Archivio mensile 21st Settembre 2022

Addio Teresa: Vestale degli Sbariati!

sos KORAI si addolora per la morte di Teresa, la cui storia, da anni, arricchisce questo blog, sono certa che un pezzetto della Vestale degli Sbariati resterà per sempre nelle Grotte e nei giorni di vento la sua anima arriverà a tutti noi che l’abbiamo amata.

Teresa La Vestale degli Sbariati

Ci accoglie con un intrigante profumo di ginestra, origano e menta il sito delle Grotte degli Sbariati. É un fresco pomeriggio di luglio di trent’anni fa quello che conservo nell’anima, sono a Zungri assieme a mio marito e a tre cari amici, attratti dalla magia di quel luogo esclusivo che solo uno di noi conosce. Il fascino dell’insediamenro rupestre é sconvolgente e, come sempre accade quando incontri la Bellezza, il cuore batte all’impazzata e la mente si perde nella fantasia del sogno.
.”Anatemaaa anatemati mmanassuu, anatematii mmanassuu de mena ti dichiamu. Pudema stefannonune ma secu ti dichiamu”, il canto incomprensibile mi affascina ed io lo seguo lasciando il gruppo. Agile come una capretta s’inerpica sui sentieri erti, tra le case scavate abilmente nella rupe, una donna dalle movenze eleganti di una danzatrice che accompagna il ballo con la melodia della voce. La saluto, mi presento e le chiedo il nome e il senso di quella canzone enigmatica. Teresa si chiama, possiede alcuni terreni e grotte e canta la rabbia di un innamorato che non può abbracciare la sua bella per gli ostacoli frapposti dalle differenze di status delle famiglie. No, non conosce l’origine di quella struggente melodia che ha l’incanto di radici antiche.
Teresa scompare all’improvviso ed io rimango ammaliata da quell’apparizione inquietante.
Dopo tre decenni un’attrazione irresistibile mi riporta a Zungri tra le case degli Sbariati, questa volta con i miei nipotini, come se anche a loro dovessi trasmettere l’incanto di quel contesto esclusivo d’impareggiabile seduzione. Il paesaggio é mutato e la cura di chi ama la propria terra traspare nella trasformazione che valorizza l’intrinseca malia di quell’insediamento dalle origini ancor oggi oscure.
Le tracce della fede cristiana sono palesi e le croci e il pesce raffigurato sulla grande cupola di una grotta inducono a pensare a qualcosa di più di un rustico agglomerato di stalle e di dispense per i prodotti della terra.
Mentre fantastico, agevolata dal grigiore della notte, illuminata da suggestive luci incastonate nelle pietre, il mio sguardo è rapito da una figura nera che con disinvoltura si arrampica lungo i sentieri nonostante l’età avanzata.
É Lei, la riconosco é la donna che trent’anni prima mi aveva attratto con la sua ermetica canzone.
“Teresa, Teresa!”, é Lei.
La signora dai capelli di neve raccolti nel nero del fazzolettone si volta e mi sorride, si ricorda di me.
Ci sediamo sul gradino di una delle case di pietra e parliamo ancora come se nei tre decenni trascorsi un magico filo ci avesse tenuto assieme. Teresa stringe tra le mani il rosario e come un fiume in piena risponde alle mie domande che amano scoprire la complessità dell’animo femminile.
É l’ultima di una famiglia di nove, solo lei donna assieme all’unica sorella e all’amatissima madre. Il padre è mancato quando aveva sei mesi e alcuni fratelli sono emigrati in Argentina.
Agli Sbariati é legata perché ha ereditato dalla madre terreni che ne fanno parte, altri li ha comprati ed uno lo ha in fitto. Si definisce l’ultima superstite di quella cultura rupestre e adora quelle rocce che le parlano della mamma, tutti i giorni lei andava alla fonte tra le grotte e lavava la biancheria per poi riportarla asciutta e profumata di acqua sorgiva.
Approfitto della sua benevolenza per approfondire la mia ricerca sulla donna e Teresa si concede compiaciuta del mio persistente interesse. Gli uomini che ha conosciuto non erano cattivi, proprio per niente, ma erano maschi e i maschi, si sa, comandano e controllano le femmine che ai suoi tempi non potevano andare da sole neanche al lavoro.
Era dura la vita delle ragazze: figli da crescere, cucina per sfamare tante bocche, case da curare e duro lavoro nei campi, anche di notte quando i padroni chiamavano. Lei é stata fortunata perché il marito, che pure non aveva scelto ma le era stato proposto tramite “ambasciaturi”, era buono, le voleva bene e amava condividere con lei scelte e decisioni.
É rigorosa e severa col nostro Genere Teresa e affida alla donna il compito di tutela della famiglia a costo di qualsiasi rinuncia e sacrificio, anche il tradimento va sopportato dalla moglie per salvaguardare la serenità dei figli e l’unità familiare
.” Oi i stujavucchi diventaru sarvietti e i sarvietti stujavucchi” mi dice l’Ultima degli Sbariati riferendosi allo sconvolgimento dei costumi che riguarda soprattutto la donna che non é più, con suo rammarico, Angelo del Focolare ed eroina che s’immola per il bene dei figli.
Cerco di proporle una concezione più emancipata e dignitosa dell’essere femminile ma Teresa é irremovibile: la Donna è la roccia su cui si costruisce la famiglia e non c’é spazio per nient’altro.
Quella Creatura straordinaria é analfabeta, le circostanze della vita l’hanno privata dell’istruzione e la sua saggezza antica, erede di una civiltà contadina che forse in quei luoghi esclusivi si intreccia con culture venute da lontano, non ha avuto il dono dello strumento necessario a scrollarsi il giogo della visione subalterna della donna.
Eppure in Lei qualcosa parla di libertà.
É la sua fierezza antica che coniuga la dolcezza e la docilità con una determinazione e forza interiori davvero straordinari.
Le grotte sono la sua energia vitale, lì ritrova la madre, la giovinezza e il profumo amaro del sacrificio fatto anche di pesanti sacchi colmi d’olive portati in testa.
É nata a Marzo la Signora, come me sotto il segno fantasioso dei Pesci, é pure Lei una Sbariata, l’ultima forse, una creatura in cammino capace di guardare al sole anche nel grigiore fitto delle nuvole.
Di questo gioiello raro di architettura rupestre di Calabria é diventata la Vestale, inflessibile, precisa e coerente.
Lei, che lo ricorda abitato solo dagli animali, non dimentica la fatica del vivere: il lavoro a giornata e quello nelle proprie terre, non scorda le donne rispettose dei propri uomini e teme che la libertà di cui tutti oggi godono si trasformi in anarchia capace di distruggere la Famiglia e con essa la Civiltà…anche quella mitica e attraente che affonda le radici nelle Grotte della sua Zungri.
Addio Teresa, Vestale degli Sbariati, nonostante le apparenze, sei stata e rimani una Donna Libera.

