#WereIsMyName
É questo il nome della campagna di sensibilizzazione che reclama per le Donne Afghane un diritto che sembrerebbe paradossale dover rivendicare: quello di essere chiamate per nome.
Il nome dona identità ed é per questo che in quella terra così complicata e tormentata, dove la misoginia é imperante, alle creature del mio Genere non spetta il nome neppure sui certificati o sopra la finestra dell’ultima dimora terrena.
Si parla di noi usando le espressioni ” la madre di…la moglie di…la sorella di…la figlia di…” o nomignoli mortificanti come ” la mia capra”
Ma le Afghane non ci stanno più ed il movimento “Dov’é il mio nome” potrebbe finalmente riuscire a travolgere una subcultura maschilista crudele e assurda eppure…
Eppure a me capita, a volte, di sentire usare anche da noi la diabolica circonlocuzione “la…di…” sicuramente senza quelle tremende implicazioni ma come abitudine linguistica, retaggio, forse inconsapevole, di atteggiamenti maschilisti non troppo lontani.