L’indignazione di Giovanna Elisabetta Fratantonio: la prima donna che diresse un carcere

L’indignazione di Giovanna Elisabetta Fratantonio: la prima donna che diresse un carcere

Oggi è domenica ma sono troppo arrabbiata
per i pensieri alti, oggi voglio fare appello a tutte le amiche che leggono il mio saltellare tra libri ed autori, voglio riflette con voi. Ho letto questa mattina che un professore ordinario del dipartimento scienze sociali, politiche e cognitive di una università italiana, parlando nel corso di una trasmissione radio, ha usato nei confronti di Giorgia Meloni un linguaggio intollerabile che mostra la cloaca massima della sua mente, il disprezzo assoluto nei confronti delle donne, specie quelle che non provengono da una classe sociale “elevata”, che non hanno diritto ad esprimere opinioni diverse da quelle di questo “emerito” tizio. Il mio disprezzo per questo tizio e per chi gli ha permesso di vomitare insulti alla radio è da estendersi per qualsiasi persona che usi questo linguaggio e questo disprezzo nei confronti di qualsiasi donna, senza tener conto del partito a cui aderisce, senza tener conto di ciò che fa per vivere o che grado di istruzione abbia o a quale ceto sociale appartenga.
E’ inutile che facciamo manifestazioni contro la violenza sulle donne, che mettiamo file e file di scarpe rosse , che dedichiamo giornate di sensibilizzazione, parole di orrore ad ogni nuova violenza. Svegliamoci, non possiamo tollerare che ci siano uomini che hanno tanto disprezzo per il genere femminile e che possano insegnare o rovesciare tutto il loro livore e la loro violenza addosso ai giovani attraverso i mezzi di comunicazione.
Intanto un docente di scienze sociali ecc. dovrebbe sapere che democrazia è rispetto di chi ha idee diverse dalle sue, questa mancanza di rispetto dell’avversario politico è totalitarismo; poi nei confronti di nessuna donna va usato il linguaggio adoperato
dall'”emerito”, usare questo linguaggio significa che o le donne sono come vuole lui o lui può dire e fare ciò che vuole. Stiamo attente ragazze a non accettare che nessuna donna sia giudicata
per ciò che pensa, per come si veste, per come si atteggia, ma gli uomini violenti vanno additati al pubblico ludibrio e non devono poter influenzare i nostri figli, gli uomini e le donne di domani, i cittadini di domani.
Chiedo scusa per la veemenza ma, anche nella vecchiaia la mancanza di rispetto nei confronti delle donne, specie quando dimostrano capacità e carattere, per tenerle in posizioni subordinate mi fa infuriare.
Buona domenica !

Beatrice Lento

Laureata in Psicologia Clinica, Tropeana per nascita e vissuti, Milaniana convinta, ha diretto con passione, fino all'Agosto 2017, l’Istituto Superiore di Tropea. I suoi interessi prevalenti riguardano: psicodinamica, dimensione donna, giornalismo, intercultura, pari opportunità, disagio giovanile, cultura della legalità, bisogni educativi speciali.

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