Francesca Di Giovanni prima donna Segretaria di Stato nella Santa Sede

Francesca Di Giovanni prima donna Segretaria di Stato nella Santa Sede

Papa Francesco ha nominato Francesca Di Giovanni, da 27 anni in Segreteria di Stato, come sottosegretario della Sezione per i Rapporti con gli Stati. È la prima volta che una donna, per di più laica, occupa una posizione dirigenziale così elevata nella Santa Sede e in particolare nella Terza Loggia vaticana. Guidata dal Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, «primo ministro» del Papa, la Segreteria è divisa in tre sezioni, una delle quali è diretta dal Segretario per il rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, una sorta di ministro degli Esteri della Santa Sede del quale Francesca di Giovanni, già «officiale» della stessa sezione, diventa ora uno dei due «vice», l’altro sottosegretario è monsignor Mirosław Wachowski.

Dall’inizio del pontificato, Francesco parla della necessità di riconoscere più spazio alle donne, «bisogna riflettere su cosa significa il ruolo della donna nella Chiesa», aveva ripetuto a conclusione del Sinodo di ottobre, salvo aggiungere che non era solo una questione «funzionale», di incarichi. Lo stesso cardinale Parolin, tre anni fa, aveva del resto ricordato che «in teoria una donna potrebbe anche ricoprire l’ufficio di Segretario di Stato, che non è legato ai sacramenti e al sacerdozio». Lo stesso Papa spiegò che «anche una donna può essere a capo di un Dicastero». Nell’attesa, la nomina come sottosegretario in Segreteria di Stato è un passo avanti senza precedenti. 

Francesca di Giovanni, nata a Palermo nel 1953 e laureata in Giurisprudenza, fa parte del Movimento dei Focolari e nel movimento ha iniziato lavorando nel settore giuridico-amministrativo del Centro internazionale dell’Opera di Maria. Officiale della Segreteria di Stato dal 15 settembre 1993, «ha svolto il suo servizio sempre nel settore multilaterale, soprattutto per quanto riguarda temi concernenti i migranti e i rifugiati, il diritto internazionale umanitario, le comunicazioni, il diritto internazionale privato, la condizione della donna, la proprietà intellettuale e il turismo», informa la Santa Sede. Intervistata dai media vaticani, ha detto tutta la sua sorpresa: «Sì, assolutamente! È da vari anni che si pensa alla necessità di un sottosegretario per il settore multilaterale: un settore delicato e impegnativo che necessita di un’attenzione particolare, perché ha modalità proprie, in parte diverse da quelle dell’ambito bilaterale. Ma che il Santo Padre affidasse a me questo ruolo, sinceramente non l’avrei mai pensato. Effettivamente, è la prima volta che una donna ha un compito dirigenziale in Segreteria di Stato. Il Santo Padre ha preso una decisione innovativa, certamente, che, al di là della mia persona, rappresenta un segno di attenzione nei confronti delle donne. Ma la responsabilità è legata al compito, più che al fatto di essere donna». Come sottosegretario, si occuperà del «settore multilaterale»: «In parole povere si può dire che tratta dei rapporti che riguardano le organizzazioni intergovernative a livello internazionale e comprende la rete dei trattati multilaterali, che sono importanti perché sanciscono la volontà politica degli Stati riguardo ai vari temi concernenti il bene comune internazionale: pensiamo allo sviluppo, all’ambiente, alla protezione delle vittime dei conflitti, alla condizione della donna e così via. Continuerò ad occuparmi di ciò che ho seguito fino ad ora all’interno della Sezione per i Rapporti con gli Stati, anche se adesso, in questo nuovo ruolo, avrò il compito di coordinare il lavoro di questo settore».

Già Guido Vecchi Corriere della sera

Beatrice Lento

Laureata in Psicologia Clinica, Tropeana per nascita e vissuti, Milaniana convinta, ha diretto con passione, fino all'Agosto 2017, l’Istituto Superiore di Tropea. I suoi interessi prevalenti riguardano: psicodinamica, dimensione donna, giornalismo, intercultura, pari opportunità, disagio giovanile, cultura della legalità, bisogni educativi speciali.

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