L’erba di San Giovanni

L’erba di San Giovanni

Nella notte di San Giovanni, secondo tante antiche leggende, le streghe si impossessano dell’aria intorno ai villaggi e si possono allontanare solo con riti propiziatori come gli strepiti dei tamburelli e di altri strumenti improvvisati, con gli scongiuri oppure accendendo dei falò. Discende direttamente dalla spina solstitialis dei Romani, fiori spinosi ed erbe raccolte con cui si chiedeva il favore degli Dei, la tradizione calabrese dell’erba di San Giovanni, alla quale i calabresi affidavano il potere di fugare i demoni.
Si tratta di un semplice mazzetto di erbe officinali raccolte nella notte magica, usata anche da altri popoli d’Europa per questo scopo e che appariva nelle formule magiche dei druidi e delle streghe, composto in genere da artemisia, ruta, aglio selvatico, iperico, menta e altre, a seconda dei luoghi.
Inviare dei mazzi d’erba di San Giovanni era segno di buon augurio e voleva essere un gesto di pace e di fratellanza, i legami che si stringevano con l’invio di questa erba fiorita potevano durare tutta la vita e unire le famiglie con un vincolo più forte di quello che esisteva fra parenti. Da qui infatti nasce il termine Sangiuanni per indicare il comparaggio tra famiglie per battesimi e cresime.
Un altro uso dell’erba di San Giovanni era quella di metterne un pizzico, insieme ad un grano di sale e alla «figurella» del Santo Patrono, nell’abitino (un sacchettino di stoffa) che fin da neonati si portava cucito addosso per allontanare i pericoli.
In tutti i paesi le «magare» conoscevano i segreti dell’erba di San Giovanni che si credeva avesse il potere di allontanare i demoni, ma anche di evocarli, potevano insidiare i bambini nelle culle, eccitare l’odio o l’amore, produrre malattie, gettare il malocchio su uomini e animali.
Proprio la notte di San Giovanni la magara poteva insegnare ad altre donne gli scongiuri e le formule magiche per essere preservati dalle influenze negative. Nelle abitazioni delle nostre nonne fino a non molti anni fa si potevano ammirare i mazzetti di erba di San Giovanni, in genere posti dietro le porte d’ingresso delle grandi cucine di un tempo, a proteggere la casa e i suoi abitanti.

 Di Annamaria Persico

Beatrice Lento

Laureata in Psicologia Clinica, Tropeana per nascita e vissuti, Milaniana convinta, ha diretto con passione, fino all'Agosto 2017, l’Istituto Superiore di Tropea. I suoi interessi prevalenti riguardano: psicodinamica, dimensione donna, giornalismo, intercultura, pari opportunità, disagio giovanile, cultura della legalità, bisogni educativi speciali.

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