Christine De Pizan: lo studio salverá la Donna

Christine De Pizan: lo studio salverá la Donna

L’aspetto però più moderno e utile al mio incipit, giunge dall’opera La città delle donne, in risposta al dibattito secolare sui pregiudizi e i luoghi comuni sulle donne. Cristina si era opposta con molta foga agli uomini di cultura che fomentavano le solite dicerie sul gentil sesso. Nell’opera, mostrò quanto il ruolo della donna fosse cruciale nella storia dell’uomo. Da buona autrice medievale, utilizzò l’espediente dell’allegoria e presentò, dunque, la Ragione, la Giustizia e la Rettitudine: che guarda caso son tre donne. Esse le chiedono di costruire una città fortificata per le donne, le chiedono di porre fine a questo dibattito misogino e far tacere una volta per tutte queste castronerie. Le affidano dunque il compito di scrivere e Cristina iniziò a “costruire la città”. Nelle miniature del libro si fa raffigurare con la cazzuola in mano e le pietre, intenta ad erigere le mura. Tutto il libro è uno smontare continuo di tali credenze e d’aggredire – se necessario – le usanze del tempo, come quella di non mandare a scuola le bambine. Ella sostenne che il problema del mondo era la massa di uomini ignoranti, i quali frenavano le donne, poiché non sopporterebbero di vederle intelligenti o più intelligenti di loro. Ma la critica verso questi uomini non è unilaterale. Cristina bacchetta pure le donne e le invita allo studio, poiché sa che molte di esse non ne hanno voglia, preferendo la vita tranquilla da moglie. Sono esse stesse a voler/dover cambiare, zittendo e ponendo fine alla millenaria discriminazione verso il gentil sesso.
Un anno prima della sua morte, dal monastero in cui ha deciso di passare gli ultimi anni di vita, viene a conoscenza della storia di una ragazzina, governata da Dio, che si è arruolata nelle fila francesi e sta procedendo di vittoria in vittoria. La ragazzina, ovviamente, è la già citata Giovanna d’Arco. Cristina scrisse subito un poema sulla giovane Giovanna. L’inizio del racconto è emblematico: <<Io Cristina, che ho pianto per undici anni, chiusa in abbazia, ora per la prima volta rido. Rido di gioia>>. La vicenda di Giovanna d’Arco confermò le idee di Cristina, la quale sente di aver avuto ragione, poiché è una donna che sta salvando il Regno di Francia. <<Che onore per il sesso femminile!>>.
Con questa frase, chiuse così il poema e la sua vita. La vita della prima scrittrice donna, capace di tener testa – se non di superare – gli stereotipi del tempo, capace di parole forti verso gli uomini, capace di trattare i discorsi “vietati” alle donne, colei che in una frase ribaltò il concetto religioso del parto con dolore e quando la Natura, in una sua opera, paragonò i suoi libri a dei figli, dicendole che avrebbe partorito non nel dolore ma nella gioia.
Che onore per il sesso femminile!

Beatrice Lento

Laureata in Psicologia Clinica, Tropeana per nascita e vissuti, Milaniana convinta, ha diretto con passione, fino all'Agosto 2017, l’Istituto Superiore di Tropea. I suoi interessi prevalenti riguardano: psicodinamica, dimensione donna, giornalismo, intercultura, pari opportunità, disagio giovanile, cultura della legalità, bisogni educativi speciali.

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