Intervista di Francesco Marmorato/ TROPEAEDINTORNI

Intervista di Francesco Marmorato/ TROPEAEDINTORNI

La prima cosa che pensi quando incontri una donna come Beatrice Lento, la presidente dell’associazione sos Korai, è che se le donne avessero tutte la sua personalità forse non si parlerebbe più di diseguaglianze di genere, forse non ci sarebbe più motivo di porre l’accento su alcuni problemi che le donne devono ancora affrontare nella società del XXI secolo. Ma ognuno è fatto a modo suo e la donna è tante cose, è un mondo, un Pianeta con tanti volti, tante contraddizioni, tanti caratteri, tante sensibilità. La donna è un Mare Magnum, un universo da scoprire, è il simbolo del desiderio e dell’amore. Le donne sono figlie, mogli e madri; le donne sono insieme il contorno e l’essenza stessa della nostra vita. Di seguito l’intervista a Beatrice Lento, ex DS dell’Istituto di Istruzione Superiore di Tropea e madre del neo sindaco della Perla del Tirreno, avvocato Giovanni Macrì. È stata una chiacchierata sul suo impegno sociale, sul presente e il futuro delle donne nella nostra società. Ne è emerso un quadro variegato, un caleidoscopio di colori dove l’unico dato certo che emerge è che le donne, come recita un antico adagio, hanno un unico difetto, a volte si dimenticano di quanto valgono.

Nel settembre del 2017 nasce a Tropea l’associazione di volontariato sos Korai. Perché questo nome e quali sono le finalità dell’associazione?
«A settembre del 2017 vivevo un’importante svolta della vita: dopo 47 anni di appassionato lavoro lasciavo la Scuola, una perdita incolmabile da compensare tuffandomi a capofitto nel sociale. Sulla scia di queste intense emozioni nasceva l’idea di dar vita ad un’associazione di Volontariato impegnata in uno dei campi che mi è stato sempre a cuore, la promozione della Donna. In un primo tempo si pensava di chiamare la nuova realtà associativa semplicemente KORAI ma da subito ci è piaciuto sottolineare, con la sigla sos, l’emergenza rappresentata dall’ enormità di casi di violenza nei confronti del genere femminile dovuta al persistere di una radicata subcultura maschilista. L’Associazione persegue lo scopo che ho indicato, agendo sui processi educativi attraverso un rinnovamento dell’educazione affettiva delle giovani generazioni».

Cosa vuol dire per lei essere donna oggi?
«Significa rimboccarci le maniche e prepararsi alla lotta, perché sono tanti e tali gli ostacoli e le incomprensioni da affrontare con determinazione e con speranza. Significa studiare e impegnarsi senza sosta per tentare di tenere il passo dei maschi, solitamente riusciamo ad essere bravissime a Scuola ma quando facciamo i conti con il mondo del lavoro dobbiamo fermarci e arretrare, soprattutto se nel frattempo ci siamo sposate e ci troviamo a combattere con gli stereotipi e i pregiudizi che vorrebbero caricarci tutte le responsabilità di gestione della famiglia. Significa avere l’intraprendenza di sfidare i condizionamenti che vorrebbero relegarci a ruoli di subalternità. Vuol dire osare di entrare in politica senza paura delle offese sessiste che saremo costrette a subire e del surplus di lavoro che dovremo abbracciare. Vuol dire mantenere il coraggio di non rinunciare a uscire da sole, a viaggiare, a vestirci come c’é gradito superando il timore di possibili tentativi di abusi e violenze».

