Sei donna? No medico!

Sei donna? No medico!

L’Università di Medicina di Tokyo, che il 2 agosto era stata accusata dai giornali giapponesi di aver falsificato per anni i risultati dei suoi test di ammissione per limitare il numero delle studentesse ammesse al 30 per cento del totale, ha ammesso di averlo fatto e si è scusata. Nell’indagine interna per verificare le accuse si è peraltro scoperto che la pratica di falsificazione era iniziata nel 2006 o anche prima e non nel 2011 come si pensava. L’Università ha detto che i risultati dei test non avrebbero dovuto essere manipolati e che in futuro non lo saranno. Ha anche detto di aver preso in considerazione l’idea di ammettere retroattivamente le donne che avrebbero dovuto essere ammesse in passato, ma non ha spiegato come potrebbe farlo. L’indagine interna ha accertato che nell’ultimo test d’ingresso fatto dall’università a tutti i partecipanti era stato tolto il 20 per cento del punteggio ottenuto, dopodiché ai partecipanti maschi – esclusi quelli che non avevano già passato il test per almeno quattro volte – erano stati aggiunti almeno 20 punti.L’Università di Medicina di Tokyo è un’università privata ed è una delle migliori scuole di medicina del Giappone. La discriminazione contro le donne, praticata nella convinzione che le donne, una volta sposate o diventate madri, non siano più in grado di coprire i turni richiesti nel lavoro in ospedale, è stata scoperta grazie a un’indagine in corso su un caso di presunta corruzione: l’università avrebbe alzato il punteggio del figlio di un importante funzionario governativo, Futoshi Sano, in cambio di un finanziamento. Il figlio di Sano, che è stato arrestato il mese scorso, era al suo quarto tentativo al test d’ingresso.

Beatrice Lento

Laureata in Psicologia Clinica, Tropeana per nascita e vissuti, Milaniana convinta, ha diretto con passione, fino all'Agosto 2017, l’Istituto Superiore di Tropea. I suoi interessi prevalenti riguardano: psicodinamica, dimensione donna, giornalismo, intercultura, pari opportunità, disagio giovanile, cultura della legalità, bisogni educativi speciali.

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