Archivio mensile 31st Maggio 2018

Le lamentatrici: tradizione al femminile

Una tradizione al femminile: le lamentatrici. Il lamento funebre viene effettuato di solito dalle donne, soprattutto da quelle più anziane o almeno di mezza età. 
In genere, sono le parenti a lamentare la morte, anche se, alle volte, sono state utilizzate le lamentatrici professionali: famose, ad esempio, quelle di Senise, in provincia di Potenza, chiamate nei paesi vicini per fornire le loro prestazioni molto apprezzate. Con le lamentatrici pagate, però, non vanno confuse le amiche e le comari che accorrono ai lutti e si associano al lamento: si tratta di donne che colgono l´occasione di una morte nella comunità per rinnovare un proprio grande dolore. 
Sono soprattutto madri che hanno perso un figlio e mogli rimaste vedove: diventano così delle lamentatrici per vocazione, che volentieri accorrono a tutti i funerali quasi che il lamento fosse per loro un bisogno, un modo per ricordare una grave perdita. Virtù e frammenti di vita, dolore e speranze troncate. La lamentazione è realizzata in versetti. La melodia di solito cambia di villaggio in villaggio, mentre i moduli, ovvero i motivi del lamento sono quasi sempre gli stessi. Si ricordano le virtù del defunto: nel caso della vedova che lamenta la morte del marito si ricordano spesso i momenti passati insieme e qualche episodio di gentilezza del consorte. 

Tratto da Gianna Boetti

Josephine Cochrane

La signora Cochrane era una donna ricca che amava tenere molte cene; anche se si occupava della cucina, poiché aveva una servitù preposta, desiderava una macchina che potesse lavare i piatti più velocemente e senza scheggiarli. Dato che non esisteva alcuna macchina di questo genere, ne inventò una lei stessa. Josephine desiderava diventare famosa, si dice che abbia esclamato: “Se nessuno lo fa lo farò io stessa!”.
Dopo aver misurato i piatti, costruì compartimenti filo, appositamente progettati per essere adattati a piatti, tazze, o piattini. Collocò i vani in una ruota che giaceva all’interno di una caldaia di rame. Un motore girava il volante mentre acqua calda mista a sapone schizzata dal fondo della caldaia pioveva sulle stoviglie. La amiche ne rimasero impressionate e la chiamarono “lavastoviglie Cochrane”.
Queste ultime rimasero così contente della nuova macchina che ben presto la signora Cochrane iniziò a ricevere ordini per la sua lavastoviglie da ristoranti e alberghi in Illinois. Brevettò il suo progetto, che entrò in produzione. Mostrò la sua macchina alla Fiera Colombiana di Chicago nel 1893, sorpassando anche le opere parigine e vincendo il primo premio. La sua azienda divenne in seguito quello che è ora KitchenAid.

Tabitha Babbit

Fu lei a inventare, nel 1813, la sega circolare.

Un animale addomesticato: la divina Callas!

«Mi trasformò in un animale addomesticato»Onassis? «Un uomo «affascinante, sincero, spontaneo, l’ho conosciuto nel 1957 e siamo diventati amici». Il filmino della crociera sullo yacht di lui, lei vi andò con l’allora marito Meneghini («non amava me ma quello che rappresentavo»). L’amore sbocciò in mare. «Mi fa sentire la regina del mondo, con quella sua irresistibile aria da furfante. Mi fece diventare un animale addomesticato, mettiamola così». Il fallimento con l’armatore la marchiò: «Fu come se avessi preso un colpo in testa, è disgustoso, cercherò di mettere ordine nella mia testa dolorante, e di sopravvivere. Ho abbandonato una carriera incredibile, in un mestiere difficile; è facile dire niente rancore. Prego Dio per superare questo momento. Se cerco un principe azzurro? Spero di incontrare un vero uomo che mi accetti per quello che sono».

Ē facile accettare chi é diverso da noi da noi?

“È molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo.” Ph Louis  Sepulweda
LUIS SEPÚLVEDA    

Anaïs Nin 

Anaïs Nin, all’anagrafe Angela Anaïs Juana Antolina Rosa Edelmira Nin y Culmell , è stata una scrittrice statunitense. Considerata una delle più controverse autrici del Novecento: donna affascinante, cosmopolìta e dall’eleganza oriental-mitteleuropea, è cresciuta tra l’Europa e New York, destando scalpore nell’ambiente letterario con la pubblicazione dei suoi racconti a contenuto erotico.

