Archivio mensile 29th Novembre 2017

Sei tu che mi hai fatto sognare

La chiamavano bocca di rosa

Metteva l’amore, metteva l’amore

La chiamavano bocca di rosa

Metteva l’amore sopra ogni cosa

Appena scese alla stazione

Nel paesino di Sant’Ilario

Tutti si accorsero con uno sguardo

Che non si trattava di un missionario

C’è chi l’amore lo fa per noia

Chi se lo sceglie per professione

Bocca di rosa né l’uno né l’altro

Lei lo faceva per passione

Ma la passione spesso conduce

A soddisfare le proprie voglie

Senza indagare se il concupito

Ha il cuore libero oppure ha moglie

E fu così che da un giorno all’altro

Bocca di rosa si tirò addosso

L’ira funesta delle cagnette

A cui aveva sottratto l’osso

Ma le comari d’un paesino

Non brillano certo in iniziativa

Le contromisure fino a quel punto

Si limitavano all’invettiva

Si sa che la gente dà buoni consigli

Sentendosi come Gesù nel tempio

Si sa che la gente dà buoni consigli

Se non può più dare cattivo esempio

Così una vecchia mai stata moglie

Senza mai figli, senza più voglie

Si prese la briga e di certo il gusto

Di dare a tutte il consiglio giusto

E rivolgendosi alle cornute

Le apostrofò con parole argute

“Il furto d’amore sarà punito”

Disse “dall’ordine costituito”

E quelle andarono dal commissario

E dissero senza parafrasare

“Quella schifosa ha già troppi clienti

Più di un consorzio alimentare”

Ed arrivarono quattro gendarmi

Con i pennacchi, con i pennacchi

Ed arrivarono quattro gendarmi

Con i pennacchi e con le armi

Spesso gli sbirri e i carabinieri

Al proprio dovere vengono meno

Ma non quando sono in alta uniforme

E l’accompagnarono al primo treno

Alla stazione c’erano tutti

Dal commissario al sacrestano

Alla stazione c’erano tutti

Con gli occhi rossi e il cappello in mano

A salutare chi per un poco

Senza pretese, senza pretese

A salutare chi per un poco

Portò l’amore nel paese

C’era un cartello giallo

Con una scritta nera

Diceva “addio bocca di rosa

Con te se ne parte la primavera”

Ma una notizia un po’ originale

Non ha bisogno di alcun giornale

Come una freccia dall’arco scocca

Vola veloce di bocca in bocca

E alla stazione successiva

Molta più gente di quando partiva

Chi mandò un bacio, chi gettò un fiore

Chi si prenota per due ore

Persino il parroco che non disprezza

Fra un miserere e un’estrema unzione

Il bene effimero della bellezza

La vuole accanto in processione

E con la Vergine in prima fila

E bocca di rosa poco lontano

Si porta a spasso per il paese

L’amore sacro e l’amor profano

Written by Fabrizio De Andre

La forza diabolica dell’educazione sbagliata

C’hanno rubato i corpi, il viso, i movimenti…c’hanno inventato miti

Giocattoli innocenti si sono rivelati massaggi per le menti

Ricordo ancora la scatola che scartai curiosa

Rebecca mia Rebecca, capelli biondo stoppa made in Italy

Che cos’eri tu? Con quegli occhi sorridenti Con quel fiocco sulla testa, la tua faccia grassa

Oh Rebecca, Oh Rebecca, Oh Ti parlavo di me, ti cambiavo le pose, ti trasformavo in attrice Con le parti da bella, da gran donna….eri il mito della bionda

E crescevo, crescevo, con la smania ribelle D’esser subito grande, d’esser subito bella Di dovere….se volevo l’amore……….

E crescevo, crescevo, ma qualcosa cambiava, ora non si giocava piùle mie amiche di classe con le loro conquiste e tu, e tu, e tu ahi

o crescevo, crescevo, ma qualcosa è cambiato mi son vista allo specchio con quel poco di seno, con quel naso che avevo…mi coprivo la faccia….Cosa c’hanno inventato? cosa avevo sognato? Dimmelo, dimmelo tu Rebecca…Oh Rebecca…

Writer(s): Gianna Nannini

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Mai più massacri!

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura

sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura

fu un generale di vent’anni

occhi turchini e giacca uguale

fu un generale di vent’anni

figlio d’un temporale

c’è un dollaro d’argento sul fondo del Sand Creek.

