Diana Karenne: attrice ed artista che ha combattuto e vinto
Transfuga dalla natia Polonia, Diana Karenne approda a Torino nel 1915 e si lega al produttore Ernesto Maria Pasquali, che la dirige in Passione tsigana (1916). Il film, malgrado un soggetto piuttosto abusato ed una realizzazione modesta, incontra un inaspettato, entusiastico successo per merito dell’attrice che, scrive un recensore d’epoca, «brutalmente quasi, ma di giustizia, viene alla luce della celebrità».
Dopo qualche altro film diretto da Pasquali, la Karenne ottiene di dirigersi da sola: si scrive i soggetti e le sceneggiature, arriva anche a disegnare i manifesti.
«Questa giovane è entrata nella nostra arte come un ciclone – scrive nel 1919 Tito Alacci, attento biografo delle dive – ha rivoluzionato ogni cosa, incominciando dai cuori mascolini e dalle fantasie femminili. Ha portato metodi nuovi, ha reso comica la tragedia e tragica la commedia». Ed infatti, nei suoi film – oggi quasi tutti andati perduti – la Karenne crea un personaggio di donna che non accetta supinamente le insopportabili regole di perbenismo imposte dalla tradizione e si ribella. Lotta tenacemente, testardamente, magari perde, ma ci ha provato. Ha imparato e fatta sua la lezione di Asta Nielsen, alla quale dichiara esplicitamente di ispirarsi. Tra il 1916 ed il 1920 è una presenza costante sugli schermi ed un modello di trasgressione che affascina la platea, specie quella femminile, di cui interpreta segreti desideri e represse aspirazioni. Naturalmente dovrà pagare lo scotto della sua intelligenza e del suo esser contro con le tante remore che la censura impone ai suoi film, e sopportare acide recensioni da parte di critici disorientati dalla sua irruenza.
Eccentrica nell’abbigliamento e nel trucco, irascibile sul set, una vera primadonna, fu però molto professionale, creando una galleria di personaggi – la contessa Arsenia, Lea (da Cavallotti), Zoja, la studentessa di Gand, l’Indiana (da George Sand), Maria di Magdala per Carmine Gallone, la peccatrice casta per Gennaro Righelli – che affascinarono le platee del secondo decennio del secolo.
Appena le cose si misero male per il cinema italiano, si trasferì a Parigi e poi a Berlino dove, seppur in tono minore, continuò a proporre figure di Mondäne Frau, di altre peccatrici caste, di falene che si bruciano le ali scherzando con la vita, ma la si vedrà anche in una sfarzosa Marie Antoinette(1922), produzione tedesca diretta da Rudolf Meinert, nel Casanova (1926) del russo bianco Alexander Volkoff al fianco di Mosjou-ine e nei panni della gelida zarina in un film sulle avventure amorose di Rasputin (Rasputins Liebescabenteuer, 1928). Con il sonoro, Diana si ritira dal cinema e si stabilisce ad Aquisgrana con il marito: dopo un’ultima apparizione, ma poco più di una comparsata, nella Manon Lescaut che l’amico Gallone dirige nel 1940, morirà sotto le macerie della sua casa, centrata durante un bombardamento della città renana agli inizi della seconda guerra mondiale.
Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.
I nuovi papà
La scienza al servizio della rivoluzione culturale: questo libro è un’arma del pensiero».
Stefania Andreoli
Sembra ovvio che le donne si occupino dei bambini e gli uomini di altre cose. Ovvio e naturale: è sempre stato così. Anche in biologia, per decenni, le cose si sono raccontate in questo modo: i maschi dei mammiferi si sono evoluti per competere tra loro per lo status e per l’accoppiamento, mentre le femmine si sono evolute per la gestazione, l’allattamento e la cura della prole. Per molto tempo si è sostenuto questo punto di vista senza neppure sentire l’esigenza di indagare oltre.