Molto ancora si deve e si può fare per la parità di genere. Lei che è presidente di una associazione che intende “contrastare la subcultura maschilista e la violenza sulle donne attraverso un’educazione affettiva rispettosa della persona, della cultura della pace e della giustizia sociale” come pensa di intervenire l’associazione praticamente nel difficile substrato sociale nostrano? Come intende realizzare questo progetto a lungo termine?
«È importante che il cambiamento si realizzi prioritariamente in noi donne. Siamo noi ad avere nelle mani i processi educativi e, paradossalmente, continuiamo a gestirli con autolesionismo di genere. Veicoliamo, spesso inconsapevolmente, messaggi maschilisti, assumiamo atteggiamenti che rafforzano l’assertività maschile e la subalternità di noi donne, e sosteniamo la doppia morale che ci colpevolizza costantemente garantendo, invece, ai maschi liceità a tutto spiano. A comportarsi così sono le madri ed anche le insegnanti. Ecco perché bisogna insistere perché si acquisti la necessaria consapevolezza e si realizzi un’inversione di tendenza. Noi puntiamo molto sugli interventi educativi rivolti al mondo della scuola ma crediamo anche nelle azioni rivolte agli adulti di ambo i generi. In campo educativo si deve pensare sempre a medio e a lungo termine e se si crede di potere avere riscontri nell’immediato si rischia di incorrere nella delusione».

Un numero rilevante di uomini iscritti all’associazione sos Korai. Un fatto positivo, perché, leggiamo dal blog dell’associazione c’è “la speranza realistica di un mondo in cui uomini e donne si rispettino, collaborino, si sostengano vicendevolmente, si spendano per il bene comune e si amino davvero”. Qual è il suo pensiero in proposito?
«Sono convinta che il nostro complicato tempo non possa permettersi di lasciare inutilizzati i talenti femminili e che uomini e donne insieme debbano impegnarsi a risanare le ferite di una società che sembra aver smarrito il valore della Persona. Bisogna fermarsi per andare avanti e tentare di ritrovarsi. La società dei consumi è usurante e solo se uomini e donne di buona volontà riusciranno a darsi la mano e a cooperare per l’armonia sociale si potrà sperare in un cambiamento che consente di recuperare una vita a misura di Umanità».

Sono tante le associazioni in città, non trova? Tutte sicuramente con nobili finalità. In una recente intervista rilasciata al nostro sito, il consigliere con delega al turismo nonché presidente del Consiglio comunale di Tropea, Francesco Monteleone, si è complimentato «con tutte le associazioni, perché sono tutte attive e con pochi contributi riescono a fare molto». Secondo lei tutte le associazioni svolgono un’attività sociale utile alla comunità?
«Credo che le Associazioni non siano mai troppe e che una Comunità sia tanto più ricca quanto più i cittadini scendono in campo ad occuparsi del sociale. Conosco molte Associazioni che operano a Tropea e le apprezzo per la loro significatività e, in molti casi, per la loro costanza e per le iniziative realizzate che sicuramente tracciano un percorso condiviso di crescita. Mi piacerebbe che il senso di Comunità, espresso dall’Associazionismo, si radicasse ancora di più e che tutti, sia pure con ruoli e funzioni diverse, si sentissero coinvolti. L’ Associazione che ho fondato e che presiedo ha voluto acclarare la propria qualità sottoponendosi al vaglio degli appositi organismi provinciali e regionali e da luglio siamo riconosciuti come Onlus. Non so se ci siano altre Associazioni registrate ma a prescindere da questo attributo, constato, almeno in quelle che conosco, serietà di intenti e proficuità di risultati».

Qualcuno molto critico con la politica e comunque poco attento alle dinamiche sociali e all’importanza che ha per una città come Tropea l’associazionismo, dice che con i contributi assegnati alle associazioni si potrebbero fare tante altre cose più utili per la città. Ma sappiamo bene che il comune ha un proprio regolamento sull’assegnazione dei contributi e che le associazioni svolgono un lavoro culturale importantissimo. Cosa si sente di dire in proposito?
«In un contesto quale quello tropeano in cui le problematiche da affrontare sono numerose e impegnative le urgenze sono tantissime e non credo che possano essere graduate gerarchicamente dal punto di vista valoriale, anche se occorre distinguere e stabilire priorità immediate in vista del benessere e della salvaguardia della Città. Tutto quello che ha una valenza comunitaria, però, è importante e utile, e sarebbe riduttivo e mortificante, quasi una rinuncia alla speranza e al futuro, sottovalutare la valenza delle azioni che si muovono sul piano sociale, culturale ed educativo. Non è tanto questione di contributi sul piano finanziario quanto di un rinnovamento culturale diffuso che offra a chi si impegna, spendendosi nel Servizio, le gratificazioni pubbliche che merita. Spesso le grandi imprese si realizzano con un minimo di supporto economico e con immensi e impagabili investimenti in termini di passione e di entusiasmo, ed il riconoscimento dell’impegno profuso incoraggia a proseguire con maggiore lena».

