Profumo di eternità

Profumo di eternità

È arrivato il primo freddo anche da noi dove l’autunno mite regala ancora le acque tiepide e profumate del mare.Tropea cambia volto e per le vie ritornano gli odori del quotidiano.

È domenica e dai vicoli che si aprono attorno alla cattedrale si spande il profumo della festa. Quel gusto di intimità familiare, sfuggito dalle finestre, galoppa nel mio cuore alimentando il ricordo…

È Natale, la messa solenne si è conclusa e la gente con passo spedito, si affretta verso casa per andare incontro gioiosa al rito del pranzo. Il mio percorso questa volta è diverso dal solito. Non posso ritornare in famiglia senza essere passata per l’ospedale dove mi aspetta Rosa .Saperla gravemente ammalata mi tormenta e non riesco ad allontanare il pensiero della sua sofferenza neanche oggi che è Natale. Salgo di corsa la scala dell’antico palazzo senza incontrare nessuno e mi affido a Gesù appena nato. Come vorrei che alla mia dolce Rosa fosse risparmiato il dolore del calvario. Col cuore che batte all’impazzata entro nella sua stanzetta ed una luce bianca mi colpisce il viso regalandomi un’inattesa sensazione di serenità

Chi c’è accanto a Rosa che vedendomi entrare mi tende la mano? Un sorriso distende i tratti sofferenti del suo viso nell’espressione gioiosa che ha illuminato la mia infanzia. È un attimo e l’incredulo smarrimento della sorpresa cede il posto alla consapevolezza della forza travolgente dell’amore puro e generoso. Il capo bianco,mosso dalle onde dei capelli raccolti sulla nuca, svela il volto bellissimo e radioso della signorina Irma. Anche lei mi accoglie con la mano tesa.

Mi precipito verso il lettino,con gli occhi umidi di pianto e l’abbraccio liberatorio scende nel mio cuore.

Ora si che è Natale anche per me che non avverto più lo strazio della separazione che la malattia inesorabilmente preannuncia.

“Buon Natale” ci diciamo all’unisono. La comunione dei nostri cuori è totale e la forza della fede che anima i nobili cuori delle due Signorine allontana da me la miseria umana che non comprende il valore della sofferenza.

Non dimenticherò mai l’amorevolezza con cui Irma accoglieva tra le sue la mano della compagna carmelitana della strada che come lei aveva scelto l’oblazione totale agli ultimi.Le due signorine si guardavano negli occhi mentre assieme consumavano il pranzo di Natale e parlavano. Un’atmosfera surreale pervadeva la stanza d’ospedale trasformandola in uno spazio magico dove c’era posto solo per l’eternità. Umiltà, pace, apostolato, preghiera, gioia.

Beatrice Lento

Laureata in Psicologia Clinica, Tropeana per nascita e vissuti, Milaniana convinta, ha diretto con passione, fino all'Agosto 2017, l’Istituto Superiore di Tropea. I suoi interessi prevalenti riguardano: psicodinamica, dimensione donna, giornalismo, intercultura, pari opportunità, disagio giovanile, cultura della legalità, bisogni educativi speciali.

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