La sua opera maggiormente conosciuta è probabilmente il Diario, una raccolta di scritti autobiografici in forma, appunto, di diario iniziata nel 1931 , che è stata pubblicata a partire dal 1966. Dal volume I dei Diari nel 1986 sono state estratte parti che hanno costituito materia per il libro Henry and June: From the Unexpurgated Diary of Anais Nin – o Henry and June: From A Journal of Love: the Unexpurgated Diary of Anais Nin – comprendenti estratti che vanno dall’ottobre 1931 all’ottobre dell’anno successivo, su cui è stato basato il film del 1990 Henry & June che racconta della sua relazione con lo scrittore Henry Miller e la moglie di questi, June Mansfield.

In virtù dei suoi lavori, lo stile compositivo di Nin viene annoverato fra i maggiori contributi alla letteratura erotica, con scritti – redatti con stile da vera e propria grafòmane – dalle cui pagine emerge l’enorme passione per la scrittura che ha coltivato fin dalla più giovane età.

Alda Merini

La pace che sgorga dal cuore

e a volte diventa sangue,

il tuo amore

che a volte mi tocca

e poi diventa tragedia

la morte qui sulle mie spalle,

come un bambino pieno di fame

che chiede luce e cammina.

Far camminare un bimbo è cosa semplice,

tremendo è portare gli uomini

verso la pace,

essi accontentano la morte

per ogni dove,

come fosse una bocca da sfamare.

Ma tu maestro che ascolti

i palpiti di tanti soldati,

sai che le bocche della morte

sono di cartapesta,

più sinuosi dei dolci

le labbra intoccabili

della donna che t’ama.

Alda Merini

Una splendida ragazza del ‘46

#donne2giugno Alla fine del secondo Liceo dissi al mio futuro marito che volevo sposarlo. Ho maturato da subito una ribellione verso lo stato di subordinazione della donna. Nella primavera del 43 finii in galera…anche mio marito, io alle Mantellate… Sono uscita il 25 luglio con la caduta del Fascismo. “Noi Donne”lo stampavamo con mezzi di fortuna. Le donne fummo fondamentali per la Resistenza. Ho l’immagine chiara degli alleati che entravano a Roma. Dopo c’era il problema della ricostruzione…anche la battaglia per il diritto di voto alle donne. C’era la sensazione che le donne fossero convinte dei loro diritti, io naturalmente votai Repubblica… Difficile che se nell’Assemblea non ci fossero state le donne avremmo avuto tanta garanzia per i diritti; la prima legge che fu approvata fu la tutela delle lavoratrici madri, divieto di licenziamento delle donne incinte, paritá di salario. Io direi alle ragazze d’oggi: andate a votare e cercate di fare squadra unendovi con chi ha i vostri stessi problemi.

Una splendida ragazza del 46

Annitta

#donne2giugno Ho fatto fino alla quinta…mi sono sposata per procura … Ci scambiavamo fotografie, quando è tornato siamo andati in viaggio di nozze…

Mesi e mesi siamo stati nei rifugi sotto terra per le bombe… Ringraziando il Signore ci siamo salvati ma Roma era rovinata. Quando mi hanno detto che le donne votavano fui felice… Mi alzai presto c’era una fila e aspettai il mio turno. Ho votato monarchia pensavo che il re facesse le cose giuste e invece…Non so se mio marito era contento o no … Lui mi faceva fare quello che volevo. Quando ero giovane volevo tante cose… Sono andata avanti uguale, è stata una bella vita

Annitta: ragazza del1946

Milena Ragazza del ‘46

#donne2giugno La donna che ha studiato é tutta un’altra cosa. Mia madre aveva una fabbrica di ghiaccio… I nazisti si presero tante cose ma mia madre non aveva paura. Poi andai a Parigi e mi incantai davanti a Monna Lisa. Io non votai po re e mio zio si arrabbiò tantissimo.

Il Fascismo aveva dato alle donne solo una parvenza di importanza. La maggior parte delle donne hanno votato per la Repubblica…Ogni tanto prendevo la macchina e andavo al mare. Mio marito è stato dolcissimo, mi ha sempre difeso…é morto giovanissimo. Sono andata a lavorare perchè se lavori sei una farfalla: voli!

Ragazze studiate, lavorate, non abbozzate!

Milena: ragazza del 1946