Vietato il test di verginità in Pakistan

Vietato il test di verginità in Pakistan

Il 4 gennaio l’Alta Corte di Lahore, in Pakistan, ha vietato i test per verificare la verginità delle vittime di stupro perché «invasivi e una violazione della privacy e del corpo della donna».

La decisione è stata ammirata dai movimenti femministi rappresentando una pietra miliare nel diritto del paese. La giudice Ayesha A. Malik, che fa parte dell’Alta Corte di Lahore dal 2012, ha evidenziato come di fatto, la pratica sia sostanzialmente inutile, umiliante e possa anche provocare danni fisici.

Secondo quanto riportato da Al Jazeera la violenza contro le donne è molto comune in Pakistan. Il sesso prematrimoniale è considerato un crimine (per donne e uomini) e può portare a cinque anni di prigione, anche se la legge è raramente applicata.

Nel verdetto la giudice Malik ha ribadito la colpevolizzazione delle persone che denunciano violenza sessuale, spesso descritte come «avvezze al sesso, donne di facili costumi, abituate ai rapporti sessuali», quindi più facilmente esposte a denunciare falsi stupri e molestie.

In una ordinanza governativa di dicembre sono state inasprite le pene per chi compie violenze sessuali, con la legalizzazione della castrazione chimica.

Beatrice Lento

Laureata in Psicologia Clinica, Tropeana per nascita e vissuti, Milaniana convinta, ha diretto con passione, fino all'Agosto 2017, l’Istituto Superiore di Tropea. I suoi interessi prevalenti riguardano: psicodinamica, dimensione donna, giornalismo, intercultura, pari opportunità, disagio giovanile, cultura della legalità, bisogni educativi speciali.

Invia il messaggio