Ma il mondo è cambiato e siamo entrati nel ventunesimo secolo. Oggi un numero crescente di uomini si occupa dei bambini fin dalla nascita e mostra di saperlo fare benissimo. Com’è possibile? Stupita dalla tenera competenza dei nuovi padri in tutto il mondo – anche nella sua stessa famiglia – la decana dell’antropologia statunitense Sarah Blaffer Hrdy ha deciso di indagare le radici profonde dell’accudimento maschile per spiegare questo sorprendente allontanamento da tutto ciò che veniva ritenuto acquisito e «normale».
Hrdy attinge a una vasta gamma di ricerche recentissime per sostenere che questa trasformazione negli uomini non è solo culturale, ma ha anche fondamenti biologici. Gli uomini a contatto intimo e prolungato con i bambini cambiano profondamente e mostrano risposte quasi identiche a quelle delle madri, sviluppando un potenziale di cura che pochi sapevano di possedere.
Per spiegare questi comportamenti in maniera coerente con la storia della nostra specie, dal Pleistocene a oggi, Il tempo dei padri ripercorre milioni di anni di evoluzione, dai primati ai mammiferi, risalendo a ritroso nel tempo fino agli anfibi e ai pesci, allargando continuamente la ricerca alle nuove incredibili scoperte delle neuroscienze, della genetica, dell’antropologia e dell’endocrinologia. Il risultato è una sintesi magistrale, un libro che cambia radicalmente le prospettive e amplia la nostra comprensione di cosa significhi essere un uomo. Con tutte le implicazioni che questo comporta per la nostra società.
Dal web

Un segnalibro per dire no alla violenza sulle donne
Un segnalibro per dire no alla violenza contro le donne!
Il 25 Novembre, com’é noto, é la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ed sos KORAI, Organizzazione Di Volontariato per i diritti della donna, scende in campo, come di consueto, con le sue iniziative di contrasto all’odioso accadimento. L’idea di quest’anno è quella di un segnalibro da regalare alle studentesse, agli studenti e a tutto il personale scolastico dell’Istituto Comprensivo e dell’Istituto di Istruzione Superiore di Tropea.
Grazie alla sensibilità e preziosa collaborazione dei Dirigenti Scolastici, Prof.ri Francesco Fiumara e Nicolantonio Cutuli, il dono verrà accompagnato da un intervento educativo dei Docenti, calibrato all’età e ai bisogni delle ragazze e dei ragazzi.
Il segnalibro riproduce l’opera dell’artista Barbara Kruger dal titolo “Your body is a battleground” e lancia come slogan la sua decisa contraddizione:”No! Il mio corpo non è un campo di battaglia”, l’ovvio riferimento é alla donna, ancor oggi costretta a subire abusi, emarginazioni e assurde disparità di trattamento in tutti i settori della società.
É essenziale indignarsi e combattere contro questo stato di cose che non penalizza solo le donne ma l’intera umanità favorendo la perdita di moltissimi talenti femminili, importanti per la comune crescita civile.
Quando parliamo di violenza sulla donna, infatti, non ci riferiamo solo alle sue forme estreme, quali il femminicidio o lo stupro, rientrando a pieno titolo nel fenomeno anche la disparità salariale, la difficoltà di emergere in politica e nel settore imprenditoriale, il linguaggio sessista, la mercificazione del corpo femminile, il minor peso accordato alla donna nella gestione della famiglia e tanto altro ancora come, ad esempio, il tempo di cura considerato suo esclusivo appannaggio, in ossequio al pernicioso e subdolo stereotipo dell’angelo del focolare.
Molti i fronti di lotta per eliminare la causa della violenza contro le donne addebitabile, senza ombra di dubbio, alla subcultura patriarcale radicata in tutto il mondo e veicolata, spesso inconsapevolmente, attraverso i processi di socializzazione.
