Ciao Professoressa Elisabetta Rombolà

Ciao Professoressa Elisabetta Rombolà

sos KORAI condivide con i familiari e con quanti, conoscendola, non hanno potuto che amarla, il grande dolore per la prematura scomparsa della socia e amica, professoressa Elisabetta Rombolá, per tutti Bettina.
Creatura singolare per bontà e dolcezza, colta, affettuosa, rispettosa, gentile, affabile… innocente come un bambino, lascia un vuoto incolmabile.
sos KORAI Le rende omaggio pubblicando il suo racconto “ Rosetta” che fa parte del primo Quaderno dell’8 Marzo dell’associazione.
Ciao Amica carissima, resterai per sempre con noi!

“Sono Rosetta, considerata da tutti una persona strana e insolita, arrivata a Brattirò nei lontani anni Cinquanta. Forse è vero: sono una donna piutto- sto bizzarra e sono ricordata principalmente dai meno giovani, in quanto vissuta ai tempi della loro fanciullezza. Pertanto la mia memoria, dopo la mia dipartita, va via via affievolendosi tra le nuove generazioni. Tutto questo mi ha spinto a fare una specie di riflessione sulla mia vita terrena per riempire questa mancanza, ricostruire questo piccolo pezzo di storia del Comune di Drapia e lasciare alle generazioni future il mio personaggio, che è parte integrante della cultura di questi nostri luoghi. Le indagini su di me sono piuttosto difficili per mancanza di dati attendibili. Comunque, cercherò di dare qualche notizia certa. Sono originaria di San Gregorio d’Ippona e sono arrivata a Brattirò tanto tempo fa, seguendo un possidente del posto, che era solito trascorrere le vacanze estive nelle sue proprietà, situate nella nostra zona. Io, Rosetta, curavo il casolare e mi dedicavo alle faccende domestiche, vivendo in modo dignitoso di quel poco che ricevevo. Frattanto, sono riuscita a creare dei contatti con gli abitanti del paese, incuriositi e spesso divertiti dal mio modo di fare, spontaneo e piuttosto sempliciotto, per non dire rozzo. In seguito alla morte del mio amico benefattore, sono stata allontanata dal luogo dove alloggiavo. Quindi, rimasta completamente da sola, per giunta senza dimora, ho iniziato a vivere da randagia, vagabondando per le campagne in cerca di vestiti, cibo e un qualsiasi letto dove poter dormire. Mi sono adattata a tutto quello che mi si presentava davanti, mangiando qualunque cosa fosse commestibile e dormendo su qualsiasi giaciglio, anche con animali. A riguardo la dottoressa Francesca Speranza, chiamata da alcune compassionevoli persone per visitarmi, preso atto della specie di porcile in cui vivevo, vicino al villaggio “La Pace”, e soprattutto delle mie non buone condizioni di salute, mi ha fatto ricoverare all’ospedale di Vibo Valentia. Dopodiché, sono stata trasferita in una casa di cura per anziani a Limbadi e qui ho trascorso i miei ultimi anni. Nel ripercorrere le tappe della mia “avventurosa” vita terrena, debbo riconoscere che i Brattiroesi si sono sempre mostrati caritatevoli nei miei confronti. Il mio modo colorito di esprimermi, ricco di invettive dialettali e paesane, suscitava l’ilarità dei più: ricordo con nostalgia quando prendevo il bus per Tropea, rendendo spassoso e divertente il viaggio agli studenti; allo stesso modo i litigi, che scaturiti da futili motivi, finivano spesso per trasformarsi in risate fragorose. In fondo, nessuno si è mai offeso con me per le mie parole volgari e mordaci, perché le pronunciavo senza cattiveria alcuna. Sono sempre stata spontanea e naturale nel rapportarmi con gli altri e nell’esternare i miei sentimenti. La gente lo capiva: ecco perché, a distanza di tanti anni dalla mia morte, molte persone si ricordano ancora di me, specie quelle di una certa età.”

Quaderno dell’8 Marzo 2019
Elisabetta Rombolà

Beatrice Lento

Laureata in Psicologia Clinica, Tropeana per nascita e vissuti, Milaniana convinta, ha diretto con passione, fino all'Agosto 2017, l’Istituto Superiore di Tropea. I suoi interessi prevalenti riguardano: psicodinamica, dimensione donna, giornalismo, intercultura, pari opportunità, disagio giovanile, cultura della legalità, bisogni educativi speciali.

Invia il messaggio