Di Beatrice Lento
Tropea 2 settembre 2018

P. S. Non conosco di persona Teresa, me ne sono innamorata grazie alle meravigliose foto di Salvatore Mazzeo e al racconto della splendida Coordinatrice del Museo e Insediamento Rupestre di Zungri Maria Caterina Pietropaolo che ringrazio assieme a Francesco Braccio per l’antico canto ” Anatema”

Una donna alla guida della Corte Costituzionale a tre anni di distanza dall’esperienza di Marta Cartabia. La nuova presidente è Silvana Sciarra, originaria di Trani. Succede a Giuliano Amato, di cui è stata vicepresidente. Il mandato scadrà a novembre del 2023. Sciarra è stata eletta con 8 voti, uno solo in più rispetto a Daria De Petris. La partita si è dunque giocata tra due donne.

Irma Scrugli raccontata ai bambini

#DISTILLANDOESSENZEDIUMANITÁ

sos KORAI & Caffo, con gioia, partecipano la presentazione del Quaderno Speciale dell’8 Marzo IRMA SCRUGLI L’ Arcobaleno dei poveri RACCONTATA AI BAMBINI che si realizzerà il 30 settembre, alle ore 18,00 a Palazzo Santa Chiara.
Il Quaderno sarà lo stimolo letterario di un Progetto dell’Istituto Comprensivo
“Don Francesco Mottola” di Tropea, guidato dal Dirigente Francesco Fiumara, che, con il prezioso sostegno dei docenti, in collaborazione con sos KORAI, indirizzerà centinaia di allievi della Primaria, a partire dalle Terze, e della Secondaria di Secondo Grado, anche nei plessi dei Comuni di Parghelia, Drapia e Zambrone, a scoprire la meravigliosa Avventura della Serva di Dio.
L’Associazione di Volontariato sos KORAI Onlus ringrazia il suo impareggiabile partner, la Distilleria Caffo, con il suo Presidente Pippo, l’Amministratore Delegato Nuccio Caffo e la Madrina del Quaderno Delfina Barbieri Caffo, il Maestro acquerellista Francesco Caracciolo, l’Istituto Comprensivo di Tropea, la Famiglia Scrugli, la Famiglia Oblata, il Comune di Tropea, che patrocina il Progetto, l’Associazione Turistica Pro Loco Tropea, la Consulta delle Associazioni, LaboArt, il Maestro Emilio Aversano, la Soprano Gemma Fazzari, l’Attrice Noemi Di Costa, la Romano Arti Grafiche e tutti coloro che daranno il loro contributo all’evento e alla diffusione del suo messaggio.