Sicuramente al primo posto rimane la diffusione del sapere che è la base della libertà, vi é poi l’opposizione ai pregiudizi e agli stereotipi misogini, una rinnovata educazione affettiva, il sostegno all’indipendenza economica femminile, l’intervento sulle strutture sociali di supporto alla famiglia e la diffusione di una corretta valutazione della forza che non é solo muscolare ma é anche fatta di intuizione, sensibilità, resistenza, prontezza…doti che appartengono ad ambedue i generi. Liberiamoci del mito della virilità come supremazia e pensiamo che possiamo essere tutti forti senza essere violenti, che non esistono status naturali di superiorità né diritti al controllo o doveri di sottomissione.
La strada è in salita ma la sfida va raccolta se veramente vogliamo costruire un mondo migliore, i segnali inquietanti che emergono costantemente ci dicono che anche il rimanere indifferenti ci rende responsabili ma la buona volontà e l’impegno da parte di tanti ci offre la speranza nell’oggi e nel domani di cui abbiamo tanto bisogno.
Tropea 7 Novembre 2024
La Presidente di sos KORAI ODV
Dott.ssa Beatrice Lento

Lottiamo!
Una donna su tre, nel mondo, ha subito almeno una violenza o una molestia. I dati Istat dimostrano che il 32,5 per cento delle donne in Italia ha subito una qualche forma di abuso fisico o sessuale. Le forme più gravi hanno come autori i partner o ex partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7 per cento dei casi da partner. I dati del Report Omicidi Volontari della Direzione Centrale Polizia Criminale riferiscono che le donne vengono uccise in ambito familiare e affettivo da partner o ex partner. La Polizia di Stato dichiara che nel 2023 sono state oltre seimila le violenze sessuali denunciate in tutto il Paese.
La Corte di Cassazione ha messo in discussione l’ergastolo al fidanzato femminicida di Lorena Quaranta, uccisa il 31 marzo 2020”, perché non si sarebbe tenuto conto dello “ stress da Covid “.

Il fenomeno INCELS
Le donne ci rifiutano e noi le odiamo
Sono maschi celibi involontari che denigrano le donne colpevoli di non concedersi.
Credono che il sesso e l’amore siano solo per gli altri, che a loro siano negati e si sentono vittime.
Pensano che tutto il genere femminile sia alla ricerca esclusiva del potere e della ricchezza senza rispetto per niente e nessuno e quindi lo odiano.
Nel Regno Unito, la ministra degli Interni Yvette Cooper ha promesso di reprimere il fenomeno considerando questo odio contro le donne una forma di estremismo, pari a quello politico.

Incontro con le Terze della Media sull’Endometriosi
Endometriosi?…Parliamone!
Bellissimo incontro di sos KORAI ODV con le terze classi della Scuola Media di Tropea per far conoscere l’Endometriosi proprio nell’età in cui potrebbe fare il suo esordio.
Gli studenti ci hanno sorpreso con la loro attenzione e preparazione sicuramente frutto dell’azione di sensibilizzazione svolta dalla Scuola guidata dal Dirigente Francesco Fiumara che ringraziamo!
Un ragazzo poeta ci ha donato questi versi dedicati alle Endine- così si chiamano tra di loro le donne che hanno questa sofferenza- e al girasole, simbolo della patologia, composti ex abrupto
“Domani mi guarderai dall’alto/ sopra le nuvole rosee/ ed un pezzo di pane cadrà dal cielo/come ogni giorno/ogni sera/Sogno di essere sovrano/come lo sono i cavalli/nei campi persi all’orizzonte/ aspettando solo un mazzetto di rose/ mentre il cielo è azzurro/ ed un Girasole s’illumina d’immenso”

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA
sos KORAI ODV promuove la celebrazione tropeana della Giornata Internazionale della Donna con “OLGA”, il quinto Quaderno dell’8 Marzo dedicato alla Dottoressa Naso.