I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte

e quella musica distante diventò sempre più forte

chiusi gli occhi per tre volte

mi ritrovai ancora lì

chiesi a mio nonno è solo un sogno

mio nonno disse sì

a volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek

Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso

il lampo in un orecchio nell’altro il paradiso

le lacrime più piccole

le lacrime più grosse

quando l’albero della neve

fiorì di stelle rosse

ora i bambini dormono nel letto del Sand Creek

Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte

c’erano solo cani e fumo e tende capovolte

tirai una freccia in cielo

per farlo respirare

tirai una freccia al vento

per farlo sanguinare

la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura

sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura

fu un generale di vent’anni

occhi turchini e giacca uguale

fu un generale di vent’anni

figlio d’un temporale

ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek

Faber

Due musher

Anna e Kristy Berington sono due musher, due conduttrici di slitta trainata da cani. La corsa in solitaria più famosa é l’Iditarod: centinaia di chilometri in mezzo alla neve, giorni e giorni di cammino a trenta gradi sotto zero, dove anche l’iPhone si blocca, con la muta di cani che indossano calzi arcobaleno per non congelarsi i polpastrelli.

Toypurina

Toypurina: la Giovanna D’Arco californiana.

L’ho conosciuta da poco e mi ha affascinato la sua intraprendenza, il suo coraggio e il suo ORGOGLIO ETNICO.

Indiana della tribù dei Gabrielino, è l’unica donna nativa americana ad aver promosso e guidato una rivolta contro l’oppressione straniera in tutta la storia americana.

A muovere la sua esasperazione le atrocità subite dalla sua gente nel nome di una pseudoemancipazione.

Omicidi, persecuzioni stupri, conversioni forzate, schiavitù avrebbero annullato l’identità di un popolo fiero e audace.

Toypurina tentò l’impresa nobile e luminosa di difendere una cultura…a Lei rendo omaggio!

Divora il sapere!

Si piccola …solo così sarai libera, divora il sapere e ce la farai!

Vicino Kabul

Vicino Kabul c’é una collina magica che ha aperto il suo cuore a migliaia di donne.

Le prime arrivarono negli anni Novanta dopo aver perso i mariti nel conflitto tra sovietici e mujaheddin.

Da allora si sono aggiunte tante altre vedove e oggi a Zanabad vivono in più di mille.

Da quelle parti una donna che ha perso il marito é la schiava degli uomini della famiglia, deve lavorare senza tregua ed é vittima di umiliazioni e disprezzo.

Ma loro si sono ribellate, hanno costruito le loro case di notte e vanno avanti nonostante la paura che un giorno o l’altro i talebani si ricordino di loro.

Comunichiamo alle agenzie d’informazione 

Si comincia col rosso, si finisce col blu.
Il rosso ha colpito chiunque entrava nel salone del Monastero di Santa Chiara per partecipare all’evento” No Cry…” organizzato dall’associazione Onlus sos KORAI in occasione del 25 Novembre Giornata Mondiale per il contrasto alla violenza sulle donne.

Il rosso delle macchie sparse su centinaia di foglietti che tracciavano un percorso dall’ingresso fino al tavolo dei relatori.

” Volevamo impressionare e forse anche inquietare gli animi richiamando l’attenzione sul sangue delle tantissime donne violate e, spesse volte annientate, dalla violenza maschilista che non vuole riconoscere la libertà dell’essere femminile ridotto ad oggetto di possesso.

Credo che ci siamo riuscite, era evidente l’imbarazzo e lo stupore di chi entrando cercava di raggiungere un posto evitando di calpestare quel rosso che dava le vertigini”

A parlare è Beatrice Lento, la presidente della nuova realtà associativa che, sebbene ancora in via di definitiva costituzione, non ha voluto perdere l’occasione di quest’importante appuntamento per presentarsi in societá.

L’appello lanciato da sos KORAI non é stato disatteso perché era presente in sala un pubblico variegato, fatto di donne e di uomini d’ogni età, professione e ruolo sociale, uno spaccato veramente rappresentativo della Comunitá Vibonese, in effetti questa nuova creatura associativa si propone di operare in tutto la provincia spaziando anche oltre i suoi confini verso l’intera regione, la nazione e oltre.

” sos KORAI” ha dichiarato la Lento” é un progetto colorato di sogno, ma non di utopia, perché il nostro desiderio di contrastare la subcultura maschilista e la violenza d’ogni tipo sulla donna, attraverso un’educazione affettiva attenta alla dignità della persona, alla cultura della pace e alla giustizia sociale, sia pure ambizioso, potrá attuarsi se riusciremo a farlo condividere da tanti. Chiunque può far parte del nostro gruppo perché l’unico requisito necessario é credere nella sua finalitá, ogni socio potrà scegliere di dedicarsi al progetto nei tempi e nei modi compatibili con le altre sue esigenze, l’importante è esserci.”

La Lento ha anche presentato il blog dell’associazione e ne ha rimarcato il nome ( www soskorai.it ) sottolineando che all’interno c’è uno spazio chiamato “Contatti” attraverso cui é possibile avanzare richieste d’aiuto o di confronto.

