Kusama

Kusama

Un eterno moltiplicarsi di pois di diverse dimensioni in un complesso mondo dai colori forti, frutto di allucinazioni che l’hanno tormentata fin da bambina. Così cominciò la storia artistica di Yayoi Kusama, l’88enne giapponese che da qualche anno ha deciso di vivere in un manicomio. L’artista in tutte le sue opere ha sempre riproposto gli stessi motivi, usandoli in forme e applicazioni diverse. Tra i più ricorrenti, i pois, le forme falliche, gli occhi e i volti di profilo. La sua grande produzione artistica le ha consentito di allestire in contemporanea due semi-retrospettive in due parti del mondo: Tokyo e Washington. Le mostre, iniziate a febbraio 2017, si concluderanno entro fine maggio.

La storia di Yayoi Kusama

Kusama ha cominciato a dipingere a 7 anni, da quando ha iniziato ad avere disturbi mentali ed emotivi. A 10 sono iniziate le allucinazioni e la pittura è stata il mezzo che le ha permesso, fin da bambina, di esternare il suo complesso mondo interiore. Nata nel 1929, a fine degli anni ’50 si trasferisce a New York, attirata dal potenziale sperimentale della scena artistica dell’epoca. Nel 1959 crea i suoi primi lavori della serie Infinity Net, grandi tele lunghe quasi 10 metri. Sempre negli stessi anni elabora una nuova serie di opere d’arte chiamata Accumulatium o Sex Obsession. Ritorna in Giappone, durante i primi anni ’70, dove inizia a scrivere poesie e romanzi surreali.
Le sue opere sono esposte, come mostre permanenti, al Museum of Modern Art di New York, al Walker Art Center di Minneapolis, alla Tate Modern di Londra e al National Museum of Modern Art di Tokyo. Dalla fine degli anni ’70 Yayoi vive nell’ospedale psichiatrico Seiwa, in Giappone, per scelta personale, ma continua a dipingere ogni giorno nello studio a Shinjuku.
Le ultime opere

Kusama, pur avendo 88 anni, è ancora molto attiva artisticamente e sta producendo molte nuove opere che vanno a completare la collezione “My Eternal Soul” esposta in parte in questo momento a Tokyo. Anche in questo caso ricorrono gli stessi motivi, è come se l’artista dipingesse ripensando alla giovane ragazza che era ma con una prospettiva diversa. Kusama ha già completato più di 500 opere, con un lavoro finito ogni due tre giorni. “Ciò che distingue – racconta Yusuke Minami, curatore principale del National Art Centre di Tokyo – le opere più recenti dalle precedenti è il tocco pittorico più deciso e con maggiori dettagli”. Kusama è consapevole di essere arrivata quasi alla fine della sua vita – si legge sul sito della Cnn – e la nuova collezione sembra essere un regalo dell’artista per le nuove e future generazioni.

Luisa Berti

Beatrice Lento

Laureata in Psicologia Clinica, Tropeana per nascita e vissuti, Milaniana convinta, ha diretto con passione, fino all'Agosto 2017, l’Istituto Superiore di Tropea. I suoi interessi prevalenti riguardano: psicodinamica, dimensione donna, giornalismo, intercultura, pari opportunità, disagio giovanile, cultura della legalità, bisogni educativi speciali.

Invia il messaggio