Siamo felici, come Organizzazione Di Volontariato per i diritti della Donna, di essere noi di sos KORAI ODV a dar vita alla celebrazione tropeana della ricorrenza e ancor più lieti di farlo con un omaggio concreto alla femminilità e alla nostra terra. Il Quaderno dell’8 Marzo, la nostra pubblicazione che ogni anno raccoglie storie di donne calabresi, è proprio questo. Oltre ad uno strumento di lotta per la parità é un atto di gratitudine verso le tante donne che, con la loro forza e il loro fascino, hanno contribuito a dar vita all’identità della nostra terra. Le centodieci donne che popolano i cinque Quaderni finora pubblicati ci parlano di coraggio e determinazione, di ingegno e resilienza, di voglia di vivere e di entusiasmo e tratteggiano una creatura femminile molto diversa dagli stereotipi sulla Calabria e e le Calabresi. Siamo stufe di luoghi comuni e la nostra identità autentica é così forte da superare i pregiudizi, retrivi a tal punto da risultare ridicoli. All’appuntamento di quest’anno sono arrivate creature femminili di tutte le età, con storie diverse e affascinanti, sono giunte anche tante immagini, disegni dai colori vivaci perché sono ancora in troppi a vederci in bianco e nero.
Ad emergere é una donna dalle tante sfaccettature tenute insieme dalla tenacia: una donna che non rinuncia ad essere protagonista del proprio tempo nonostante le disparità che vorrebbero condannarla a non decidere.
Il Quaderno 2024 si chiama OLGA ed é dedicato alla Dottoressa Naso, una gigante di scienza e umanità che é stata accanto a tante per impedire che la malattia ne mortificasse la dignità.
Vogliamo ringraziarle tutte le sedici donne del Quaderno “OLGA”, per averci consentito di narrarle vincendo il pudore del personale, assieme alla socia Loredana Rivoltella che, con i suoi disegni, ha saputo interpretare, con intensità e leggerezza, il senso dell’opera. Un grazie anche alla direttrice artistica Anna Maria Miceli che ci dispensa raffinatezza, al Comune di Tropea che ci accorda il Patrocinio e al Sindaco Giovanni Macrì che, nonostante i gravosi impegni, ci é a fianco nelle celebrazioni, all’attrice Noemi Di Costa e al pianista Emilio Aversano per il dono della loro arte, al presidente della Consulta Francesco Rotolo per il valore del mondo associativo che rappresenta, all’Editore Mario Romano che, come noi, considera il Quaderno una sua creatura e al conduttore Pasqualino Pandullo che ci guiderà e condividerà perché coinvolto non solo come giornalista ma anche come coautore. Un grazie superlativo al Gruppo Caffo per il prezioso dono della pubblicazione del Quaderno e alla sua Madrina, Delfina Barbieri Caffo, che ci incoraggia, consiglia e sostiene con la sua forza di educatrice. Grazie, infine, a tutta la comunità tropeana che, negli anni, ha imparato ad amare il Quaderno e partecipa con convinzione alla celebrazione. Un evento che esula dalle logiche consumistiche e commerciali e vuol essere la memoria, la riflessione e la presa di coscienza di quanto é stato fatto e di quanto c’é ancora da fare per i diritti e la libertà delle donne, per difenderli e per conquistarne di nuovi, qui e nel mondo.
La Presidente
Dott.ssa Beatrice Lento

La Società Calcistica Dilettantistica di Tropea lancia lo slogan ” Non dimostri di essere maschio molestando le donne “
La Società Calcistica Dilettantistica di Tropea scende in campo con lo slogan “Non dimostri di essere maschio molestando le donne“
Se é vero che la civiltà si conquista con l’educazione, la scelta di scrivere sulle magliette dei giovanissimi calciatori il motto, usato da sos KORAI ODV per la campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne 2024, “Non dimostri di essere maschio molestando le donne”, é un atto formativo vincente, un goal, per usare il linguaggio calcistico, nella difficile partita per la conquista della Parità di Genere e la sconfitta della subcultura maschilista.
A portarla sul petto più di cento ragazzi di cui quattro di genere femminile: sono gli atleti guidati dal responsabile tecnico Angelo Stumpo, allenati da Andrea e Nicola Stumpo, con giudice Eddy Remigio e Presidente una donna, Maria Rocco.
