Signora Deputatessa Merlin
Signora Deputatessa Merlin
B., 27 Gennaio 1951
Io ò saputo dalle mie compagne della legge che fà per noi prostitute. Io non me ne intendo; sono una povera donna che faceva la serva e sono delle campagne di C. e vorrei tornarci a fare la serva o la contadina non questo mestiere che mi fà schifo. Ero a M. e M. mi faceva terrore e io uscivo poco, avevo paura dei trammi e delle macchine, ma un giorno uscivo e incontrai uno che mi si mise dietro a camminare dietro.
I miei padroni tutte le sere facevano cene, ballavano e poi si baciavano e anche con le mani non stavano fermi bene e io pensai che fare all’amore non era peccato e mi ci misi con un giovanotto che non parlava come noi di C. Ma un giorno mi portò nella sua camera perché disse «ò male allo stomaco». Ma altroché male lui, mi prese e mi cosò anche mentre io piangevo e dissi «ò paura ò paura». Poi non mi à sposato e mi à fatto fare ii figliolo. Io sono prostituta perché i padroni non mi rivolevano e loro erano come me e peggio e si facevano sempre cornuti fra elli.
ò paura di venire via per la fame e per chiedere perdono alla famiglia che sono onesti fratelli e sorelle. Però a C. sarei felice, ci sono nata, c’è l’aria sana, gli olivi e la vendemmia e anche i contadini mi volevano bene.
M’aiuti Signora Deputatrice io voglio salvare mio figlio.