#WereIsMyName

#WereIsMyName

É questo il nome della campagna di sensibilizzazione che reclama per le Donne Afghane un diritto che sembrerebbe paradossale dover rivendicare: quello di essere chiamate per nome.

 Il nome dona identità ed é per questo che in quella terra così complicata e tormentata, dove  la misoginia é imperante, alle creature del mio Genere non spetta il nome neppure sui certificati o sopra la finestra dell’ultima dimora terrena. 

Si parla di noi usando le espressioni ” la madre di…la moglie di…la sorella di…la figlia di…” o nomignoli mortificanti come ” la mia capra”

Ma le Afghane non ci stanno più ed il movimento “Dov’é il mio nome” potrebbe finalmente riuscire a travolgere una subcultura maschilista crudele e assurda eppure…

Eppure a me capita, a volte, di sentire usare anche da noi la diabolica circonlocuzione “la…di…” sicuramente senza quelle tremende implicazioni ma come abitudine linguistica, retaggio, forse inconsapevole, di atteggiamenti maschilisti non troppo lontani.

Beatrice Lento

Laureata in Psicologia Clinica, Tropeana per nascita e vissuti, Milaniana convinta, ha diretto con passione, fino all'Agosto 2017, l’Istituto Superiore di Tropea. I suoi interessi prevalenti riguardano: psicodinamica, dimensione donna, giornalismo, intercultura, pari opportunità, disagio giovanile, cultura della legalità, bisogni educativi speciali.

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