa alle giovani generazioni, spesso inconsapevolmente ed anche dalle stesse donne, attraverso i processi di socializzazione, sia nell’ambito familiare che in quello del gruppo sociale, quindi amicizie e agenzie formative varie come la scuola, la chiesa, le realtà sportive, associative, ludiche.
La gelosia, per esempio, ancor oggi, troppo frequentemente, viene vista come segno di un grande amore, quindi la si ritiene lecita, mentre in realtà é una forma di possesso che riduce il partner ad oggetto: io ti uccido perché tu sei una cosa mia!
In Italia una donna su tre ha subito una forma di violenza almeno una volta nella vita, non solo violenza fisica ma anche psicologica in forma di svalutazione, controllo, isolamento, intimidazione, privazione o limitazione dell’accesso a risorse economiche e il recente episodio che ha registrato l’uccisione della giovane Giulia per mano del ex fidanzato conferma l’urgenza di un impegno congiunto sul piano educativo volto ad annientare il patriarcato.
A patrocinare l’iniziativa il Comune di Tropea che ha sempre affiancato sos KORAI ODV sul piano della Parità di Genere e della lotta alla violenza contro la donna con iniziative concrete: qualche anno fa la panchina rossa e, di recente, il progetto della Casa per le donne vittime con i propri bambini attraverso la ristrutturazione di un appartamento confiscato alla mafia.
Ricordiamo che il numero verde antiviolenza, a cui rivolgersi senza esitazioni in caso di bisogno, é il 1522.
25 Novembre Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne
NOICISIAMOTROPEA
Dietro a un uomo che molesta le donne spessissimo c’è una famiglia che giustifica le molestie.
Qual è il ruolo delle istituzioni? Bisogna continuare a seminare parole di speranza, sottolineando l’importanza dell’educazione nelle famiglie, nelle scuole, nelle parrocchie, nelle realtà sportive e in ogni altro contesto formativo.
Nonostante il terribile dato, c’è anche una speranza: quella di un cambiamento culturale in atto!
La Cittadinanza Attiva
“La Cittadinanza Attiva é il perno della società civile e si esprime partecipando ad ogni processo che la coinvolge. L’insediamento della Commissione di Accesso agli Atti al Comune di Tropea é un evento di forte rilevanza che non può lasciare nell’indifferenza la comunità e soprattutto chi, in associazione con altri, ha a cuore la città e s’impegna a dare il suo contributo per difenderla, promuoverla e arricchirla.
É in questo ruolo e con questo spirito che, nel massimo rispetto e nell’assoluta fiducia verso le Autorità e le Istituzioni coinvolte nel procedimento e senza volontà alcuna di anticiparne gli esiti, esprimiamo il nostro dispiacere in considerazione della condizione diffusa di benessere faticosamente conquistata.
Tropea é assurta a capitale del turismo calabrese e a borgo più bello d’Italia, ha raggiunto il palcoscenico mondiale attraendo in ogni stagione viaggiatori di paesi lontani, ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti e, quel che più conta, ha ritrovato l’orgoglio d’appartenenza, il senso civico e il sentimento di comunità che consentono di contribuire all’agognata meta dello sviluppo di tutto il comprensorio e dell’intera Calabria.
Negli ultimi anni ci si è prodigati sempre più per rispettare le regole facendone scorgere gli innegabili vantaggi, ci si é spesi per far maturare la coscienza ecologista e si sono conquistate rinomate certificazioni, si é ridata dignità ai luoghi e si é posta la cultura alla base del governo cittadino raggiungendo mete inimmaginabili e confermando che, anche in Calabria, si cresce se si mettono in moto le energie giuste.
É per tutto questo che avvertiamo il bisogno di tributare al Sindaco e all’Amministrazione a sua guida il giusto riconoscimento e attendiamo fiduciosi la rapida conclusione dell’indagine in corso senza smettere di adoperarci. Proseguiamo a testa alta perchè Tropea è città sana che respinge ogni forma d’illegalità, aborrisce la criminalità organizzata, tende la mano a chi è in difficoltà, accoglie ed aiuta.
Andiamo avanti con fermezza perché Tropea si nutre di lavoro onesto, di buona volontà, di rettitudine, di rispetto e di amore per il sapere.
Continuiamo ad operare con fiducia, responsabilità e determinazione perché i pregiudizi e le reali zavorre che hanno frenato lo sviluppo della nostra terra possono essere sconfitti.
La Bellezza che ci é data é diventata fonte di benessere condiviso proprio per
questo!
Tropea 28 Ottobre 2023
Firmato
-Associazione Turistica Pro Loco Tropea APS Associazione di Promozione Sociale
-sos KORAI ODV Organizzazione Di Volontariato
-Associazione Culturale Amici del Conservatorio
-LaboArt Tropea APS Associazione di Promozione Sociale
– Associazione Culturale Gruppo Folk Cittá di Tropea
-Associazione Culturale Culture a Confronto “
Germaine Greer
Germaine Greer (1939 – vivente), intellettuale femminista australiana.
