La piccola storia di Amalia Cecilia Bruni
Sono neurologo in un Ospedale di Calabria da oltre trenta anni e mi interesso in particolare di malattie ereditarie del Sistema Nervoso avendo a che fare non solo con il dolore e la sofferenza intrinseche alle stesse ma anche con l’angoscia che il concetto di ereditario porta (l’ineluttabilità, i tabù e, se vogliamo, la mancanza di libertà).
Tutto ciò mi ha dato un grande rispetto per la sofferenza dell’UOMO e per la sua privacy e mi ha rinforzato in quella che fu, a monte, la scelta di fare medicina e neurologia, ingenerando il desiderio forte di combattere queste malattie e di aiutare le famiglie attraverso la ricerca.
I primi anni sono stata piuttosto restia a parlare in ambienti non medici di questa “avventura scientifica”. Mi sembrava di tradire i miei pazienti e le loro famiglie. Ma l’evoluzione dei costumi (e del pensiero) associata alla diffusione dei risultati scientifici importanti che da questo lavoro sono scaturiti, ha consentito che le famiglie stesse chiedessero di parlare più diffusamente della malattia di Alzheimer perché se ne conoscesse l’impatto. Credo non ci siano altre malattie così devastanti e per il paziente e per chi deve assistere. Una malattia che ti distrugge in quello che di più tuo e intimo hai: il cervello, la personalità, la mente. Una malattia che lentamente e inesorabilmente, spogliandoti delle tue facoltà, ti riduce ad un vegetale. E se è tristissimo, quando questo accade più frequentemente, a 70-80 anni, è tragico quando, per un errore genetico, come nei miei pazienti, tutto ciò accade a 40 anni!
L’occasione attuale ….l’idea di Beatrice di pubblicare racconti di storie di Donne di Calabria. Il contesto…..un pubblico di non addetti ai lavori e dunque …scrivere per comunicare …. e non solo per dimostrare…La tematica ….”la tua meravigliosa impresa” (più modestamente il mio lavoro) ma forse anche, perché no? La resilienza….necessaria e indispensabile capacità a queste nostre latitudini …per affrontare le avversità, superarle e uscirne rinforzato o, addirittura, trasformato. Riattivare le sinapsi per recuperare la storia di quasi 30 anni in cui il mio lavoro e la mia vita privata sono state indissolubilmente intrecciate, non è operazione da poco e sicuramente rischierei di non rispondere ad esigenze di brevità e chiarezza. Dunque per una storia “completa” dovrete attendere ….