Molti soci hanno dato il proprio contributo alla realizzazione dell’evento, alcuni hanno animato gli interventi ma tanti altri sono rimasti nell’ombra spendendosi nella cura dei vari aspetti organizzativi a che la manifestazione lasciasse in tutti segni importanti.

Il via é stato dato dalla poesia di Luigia Lupidi Panarello, socia d’onore dell’associazione, che ha pervaso l’intero evento attraverso l’appassionata interpretazione della socia Carla Piro.

A seguire ” Lasciami parlare” il corto di Enzo Carone, interpretato magnificamente da Costantino Comito e da Noemi Di Costa, un pugno nello stomaco per la durezza, purtroppo realistica, delle sue scene. La socia Luigia Barone ha parlato della violenza assistita da parte dei figli delle donne vittime che porteranno segni fortissimi dei traumi subiti mentre a Francesca Di Costa e a Dario Godano è toccato illustrare le future attività e il perché del nome scelto per il nuovo sodalizio.

Di sos KORAI fanno parte molti uomini, alcuni di loro, assenti per lavoro, hanno lasciato i loro messaggi, proposti al pubblico da alcune socie, mentre il Socio d’Onore Luigi Giffone ha preso la parola evidenziando il paradosso di un maschio che si reputa “alfa” ma in realtà non riesce a dominare la belva che ha dentro.

Avvincente il racconto di Vittoria Saccá, anche lei socia, meravigliosamente interpretato dalla giovanissima Francesca Laloè, affascinante con la sua collana di corbezzoli scarlatti, che ha lanciato un messaggio importante: l’uomo violento non cambia, occorre trovare la forza di denunciare e ricominciare.

La celebrazione corale del 25 novembre ha visto anche la mostra di dipinti di Carmelo Lebrino che si sono sposati alle poesie di Luigia Lupidi Panarello in un connubio artistico armonico e avvincente. L’evento, abilmente condotto da Vittoria Saccà, si é concluso con due momenti molto toccanti: la storia di Anna Maria Scarfò, violentata dall’età di 13 anni che, avendo trovato la forza di denunciare i propri carnefici, viene condannata a morte dal suo paese, San Martino di Taurianova, e bollata come la Malanova.

La brutale vicenda è stata offerta al pubblico attraverso un monologo scritto e interpretato dalla presidente Beatrice Lento a partire dal libro della giornalista Cristina Zagaria.

Ultimo colpo di scena, che ha coinvolto profondamente i presenti, aprendo i cuori alla speranza, il passaggio rapidissimo e inatteso, ad opera di alcuni giovani studenti del Superiore tropeano, dal rosso del sangue al blu dell’acqua che lava, purifica e riconcilia.

” Siamo felici dell’ottimo esito del nostro primo impegno ed i tanti apprezzamenti ricevuti ci fanno sperare nel bene, sono convinta che riusciremo a radicarci nel territorio e tutti insieme trasformeremo il rosso del sangue femminile nel blù dell’acqua fresca e pulita che lava il male e predispone al bene” ( Beatrice Lento)

Tropea 27/11/2017

La presidente

Beatrice Lento

Dal rosso al blu

Entrando nel salone di Santa Chiara uno spettacolo inquietante ti accoglie: foglietti bianchi intrisi di macchie rosse, é sangue, il sangue di tutte le donne violate. 

Gli ospiti mostrano sul volto un turbamento e istintivamente scansano, o almeno ci provano, i foglietti. Impresa ardua, sono troppi e inevitabilmente il piede cade sul rosso .

Un brivido ti assale ed una sensazione di vertigine percorre il tuo corpo, barcolli e ti affretti a trovare posto.

Il pathos cresce e culmina a conclusione dell’incontro quando…un gruppo di ragazzi si alza e ruota i fogli dando luce a centinaia di chiazze azzurre: acqua, é acqua.

Il prezioso e vitale liquido azzurro rinfresca, deterge, lava e infonde speranza…

Si, si, guardiamo con fiducia al domani.

É questo il nostro 25 Novembre

Voi che siete un cuore intelligente

Voi che avete

un cuore intelligente

tra lo sterno e la volontà

voi che mettete

il brivido dell’umano

in quel che fate

siate per essere utili alla civiltà

fino al compassionevole

spudorati e invadenti

nella società di ognuno

mettete da parte

la vostra modestia

datela a me tranquilli

la custodirò nella credenza

con la biancheria pulita

la stenderò alla finestra

se si tenterà di scoraggiarvi

per mostrare chi siete

a questo serve

qualcuno che scrive

è la molletta sul vento

voi che siete capaci

di qualità morale

amici amori avanti

voi che siete capaci

di coraggio e di onestà

riempite la strada di fiducia

di noi che non siamo gli indifferenti

a caso passati di qua

Luigia Lupidi Panarello