I ragazzi hanno un’età compresa tra i sei e i dieci anni e sono suddivisi in tre categorie che dai Piccoli Amici passa ai Primi Calci e approda ai Pulcini.
Far portare sul petto una frase così carica di implicazioni è una scelta di campo forte che vuole acclarare, in un ambiente molto maschile e maschilista, la lotta contro i pregiudizi e gli stereotipi di genere e di ruolo che vedono lo sport, calcio compreso, come un ambito di appannaggio esclusivamente maschile anche se in tempi recenti si sono realizzati diversi approcci di inclusione con la nomina di donne per incarichi e funzioni di rilievo e l’apprezzamento degli sport femminili a livello globale.
La violenza contro le donne, che non si esprime solo con le forme estreme del femminicidio e dello stupro, si combatte soprattutto a livello culturale ed è importante iniziare la lotta in maniera tempestiva considerata l’importanza strategica dell’infanzia ai fini della formazione della personalità. Per questo la collaborazione della S.C.D. di Tropea con l’Organizzazione Di Volontariato sos KORAI, nata a Tropea nel 2017, si presenta carica di risvolti positivi.
Le offese rivolte alle donne attraverso le varie tipologie di molestie sono il retaggio di una cultura patriarcale non ancora scomparsa che le considera alla stregua di un giocattolo, di un oggetto di piacere da usare a proprio arbitrio senza alcun riguardo per la loro sensibilità e dignità.
Non è galanteria chiamare la donna “bambola” né tantomeno rivolgerle parole e gesti volgari o metterle le mani addosso né sono ammissibili la limitazione della sua libertà personale per timore di molestie maschili di vario genere o le difficoltà e gli intralci nel mondo del lavoro se non si corrisponde alle richieste indecenti dei potenti. Pensiamo che almeno il 7,5% delle donne, nel corso della vita lavorativa, é stato sottoposto a qualche tipo di ricatto sessuale per ottenere un posto, per mantenerlo o ottenere progressioni di carriera, stima senza dubbio in grave difetto perché nell’80,9% dei casi non se ne parla con nessuno. Non dimentichiamo, infine, che le molestie condizionano la vita di chi le subisce causando danni psicologici e che costituiscono una lesione della dignità, della libertà, della serenità.
Un ringraziamento alla S.C.D. di Tropea e ai giovani calciatori viene tributato da sos KORAI ODV per il prezioso contributo offerto attraverso i modelli positivi di riferimento proposti a tutti quelli che li seguiranno nel campionato e sicuramente da tutta la comunità che, grazie all’iniziativa, non può che diventare migliore.
Di fronte a problematiche così complesse come quella della violenza sulle donne ognuno dovrebbe fare la propria parte perché solo attraverso un progetto condiviso da tutte le agenzie formative si può sperare di trovare la soluzione.
Lo slogan:”Non dimostri di essere maschio molestando le donne”, nella crudezza del messaggio veicolato, mette in evidenza la pochezza e la meschinità dei molestatori, esseri frustrati che credono di dimostrare la loro virilità con la violenza mentre in realtà esprimono solo il loro fallimento interiore, la loro fragilità psicologica e la profonda immaturità che li connota, farlo capire a tutti, a partire dai più giovani, é un mezzo di possibile riscatto.
La Presidente di sos KORAI ODV
Dott.ssa Beatrice Lento

Tante emozioni nella Giornata Mondiale dell’eliminazione della violenza contro le donne
Tantissime emozioni hanno animato l’incontro del 25 Novembre, voluto dall’Organizzazione Di Volontariato per i diritti della Donna sos KORAI ODV, per dare un contributo all’impegno di eliminazione della violenza contro la donna celebrato in quel giorno a livello internazionale.