Nel corso dell’evento organizzato dall’ associazione sos Korai che lei ha l’onore di presiedere, l’intervento del sindaco, l’avvocato Giovanni Macrì, non è passato sotto traccia, anzi la sua è stata una riflessione che ci sentiamo di condividere. Ha detto: «In questa giornata (l’8 marzo ndr) più che parlare sono qui per ascoltare e imparare da voi. Bisogna imparare da voi donne perché molto spesso gli uomini non si rendono conto che effettivamente esistono delle diseguaglianze. Quindi, queste associazioni hanno un ruolo molto importante nella società, le donne a Tropea sono state importanti anche nella politica. La sindachessa Lydia Toraldo Serra rimane un esempio, ed io spero di lasciare un segno come lo ha lasciato lei. Per me rimane un modello da seguire». Gli uomini, come dice suo figlio, dovrebbe imparare ad ascoltare di più le donne, vero?
«Dovremmo tutti imparare ad ascoltare di più gli altri. La dote più preziosa di un essere umano, e non solo di un amministratore, è l’empatia che richiede capacità di ascolto. Solo se riusciamo a decentrarci assumendo, sia pure con atteggiamento critico, il punto di vista dell’altro, cresciamo insieme. Certo il sentire di una donna in questo campo è più profondo di quello di un uomo, sia pure sensibile e consapevole, perché il prezzo, altissimo e dolorosissimo, lo paghiamo noi. Siamo noi a sperimentare offese, discriminazioni, abusi e violenze di cui a volte i maschi non avvertono neppure il peso. Faccio un esempio, volutamente scontato e, tutto sommato, morbido, ma esplicativo di una mentalità maschilista difficile da sradicare: quanti uomini arrivando a casa dal lavoro, in assenza di collaboratrici domestiche, pensano di aver diritto ad una tregua lasciando alla moglie, alla compagna, alla sorella, alla madre, pure loro appena rientrate dal medesimo contesto, l’impegno a sostenere la dimensione casalinga e di cura dei figli senza il benché minimo senso di colpa? Fortunatamente oggi sono tanti gli uomini emancipati ma alcuni resistono al progresso. A Tropea la strada dell’emancipazione femminile è stata spianata da luminosi esempi di “Donne Libere”, di cui bisogna conservare il ricordo favorendone l’emulazione».

La città di Tropea in passato è stata guidata da due sindachesse: Lydia Toraldo Serra e Mimma Cortese. Alle ultime elezioni, tante donne hanno partecipato attivamente alla campagna elettorale e molte hanno ottenuto un meritato successo. Lei ha mai pensato di candidarsi alle comunali?
«Nella mia vita ha avuto un peso enorme la professione che mi ha visto impegnata nel delicato e complesso compito di Dirigente Scolastica, un lavoro che ho svolto con grande investimento affettivo puntando tantissimo sul versante educativo del mio ruolo. Ho fatto della Cittadinanza Attiva il mio cavallo di battaglia e questo, oltre ad assorbirmi in maniera totalizzante, mi ha consentito di fare Politica nel senso veramente nobile del termine appagando così il mio desiderio di Servizio alla Cosa Pubblica. Finita la dimensione lavorativa, a settembre del 2017, mi sono tuffata nel mondo dell’ associazionismo perché ero certa che a guidare la mia Città, che amo tantissimo e per la quale auguro sempre il meglio, ci sarebbe stato qualcuno capace di dare molto più di quanto avrei potuto dare io».

