Lettera di una madre araba al figlio

Lettera di una madre araba al figlio

Di MARAM AL-MASRI

 

Poiché la libertà
è un’esplosione delle corde
di un cuore
che non ne può più.
È il canto delle sirene
rivolto ai marinai coraggiosi.

Poiché la libertà
è la più belle tra le belle
dea della saggezza
amante dei forti.
Con passione amala.

Poiché è il paradiso del fuoco
che inizia con una scintilla
come la poesia con una parola
come l’amore con un bacio
è la più cara tra le care.
Trasformati in lei.

Che tu sia, figlio mio, la goccia d’acqua
che legandosi ad altre gocce
formerà l’onda
che laverà la costa del mondo
e smusserà la roccia tagliente.

Che tu sia, figlio mio, il soffio che si unirà all’aria
affinché la tempesta strappi via
le radici dell’ingiustizia.
Che tu sia scintilla
di luce.
Che il sole della libertà illumini il tuo Paese.

La tua vita mi è cara,
come quella dei figli di tutte le madri.
Io ti consacro, figlio mio,
alla libertà.

Beatrice Lento

Laureata in Psicologia Clinica, Tropeana per nascita e vissuti, Milaniana convinta, ha diretto con passione, fino all'Agosto 2017, l’Istituto Superiore di Tropea. I suoi interessi prevalenti riguardano: psicodinamica, dimensione donna, giornalismo, intercultura, pari opportunità, disagio giovanile, cultura della legalità, bisogni educativi speciali.

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