Al Santa Chiara c’erano 120 studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore di Tropea, sedicenni della terza annualità dei vari indirizzi di studio della scuola, e trenta rappresentanti delle agenzie formative e attività produttive della città. La loro presenza ha voluto evidenziare la responsabilità e l’impegno condivisi da tutta la comunità tropeana. Effettivamente il terribile fenomeno, che anziché diminuire appare in costante aumento, chiama in causa soprattutto la dimensione educativa in cui tutti siamo coinvolti.
Come si é sottolineato più volte alla base della problematica c’é una mentalità distorta così costante nel tempo da strutturarsi nella ben nota e triste subcultura che considera il genere maschile superiore a quello femminile, la svalutazione sistematica della donna si spinge fino a considerarla inferiore da tutti i punti di vista: fisico, cognitivo, etico. É il patriarcato o maschilismo che dir si voglia che, in fondo, penalizza l’intero genere umano disperdendo tanti preziosi talenti femminili e impedendo anche all’uomo di vivere esprimendosi liberamente a causa dei condizionamenti esercitati dagli stereotipi e dai pregiudizi di genere. Pensiamo ad esempio al maschio che non deve piangere mai o alla femmina angelo del focolare che, con la loro forza sociale, limitano sia l’uomo che la donna, impedendo ad entrambi l’espressione di sè in tutte le sfaccettature e potenzialità. A fungere da guida nella discussione sulla tematica la presidente di sos KORAI ODV Beatrice Lento, psicologa e dirigente scolastica, l’avvocata Luigia Barone, socia del sodalizio, tra l’altro consulente esperta INDIRE sulla violenza di genere, e, come ospite d’onore, S. E. Mons. Attilio Nostro, Vescovo della Diocesi. Tantissimi gli aspetti del fenomeno emersi nell’incontro, grazie al contributo di tutti che si è manifestato soprattutto sul piano della testimonianza, vissuti personali assai toccanti che sono stati intensamente condivisi con tutti i presenti. Luigia Barone ha donato la sua esperienza, maturata anche nei Centri Antiviolenza e nelle Case Rifugio, “che é fatta di una storia che ci segna e ci insegna” ed il Vescovo ha ricordato il suo essere ragazzo che svaluta il genere femminile perché in fondo non lo conosce e le donne significative, a partire da quelle della propria famiglia, che l’hanno aiutato a superare quest’atteggiamento immaturo.
Anche la mostra d’arte moderna della pittrice russa Elena Semina, “L’era del Grande Pesce”, che il curatore Emanuele Bertucci ha inaugurato durante l’incontro, quale omaggio all’impegno in gioco, ha rimarcato, attraverso l’intervento della stessa artista e della storica e critica d’arte Mariateresa Buccieri, come il Grande Pesce, simbolo di una persona dominante, non debba far perdere la propria identità e libertà.
Nell’incontro la Presidente Lento ha sottolineato i mille volti della violenza sulle donne che non si esprime solo nelle forme estreme del femminicidio e dello stupro ma con ogni atteggiamento che provoca emarginazione e sofferenza fisica e psicologica come la disparità salariale, la difficoltà di carriera professionale e politica, l’uso volgare del corpo femminile nel mondo dello spettacolo e nei media, la limitazione economica in ambito familiare, il minor peso nelle decisioni familiari e sociali. Ha anche indicato alcuni segnali d’allerta come il desiderio di controllo e la gelosia.
Assai toccanti la storia di Arianna narrata da Luigia, la dedica della celebrazione a tutte le donne vittime di violenza e l’omaggio a due tropeani illustri: il “Magistrato coraggioso” Pasquale Lo Torto che con i suoi articoli, arringhe e riflessioni riuscì a modificare la mentalità del tempo, contribuendo a eliminare il delitto d’onore e “La Sindachessa” Lydia Serra Toraldo, cosentina di nascita ma tropeana d’adozione, che, nel 1946, quando le donne conquistarono l’elettorato attivo e passivo, fu sindaca di Tropea tra le prime d’Italia dimostrando che anche una donna può farcela.