Dopo il riuscitissimo evento dell’8 marzo con la presentazione del Quaderno “Greta”, quali i prossimi impegni dell’associazione sos Korai? Ci dica qualcosa sui progetti futuri.
«Nell’immediato contiamo di proseguire gli “Incontri di primavera” con gli Studenti avviati lo scorso anno, collaborare con l’ Amministrazione Comunale nella ripresa del Concorso “Finestre Balconi Vicoli Fioriti ‘Anna Maria Piccioni’ Città di Tropea’, portare a compimento il Laboratorio Teatrale RosVita in collaborazione con LaboArt, dare vita al Premio sos KORAI da attribuire a Donne che si sono distinte nel segno della piena emancipazione proseguire col Blog sosKORAI.it. Questo a breve ma in cantiere ci sono tanti progetti e tanti sogni che si concretizzeranno in realtà».

Nell’ultimo periodo a Tropea sono entrati in azione i “loradazzi” – come li chiama il sindaco – vandali che hanno divelto vasi e alberi di uno dei “Balconi” più belli di Tropea. Non è la prima volta che ciò accade e, probabilmente, – anche se si spera non accada mai più – non sarà l’ultima. È opinione comune che la vittoria del sindaco Macrì abbia portato una ventata di aria fresca in città e nel comprensorio. Tutto si può dire tranne che il primo cittadino si sia seduto sullo scanno di Palazzo Sant’Anna e sia rimasto a guardare. Insomma, l’Amministrazione in questi primi mesi è stata molto impegnata a prendere in mano la situazione per cercare di risolvere i problemi della città. Così, il nuovo lessico, il Principato, l’impegno e l’attenzione nel sociale e la cura dell’ambiente, il decoro urbano, la pulizia, il riportare alla luce scorci abbandonati della città. Poi entrano in azione i vandali e pensi che sia tutto da rifare, pensi che il messaggio non sia stato ancora recepito. Come si risolve questo problema che affligge il nostro territorio?
«Quando si opera nell’educativo, e il Sindaco di Tropea si sta impegnando a farlo, occorre mettere in conto che i risultati sono sempre a medio e a lungo termine e mai immediati. Questo non significa che nel presente non si raccolgano frutti ma piuttosto che le conquiste più significative abbisognano di tempi più consistenti. Oggi qualsiasi cittadino di Tropea e dell’area circostante coglie con chiarezza il cambiamento in atto e si sente, nella stragrande maggioranza dei casi, motivato a contribuire in qualche modo alla crescita comune. Gli ultimi periodi della storia tropeana sono stati difficili e, soprattutto i giovani, mostravano chiari segni di insoddisfazione e forse anche di delusione avvertendo la debolezza istituzionale che ingenerava il timore di essere travolti dalla negatività, non era facile identificarsi con chi era deputato al governo e, conseguentemente, il senso di Comunità si era fortemente indebolito. Oggi l’ inversione di tendenza è netta e in tanti incomincia a nascere la speranza. Abbiamo rapidamente recuperato l’ orgoglio di vivere in uno dei luoghi più belli del mondo per natura e cultura. Il Sindaco ha sempre dichiarato la massima attenzione alle fasce deboli perché ci potrà essere autentico benessere solo se sarà condiviso, non è un traguardo semplice da raggiungere ma avere la consapevolezza del suo valore è già tantissimo. Gli atti vandalici sono richieste d’ aiuto, formulate in maniera decisamente deplorevole, ma che, comunque, vanno attentamente considerate per poter dare adeguate risposte e non solo in maniera repressiva e punitiva. Non sarà certo un’azione del genere a scoraggiare chi ha avuto la determinazione di intraprendere un’avventura complicata, quale il governo di una Città come Tropea su cui sono puntati gli occhi…se non del mondo di una sua parte non irrilevante. Sono convinta che il percorso intrapreso da Tropea sia quello giusto perché l’impegno, il merito, il coraggio e l’umiltà sono doti vincenti e noi di sos KORAI ci impegneremo a fare la nostra parte».

Di Francesco Marmorato

TROPEAEDINTORNI

Beatrice Lento

Laureata in Psicologia Clinica, Tropeana per nascita e vissuti, Milaniana convinta, ha diretto con passione, fino all'Agosto 2017, l’Istituto Superiore di Tropea. I suoi interessi prevalenti riguardano: psicodinamica, dimensione donna, giornalismo, intercultura, pari opportunità, disagio giovanile, cultura della legalità, bisogni educativi speciali.

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