Le regole cambiano
Nel mondo musulmano le regole dell’abbigliamento cambiano da Paese in Paese.
Il velo sul capo é obbligatorio anche per le straniere in Iran fin dalla rivoluzione islamica del 1979.
Lo era in Arabia Saudita ma il nuovo principe ha stabilito che, sebbene la Sharia preveda la modestia, questo non comporta l’obbligo di indossare abaya (tunica) e hijab (velo in testa).
In Afghanistan non c’é obbligo di legge ma esiste una forte pressione sociale a mettere il velo, non sempre il burqa totale.
Dall’Egitto al Pakistan c’é di tutto: dai jeans ai niqab mentre in Turchia solo di recente si accettano le donne in hijab nelle università e istituzioni statali.
In generale sono di più gli Stati che proibiscono un certo abbigliamento religioso di quelli che l’impongono.
La Francia, nel 2011, é stata la prima in Europa a vietare il velo integrale in pubblico, seguita da Belgio, Austria, Danimarca, Bulgaria.
In Italia il burqa é vietato negli uffici pubblici della Lombardia.
La Francia ha bandito anche il comune hijab nelle scuole pubbliche assieme ai segni ” ostentatamente religiosi” . Invece, dopo che alcuni Comuni della Costa Azzurra hanno proibito i burkini, il Consiglio di Stato ha bocciato il provvedimento ma i Sindaci non hanno ritirato il provvedimento.
Una sentenza dell’Unione Europea ha stabilito che sul lavoro non é discriminatorio vietare di indossare visibilmente simboli politici e religiosi.
Il dibattito continua.