Un ricordo ed un omaggio é stato rivolto anche a Franca Viola, la donna che nel 1965 ad Alcamo, in Sicilia, per prima rifiutò il matrimonio riparatore e lanciò il monito, assai trasgressivo per l’epoca:”Io non sono proprietà di nessuno, nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto, l’onore lo perde chi le fa certe cose non chi le subisce”.
La celebrazione del 25 Novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si è conclusa con una riflessione su un verso della poetessa Emily Dickinson:” Se io potrò impedire ad un cuore di spezzarsi non avrò vissuto invano” e l’augurio di un maggiore impegno educativo da parte di tutti perché finalmente si ponga fine alla mentalità malata da cui l’aberrante fenomeno nasce.
La Presidente di sos KORAI ODV
Dott.ssa Beatrice Lento

Non dimostri la tua mascolinità molestando le donne!
La celebrazione del 25 Novembre, Giornata Internazionale Contro La Violenza Sulle Donne, si svolgerà a Palazzo Santa Chiara, a partire dalle ore 10,00, e sarà dedicata soprattutto agli studenti della terza annualità dei vari indirizzi di studio dell’Istituto d’Istruzione Superiore di Tropea diretto dal Prof. Nicolantonio Cutuli.
Cento sedicenni, coi loro docenti, assieme ai rappresentanti di tutte le attività produttive e culturali tropeane, saranno i protagonisti di una mattinata speciale che li vedrà confrontarsi tra loro e con adulti autorevoli in funzione di relatori quali S.E. il Vescovo, mons. Attilio Nostro, l’avvocata Luigia Barone, di Co.Me.Te, l’Associazione Nazionale di Mediatori Familiari, e la psicologa e dirigente scolastica Beatrice Lento, presidente di sos KORAI ODV. Ad organizzare l’evento quest’ultima, l’Organizzazione Di Volontariato per i diritti della donna, attiva dal 2017, che ogni anno dedica particolare attenzione alla ricorrenza. Ad arricchire l’incontro anche la pittura con l’inaugurazione della mostra d’arte moderna, L’era del Grande Pesce, di Elena Semina, che vuole rendere omaggio alla lotta contro la violenza sulla donna, a cura dell’editore, scrittore e progettista culturale Emanuele Bertucci.
Il fenomeno, presente a tutte le latitudini, che non si esprime solo con le forme estreme del femminicidio e dello stupro, è di una gravità e attualità terribili perché scaturisce dalla subcultura patriarcale ancora molto forte che continua ad essere trasmessa alle giovani generazioni, spesso inconsapevolmente ed anche dalle stesse donne, attraverso i processi di socializzazione, sia nell’ambito familiare che in quello del gruppo sociale, quindi amicizie e agenzie formative varie come la scuola, la chiesa, le realtà sportive, associative, ludiche.
La gelosia, per esempio, ancor oggi, troppo frequentemente, viene vista come segno di un grande amore, quindi la si ritiene lecita, mentre in realtà é una forma di possesso che riduce il partner ad oggetto: io ti uccido perché tu sei una cosa mia!
In Italia una donna su tre ha subito una forma di violenza almeno una volta nella vita, non solo violenza fisica ma anche psicologica in forma di svalutazione, controllo, isolamento, intimidazione, privazione o limitazione dell’accesso a risorse economiche e il recente episodio che ha registrato l’uccisione della giovane Giulia per mano del ex fidanzato conferma l’urgenza di un impegno congiunto sul piano educativo volto ad annientare il patriarcato.
A patrocinare l’iniziativa il Comune di Tropea che ha sempre affiancato sos KORAI ODV sul piano della Parità di Genere e della lotta alla violenza contro la donna con iniziative concrete: qualche anno fa la panchina rossa e, di recente, il progetto della Casa per le donne vittime con i propri bambini attraverso la ristrutturazione di un appartamento confiscato alla mafia.
Ricordiamo che il numero verde antiviolenza, a cui rivolgersi senza esitazioni in caso di bisogno, é il 1522.