Se solo fossi un maschio!
Emmeline racconta un episodio emblematico accaduto quando era bambina: i genitori le si avvicinarono per darle la buonanotte, e il padre, convinto lei che stesse dormendo disse: “Se solo fossi un maschio”. Quelle parole la tormentarono per anni, e la bambina diventata donna capì ben presto il significato di quella frase nella società di allora: in Inghilterra le donne non contavano nulla.
Nel 1894 si ottiene il diritto al voto nelle elezioni locali: promotrice della Women’s Franchise League, Emmeline fu una delle protagoniste di questo primo traguardo importantissimo. Successivamente, nel 1903, fondò la Women’s Social and Political Union: il principale obiettivo era l’estensione del suffragio universale alle donne. Il movimento si collocava all’esterno di qualsiasi formazione partitica, e spesso fu messo in cattiva luce e screditato a causa delle “azioni di violenza” delle suffragette: irruzioni nelle sedi istituzionali, incendi di chiese o edifici abbandonati e sabotaggi a linee telefoniche.
Molte suffragette, tra cui la stessa Pankhurst, subirono arresti e violenze. Nel maggio del 1914 Emmeline Pankhurst viene arrestata davanti a Buckingham Palace mente tenta di portare una petizione al re Giorgio V: ma nel ’18, finalmente, viene sancito il suffragio femminile anche per la camera dei Comuni. Al perentorio ammonimento di “rispettare la legge”, Emmeline era solita rispondere:
Non possiamo rispettare una legge che non ci rispetta.