Lavandare, storia di Tropea attraverso storie di donne
Storia di Tropea attraverso storie di donne
Lavandare e Acquarole di Beatrice ( terzo step)
Ricordo con tanto affetto la nostra lavandara che, con atteggiamento di grande rispetto, tipico della mia educazione familiare, chiamavamo, con garbo, facendo precedere al nome di battesimo il sostantivo ‘donna’.
Donna Teresa , due volte a settimana, raccoglieva la biancheria sporca che detergeva, con cura altamente professionale, alle acque correnti della fiumara del Carmine. L’attenzione era massima in tutti i particolari, dal sapone bianco e profumato,hand made, all’intervento di igenizzazione tramite bollitura con la cenere ed erbe medicinali.
Se chiudo gli occhi sento ancora l’aroma di quel bucato fragrante.
Il ricordo dell’acquarola è un dono del mio sposo, burghitanu verace. Rumana a cicinnea, così appellata per la sua magrezza, era talmente abile da riuscire a portare nelle case, fino al quarto piano, con scale dai gradini altissimi, cinque recipienti: un secchio sulla testa, due nelle mani e due quartare sotto le ascelle.
Piccole grandi donne tropeane che con la loro fatica rendevano meno dura l’esistenza familiare.