Nei reparti femminili dei manicomi finivano spesso le donne che non riuscivano ad adeguarsi al ruolo di moglie e madre imposto dalla società, ‘dando pubblico scandalo’, come racconta la storica Vinzia Fiorino nella sua ricerca sulla rappresentazione della follia. Le diagnosi erano spesso le stesse: ninfomani, indemoniate o malinconiche. Le ninfomani erano descritte come “donne prive del dominio di pudore, disponibili a qualsiasi tipo di rapporto sessuale e sprovviste di qualsiasi affettività”. Le melanconiche soffrivano di una “alterazione patologica del tono dell’umore, nel senso di una immotivata tristezza talvolta accompagnata da ansia”. Una forma di depressione, curata fino a 40 anni fa nei manicomi con psicofarmaci e cicli di elettroshock. Le indemoniate erano invece definite come “irascibili, violente, con continui stati di agitazione”.
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