- Barbie è stata uno strumento per insegnare alle donne dalle spalle larghe, dalle gambe corte e dal corpo massiccio, alle donne reali di tutto il mondo, a disprezzare il loro corpo come noi disprezziamo il nostro, così da indurle a spendere quel denaro che potrebbe essere impiegato per acquistare libri o computer o biciclette in prodotti “di bellezza“, fabbricati a basso costo e venduti in confezioni costose. Dopo l’implosione dell’Urss, i primi negozi occidentali che aprirono nelle vecchie città sovietiche furono i franchise di prodotti cosmetici, così che, prima di poter comprare un’arancia o una banana, una donna russa poteva acquistare un rossettodi marca.[1]
Ci lascia la Dottoressa Olga Naso
Ci lascia Olga Naso!
Cara Olga, chiunque ha avuto il privilegio di incontrarti non dimenticherà mai la tua levatura eccezionale in tutti i campi a partire da quello della sensibilità e della bontà. Sono certa che in tantissimi piangiamo la tua fine terrena certi che la tua anima starà sempre accanto a chi ha bisogno e continuerà a dare conforto. Ci ritroveremo!
Specialista in Anestesia, Rianimazione ,
Ostetricia e Ginecologia . Dal ’67 all’87 Assistente ordinario all’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore presso la cattedra di Anestesiologia e Rianimazione. Dall’87 al ’95 Medico del Senato della Repubblica. Dal ’95 al 31 Dicembre 2007 Responsabile del Servizio Sanitario del Senato della Repubblica. Successivamente consulente, tutt’ora effettiva, per i problemi che attengono la salute della donna. Socia e membro del direttivo di IrisRoma dal 2008.
Julia Morgan: Rivoluzionaria dell’architettura
A volte succede di trovarsi di fronte a un grande personaggio ma noi, distratti forse anche dal fatto che sia (solo) una donna, l’abbiamo un po’ trascurato.
Questo è stato il caso di Julia Morgan, nata nel 1872 e che, fin da giovanissima si era interessata al mondo dell’architettura. Mai sentita? Sì, molto probabile. Infatti di rado viene nominata nei libri di storia dell’architettura e, neanche nei super classici, pare facile scovare il suo nome.
Nata a San Francisco, e cresciuta nella vicina Oakland, la giovane Julia si era appassionata da subito all’architettura. Iscritta inizialmente alla University of California di Berkeley, aveva dovuto scoprire che un programma di architettura no, lì ancora non esisteva. Aveva quindi studiato Ingegneria. Laureata con lode in Ingegneria Civile nel 1894, (unica donna a seguire corsi di matematica scienze e ingegneria), era diventata membro dell’Association of Collegiate Alumnae (oggi American Association of University Women).
Incoraggiata dall’architetto Bernard Maybeck, incontrato a Berkeley, si era infine avventurata a Parigi per provare le selezioni dell’École Nationale Supérieure des Beaux-Art, e perseguire il sogno di diventare architetto. Superate le selezioni, arrivata tredicesima su 376, e nonostante la scuola francese non avesse mai permesso a una donna di studiare architettura, proprio nel 1897 erano state aperte, grazie anche all’azione di un’associazione di donne artiste, le iscrizioni a giovani studentesse.
Laureata così anche in architettura nel 1902, era tornata a casa nel 1904 diventando la prima donna in California ad ottenere una licenza, (grazie anche ad una gara per il teatro realizzato nel campus di Berkeley). Dopo aver cominciato a lavorare per l’architetto John Galen Howard, impegnato a Berkeley come supervisore al progetto dell’università, riuscirà ad aprire un primo suo studio a San Francisco nel 1904. E proprio quell’anno, Julia Morgan avrebbe completato la sua prima importante struttura in cemento armato, El Campanil: una torre di 20 metri al college femminile Mills di Oakland.
Proprio quella ormai memorabile torre, solo due anni più tardi, nel 1906, sarebbe sopravvissuta quasi totalmente indenne al devastante terremoto di San Francisco. Un terremoto che avrebbe distrutto l’80% degli edifici della città ma che, insieme ai suoi ottimi lavori, le avrebbe offerto l’opportunità di disegnare e costruire molte case, chiese, uffici e strutture scolastiche ed educative, raccontati anche dal libro di Mark Anthony Wilson Architect of Beauty. In quegli anni avrebbe progettato la St. John’s Presbyterian Church e il Berkeley City Club (con la sua spettacolare piscina oggi ancora utilizzata).
Nel 1907 avrebbe aperto un nuovo studio al tredicesimo piano del Merchant Exchange Building, nel cuore del distretto finanziario della città, dove avrebbe lavorato per la sua intera carriera.
