Archivio mensile 23rd Dicembre 2022

Il Natale è andare oltre il mio per guardare al nostro

Un altro Natale ci trova uniti dal comune vincolo di appartenenza a sos KORAI.
È bello stringere un patto per tentare di migliorare il mondo ed anche se il traguardo è ambizioso un piccolo passo verso la meta fa assaporare la felicità.
Il senso del Natale è questo, andare oltre il proprio per guardare all’altro: abbiamo tutti sempre da fare ma quando trascuro il mio per dedicarmi al nostro non è tempo sprecato e il servizio reso con convinzione riempie il cuore di gioia.
Carissimi, ci lega una scelta importante, portiamola sempre avanti e godiamo dei piccoli, grandi passi compiuti.
Il Natale Divino rafforzi il nostro impegno, il nostro affiatamento, il rispetto, la stima e l’affetto che ci uniscono e l’aiuto del Bambinello Santo ci guidi a seminare il bene.
Buon Natale!
La Presidente di sos KORAI
Beatrice Lento

Lo sfregio

L’artista Ilaria Sagaria: “La violenza tramite acido è un fenomeno globale che non è legato all’etnia, alla religione e tantomeno alla posizione sociale e geografica – ha detto Sagaria – Nonostante siano stati registrati casi di aggressione anche ai danni di uomini, rimane una forma di violenza con un impatto maggiore sulle donne. Oltre alla brutalità fisica causata da un gesto inumano, c’è il trauma psicologico da affrontare: la perdita dell’identità, la depressione e l’isolamento. Dopo la fase di ospedalizzazione, sono costrette a passare lunghi periodi chiuse dentro casa e, anche quando potrebbero uscire all’aperto, rifiutano di mostrarsi in pubblico e di affrontare lo sguardo degli altri. Mettono via gli specchi e le loro fotografie, eliminando qualsiasi cosa che possa mostrare quello che erano prima e quello che sono diventate in seguito, diventando così prigioniere di una casa privata di memoria e identità. Attraverso le loro testimonianze, ho ricostruito un racconto, una mise-en-scène fotografica che potesse restituire questi momenti senza spettacolarizzarne il dolore, concentrandomi sull’aspetto psicologico e sul concetto di identità”. 

…e l’avventura continua

Giornata importante perché la nostra Assemblea Straordinaria ha deliberato all’unanimità il nuovo Statuto in linea con la normativa del Terzo Settore.

Inevitabilmente il ricordo è andato ad una giornata di dicembre del 2017 quando, emozionantissimi, abbiamo dato vita all’Atto Costitutivo di sos KORAI.

Auguri all’Associazione perché continui il suo impegno contro la subcultura patriarcale che, ancor oggi, limita fortemente i diritti delle donne ed anche degli uomini perché mortificare i talenti femminili è una perdita di civiltà che decurta l’evoluzione umana nella sua interezza.

Nasce a Bergamo un movimento che vuole sostenere la rivoluzione delle donne iraniane che da mesi offrono la vita in cambio della libertà di esistere senza velo.

“Women Life Freedom – Let the wind wave your hair” nasce da un’idea di Gianluca Burini e della designer di moda di nazionalità iraniana Maryam Nezarati durante uno shooting fotografico.

Il progetto consiste nel rappresentare, attraverso delle fotografie, la forza e la determinazione della donna che prende posizione contro qualsiasi violenza, difende i propri diritti e afferma la propria libertà.

“Molte – sottolinea Sibyl von der Schulenburg, scrittrice e imprenditrice che ha aderito a questo movimento prestando la propria immagine – sono picchiate, sfregiate e violentate dall’autorità pubblica. Altre semplicemente uccise per strada.

Con loro ci sono anche giovani uomini che sacrificano tutto per un’idea di uguaglianza e libertà. Ora che la popolazione reagisce dall’interno, dobbiamo contribuire alla loro battaglia, accantonare comode scuse di tolleranza ed esprimere con coraggio i nostri principi di uguaglianza tra i generi e libertà di pensiero. Dobbiamo metterci la faccia, come si suol dire”.

Nei ritratti delle partecipanti, il buio e il velo nero rappresentano il dolore, la sofferenza e la tristezza in cui troppe donne sono state forzate, mentre i capelli, icona della femminilità, diventano simbolo di liberazione. Gli occhi esprimono determinazione ma anche rabbia per la sorte delle sorelle iraniane.

Le immagini sono diffuse sui social media, alcuni tra i partecipanti contano su molti follower come ad esempio il fotografo iraniano Alireza Alipour che vive a Lione. In Italia il movimento trova voce nei programmi di Indieliferadio

“Non amo fare appelli – continua la scrittrice Sibyl von der Schulenburg – ma in questo caso chiamo a partecipare chiunque voglia far sentire la sua voce in difesa delle donne iraniane. In particolare invito personaggi pubblici, politici, artisti, influencer e anche donne del mondo islamico ad alimentare questo movimento offrendo la propria immagine. Ne avete il coraggio?”.

dal web

L’arte per la libertà: Shamsia Hassani

Shamsia Hassani, nata nell’ aprile del 1988, è una Docente presso la più grande università di Afghanistan (Università di Kabul), è anche la prima grafica e street artist femminile afgana. Attraverso le sue opere, Shamsia ritrae le donne afghane in un una società in cui l’universo maschile è completamente predominante. Le sue opere danno alle donne afghane un volto diverso, imbevuto di  forza, ambizioni e volontà di raggiungere obiettivi.Il carattere femminile infuso da lei nelle sue opere illustrano un essere umano che è orgoglioso, tenace  e può portare cambiamenti positivi nella vita delle persone. Durante l’ultimo decennio dell’era del dopoguerra In Afghanistan, le opere di Shamsia hanno portato un’enorme ondata di colore e e sono state apprezzate da  tutte le donne della nazione. Ha motivato centinaia di persone: gli afghani si sono sentiti ispirati e incentivati a mostrare la loro creatività attraverso  festival grafici, l’arte di strada, e esposizioni ufficiali in nove paesi di tre continenti in tutto il mondo.

Dal sito dell’artista