Ciao Bettina!

Ciao Bettina!

Per salutare la cara amica Bettina Rombolà pubblichiamo anche il suo racconto “La Maestra”, una delle storie di donne del primo Quaderno dell’8 Marzo dell’associazione.
La Nostra amava tantissimo scrivere e i suoi racconti, immancabilmente, arricchivano il nostro piccolo, amato opuscolo. Qui esprime la sua gratitudine per un personaggio legato alla sua Brattiró: la Maestra che lei definiva “ “per antonomasia”
Ciao Bettina cara!

“Un personaggio femminile del mio paese, che mi piace ricordare è, senza dubbio, la “Maestra” Maria Teresa Tambuscio, che abitava vicino alla casa dei miei genitori, dove sono nata e cresciuta, fino al matrimonio. Vecchi album di fotografie d’epoca; un quaderno diario del defunto mio padre, suo allievo, in tenuta di “piccolo balilla” (gli scolari dell’epoca fascista); e soprattutto il prezioso aiuto di Sarina Rombolà, sua pronipote, nonchè mia cara amica: questi sono gli strumenti di cui mi sono avvalsa nell’indagare intorno alla figura di questa esemplare educatrice di tante generazioni di scolari. Andando a ritroso nel tempo, come in un “flashback”, riaffiorano sprazzi di momenti rimasti impressi indelebilmente nella mia memoria. La “Maestra” Maria Teresa Tambuscio nacque a Monteleone Calabro (l’o- dierna Vibo Valentia) il 13/03/1881 e morì a Brattirò di Drapia (VV) il 7/12/1964. Qui, svolse l’attività di “Maestra” nella scuola elementare, no- minata dal sindaco del Comune di Drapia, di cui Brattirò è la frazione più importante, non essendoci, all’epoca, le scuole statali. In questo centro, la Tambuscio insegnò dal 1901 al 1948. Con lei era venuta a Brattirò anche la sorella Serafina, nonna della mia amica Sarina. Al contrario della sorella, che sposò un signore del paese, dal quale ebbe dei figli, la “Maestra” scelse di rimanere nubile. Dai miei ricordi di fanciulla emerge spesso l’immagine di lei, imponente e matronale, sia da giovane donna con i capelli neri, rac- colti con un fermaglio, sia nell’età avanzata con i capelli, via via incanutiti dal trascorrere del tempo. La casa di Maria Teresa Tambuscio, la “Maestra” per antonomasia, era, per così dire, il “salotto buono” del paese, in cui si radunavano i cosiddetti “notabili”, per lo più persone che amavano la cul- tura e la conoscenza in genere. Tra queste, ricordo, c’erano: il parroco, don Pasquale Bagnato, di Tropea; il medico condotto e il farmacista. Un altro frequentatore del salotto della signorina Tambuscio fu il direttore didattico Orazio Ferro, di cui ho nitida nella memoria la slanciata figura, avvolta dal vestito di lino bianco e con il cappello di panama in testa, quando, specie d’estate, veniva a far visita alla “Maestra” dalla sua tenuta di Sant’Angelo, località nelle vicinanze di Brattirò. Habituè della casa della Tambuscio era anche mio nonno materno, don Peppe, che aveva studiato fino al quinto ginnasio e che soleva dire: “Vado dalla Maestra, donna molto colta, perchè da lei c’ è sempre da apprendere”. Rammento bene, infine, perchè un po’ più recente, il giorno della cerimonia di intitolazione della scuola elemen- tare di Brattirò alla “Prima Maestra”, presieduta dal compianto Direttore Di Renzo, il 03/05/1990. Nell’atrio della stessa scuola si conserva il busto in bronzo, su piedistallo in marmo, della “Maestra”, opera dello scultore, originario di Zungri, Michele Zappino, e offerto dall’ex alunno, ora defun- to, Domenico Pugliese, detto Micu Moretto, emigrato in Argentina negli anni 1949-50. Oltre ad essere stata la “ prima maestra” di Brattirò, la signo- rina Maria Teresa Tambuscio si è distinta sempre per l’impegno profuso quotidianamente nello svolgimento del suo lavoro e, pertanto, è degna di essere proposta come esempio alle nuove generazioni. Per queste sue doti, la “Maestra” fu insignita nel 1932 della medaglia d’argento, per gli eleva- ti meriti educativi, dall’allora Re, Vittorio Emanuele III, e nel 1948 della medaglia d’oro, sempre per meriti educativi e sociali, dall’allora Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi. La “Prima Maestra” di Brattirò ha portato al paese: cultura, amore per l’istruzione e, in tempi socio economici complessi e problematici, ha contribuito alla sua crescita civile, oltre che culturale.

Elisabetta Rombolà

Quaderno dell’ 8 Marzo 2018 #1

Beatrice Lento

Laureata in Psicologia Clinica, Tropeana per nascita e vissuti, Milaniana convinta, ha diretto con passione, fino all'Agosto 2017, l’Istituto Superiore di Tropea. I suoi interessi prevalenti riguardano: psicodinamica, dimensione donna, giornalismo, intercultura, pari opportunità, disagio giovanile, cultura della legalità, bisogni educativi speciali.

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