Utilizzando costruzioni rinforzate in cemento armato aveva riscosso successo e raccolto la prima importante sfida della sua vita: quella di ristrutturare – in meno di un anno – il Claremont Fairmont hotel di Berkeley.
Un’opportunità che le portò grande fama e che la fece conoscere come un abile ingegnere e architetto capace e di grande professionalità. L’aumento delle commesse, dopo quel tragico 18 aprile 1906, le aveva portato grande stabilità economica e, sempre accolto con la solita serietà professionale, anche un incontro molto speciale: quello con Phoebe Hearst, madre del grande magnate del legno e dei giornali William Randolph Hearst.
Positivamente impressionata dal suo lavoro al Fairmont Hotel, la signora Hearst l’avrebbe infatti contattata per la realizzazione del progetto di Asilomar, nella penisola di Monterey.
Così, sarebbe definitivamente entrato nella vita professionale di Julia Morgan il signor Hearst, per il quale avrebbe dato vita, sul tratto di costa a sud di San Francisco, al progetto che sarebbe stato conosciuto come il suo più grande e famoso: Hearst Castle, a San Simeon. Sì, proprio quel castello che oggi viene annunciato da cartelli turistici sulla HWY 1, a circa 370 km da Los Angeles e poco più da San Francisco.
Nel 1919 quindi, Mr. Hearst e il suo personale architetto Julia Morgan, si accingevano a metter mano a questo immenso progetto, che è proprio quello di Hearst Castle, in una proprietà oggi di circa 250 mila acri e affacciato sulla costa Pacifica, in quella parte che il miliardario avrebbe battezzato come la Cuesta Encantada, conosciuta ovunque come quella del Castello.
E di quel Signor Hearst, a ben pensarci, ne abbiamo già sentito parlare, anche grazie al mondo del cinema. Sì, perché proprio lui, nel 1941, era stato l’ispirazione, e poi il protagonista, del primo film di Orson Welles. In Quarto Potere (Citizen Kane), il venticinquenne Welles si era proprio ispirato a Mr. Hearst per raccontare una storia che parte da una slitta in un giorno di neve e finisce in ricchissima solitudine. E che sarebbe stata scelta come miglior film statunitense di sempre dall’American Film Institute e dalla BBC.
L’enorme e sfrontata ricchezza di Mr. Hearst, venne rappresentata anche solo nella spettacolare piscina Neptune, dove Julia Morgan aveva creato una delle piscine più lussuose di sempre, con marmi bianchi e statue classiche lungo un ovale di oltre trenta metri. L’architetto Charles Moore ne parlò come di una grande sala da ballo liquida, e Stanley Kubrick l’aveva usata in scene nel film Spartacus del 1959.
Nel 1914, Hearst era riuscito a portarla anche a Los Angeles, all’angolo di Broadway e 11th strada, per la realizzazione dell’edificio del Los Angeles Examiner (chiuso nel 1989 e oggi riconvertito in uffici chiamati «creativi» che ospitano avvocati e banchieri).
A Oakland, sempre grazie a Phoebe Hearst, Morgan sarebbe entrata in contatto anche con il YWCA (Young Women’s Christian Association), subito dopo che la signora Hearst l’aveva scelta per l’organizzazione della centro estivo per conferenze di Asilomar.
Non più di proprietà di YWCA, ma dello stato della California, il complesso è in Pacific Grove vicino a Monterey e di WWCA, ne progetterà e costruirà molti altri; oltre che in California, anche in Arizona, Utah e Hawaii. E poi ancora, altri a Oakland e nella China Town di San Francisco, dove avrebbe studiato l’architettura tradizionale cinese. (YWCA da poco restaurato dalla Chinese Historical Society of America).
La consapevolezza che Julia Morgan abbia distrutto tutti i suoi progetti alla fine della sua carriera, le ha conferito un’aura mistica e David Weingarten, nel suo libro Bay Area Style, la chiama, per la sua grande riservatezza, una Greta Garbo della Baia.
Aveva voluto che tutti i suoi progetti fossero bruciati, ma oggi sappiamo che molti suoi appunti e lettere sono conservati al California Polytechnic State University di San Luis Obispo. Avrebbe continuato a progettare edifici per la famiglia Hearst e altri clienti fino al 1940, quando decise di chiudere l’ufficio al Merchant Exchange Building. Il suo stile eclettico, ormai, non era più di moda. L’AIA (American Institute of Architects) l’ha però nominata nel 1914 come prima donna vincitrice dell’ambita Gold Medal. Da non dimenticare che, al momento della sua morte, nel 1957, non furono spese parole sul New York Times per darle l’ultimo saluto. Ma oggi, qualche parola è finalmente arrivata proprio all’interno della rubrica «Overlooked No More», quando il quotidiano le ha finalmente dedicato, il 6 marzo 2019, un lungo saluto. Sessantadue (62) anni dopo la sua scomparsa.
Beatrice Cassina ( dal Web )