Archivio mensile 21st Luglio 2019

Bernard Dika

Il 9 Agosto, alle ore 21,30, vieni in Largo Antico Sedile a Tropea e lo conoscerai!

Già Presidente del Parlamento Regionale degli Studenti della Toscana, a 18 anni Dika ha ricevuto dal Presidente Sergio Mattarella la benemerenza quale “Alfiere della Repubblica Italiana”. Ha promosso iniziative per il mantenimento della memoria delle stragi nazifasciste perpetrate in Toscana nell’estate del 1944 ed ha rappresentato gli studenti toscani nelle ricorrenze dell’Eccidio di Sant’Anna di Stazzema e dell’Eccidio del Padule di Fucecchio. Ha posto all’attenzione delle istituzioni locali e regionali il problema dell’edilizia scolastica degli istituti superiori: in collaborazione con le rappresentanze studentesche delle province toscane ha redatto un elenco delle problematiche dei singoli plessi. Si è impegnato inoltre per portare agli occhi delle istituzioni le istanze degli studenti toscani. La benemerenza premia il merito nello studio, in attività culturali, scientifiche, artistiche o sportive nonchè l’impegno nel volontariato o singoli atti o comportamenti ispirati ad altruismo e solidarietà.

Bernard Dika

Il 9 agosto potrai conoscerlo anche tu!

Alla discussione parteciperemo anche noi di sos KORAI Onlus

Ore 21,30, Largo Antico Sedile Tropea.

Già Presidente del Parlamento Regionale degli Studenti della Toscana, a 18 anni Dika ha ricevuto dal Presidente Sergio Mattarella la benemerenza quale “Alfiere della Repubblica Italiana”. Ha promosso iniziative per il mantenimento della memoria delle stragi nazifasciste perpetrate in Toscana nell’estate del 1944 ed ha rappresentato gli studenti toscani nelle ricorrenze dell’Eccidio di Sant’Anna di Stazzema e dell’Eccidio del Padule di Fucecchio. Ha posto all’attenzione delle istituzioni locali e regionali il problema dell’edilizia scolastica degli istituti superiori: in collaborazione con le rappresentanze studentesche delle province toscane ha redatto un elenco delle problematiche dei singoli plessi. Si è impegnato inoltre per portare agli occhi delle istituzioni le istanze degli studenti toscani. La benemerenza premia il merito nello studio, in attività culturali, scientifiche, artistiche o sportive nonchè l’impegno nel volontariato o singoli atti o comportamenti ispirati ad altruismo e solidarietà.

Tarallucci &Vino a Tropea con Libera Vibo e sos KORAI

In Piazza Cannone, il 13 Settembre, alle ore 21, Vieni anche tu!

Per la Locride, però, quelli non furono solo giorni di sangue, ma anche di una forte reazione popolare: tanti, tantissimi giovani si ribellarono e scesero per strada. Sono i giorni di Ammazzateci tutti.

“Per noi l’antimafia erano solo gli sbirri, non conoscevamo queste associazioni” dice Domenico, aggiungendo che solo allora iniziarono a sentire, per esempio, del vescovo Giancarlo Maria Bregantini e delle sue coraggiose prese di posizione “ma non ci facevamo caso più di tanto, non ci importava nulla di lui”

Da “Ho incontrato Caino” di Don Marcello Cozzi

Muore Ágnes Heller

Dal Web, di Antonio Carioti

Nata nel 1929 in una famiglia ebraica del ceto medio, nel 1944 aveva perso il padre, deportato ad Auschwitz dai nazisti, ed era rimasta profondamente segnata dal trauma della persecuzione genocida. Nel dopoguerra si era indirizzata verso studi scientifici, ma poi era rimasta affascinata da una lezione del brillante pensatore marxista György Lukács e ne era divenuta allieva, dedicandosi anima e corpo alla filosofia. Si era iscritta nel 1947 al partito comunista, che si era accaparrato il monopolio del potere a Budapest con l’appoggio dei sovietici, per essere poi espulsa nel 1949 al culmine della repressione stalinista. Anche in seguito le vicende personali di Ágnes Heller avevano seguito il corso oscillante della politica magiara. Dopo la morte di Stalin, nel 1953, era riuscita a intraprendere la carriera accademica con l’appoggio di Lukács. Ma aveva poi subìto il contraccolpo della rivoluzione, che nel 1956 aveva visto il suo maestro partecipare al governo del comunista riformista Imre Nagy, abbattuto dai carri armati sovietici. Cacciata dall’università nel 1958, era stata tuttavia riabilitata e ammessa all’Accademia delle Scienze di Budapest nel 1963, in virtù dell’approccio conciliante assunto dal nuovo leader János Kádár, insediato al potere dall’Armata rossa, ma propenso a stemperare i conflitti.

Fu in questa fase che la filosofa si affermò come capofila della cosiddetta «scuola di Budapest» e prese a elaborare una visione del marxismo decisamente eretica rispetto all’ortodossia sovietica. Il momento della verità giunse nel 1968. Insieme ad altri studiosi del suo gruppo Ágnes Heller sottoscrisse un documento contro l’invasione della Cecoslovacchia, con cui il Cremlino aveva posto fine alla Primavera di Praga, ed entrò di nuovo nel mirino del regime magiaro. Al tempo stesso vide nei moti giovanili in corso all’Ovest la prefigurazione di un’ipotesi rivoluzionaria non più condannata alla stagnazione burocratica e autoritaria del «socialismo reale», ma fondata sulla trasformazione dei rapporti umani nella vita quotidiana, attraverso la valorizzazione dei bisogni qualitativi che il capitalismo alimenta, ma non può soddisfare. Ne erano derivate due conseguenze importanti. In Ungheria Ágnes Heller e altri studiosi della «scuola di Budapest» – tra cui suo marito Ferenc Fehér (morto nel 1994), Mária Márkus, Mihály Vajda, András Hegedüs, György Márkus, János Kis – furono allontanati dall’Accademia delle Scienze nel 1973 sulla base di un documento che li accusava di professare un revisionismo filoborghese e al tempo stesso un sinistrismo anarcoide, incline a negare il primato della classe operaia per abbracciare la controcultura degli hippies. Intanto in Occidente testi di Ágnes Heller come Sociologia della vita quotidiana (Editori Riuniti, 1970), La teoria dei bisogni in Marx (Feltrinelli, 1974) e i saggi inclusi nel volumetto La teoria, la prassi e i bisogni (Savelli, 1978) raccoglievano vasti consensi per il loro radicalismo utopistico, che prospettava ad esempio il superamento della famiglia nucleare monogamica in favore delle comuni e l’autogestione delle imprese come rimedio al lavoro alienato. 

L’emigrazione in Australia assieme al marito, nel 1977, aveva segnato un’altra svolta. Ágnes Heller cominciò a mettere in discussione il marxismo e abbandonò il progetto di una grande opera antropologica, in diversi volumi, volta a dimostrare la compatibilità del socialismo con la natura umana: la sua ricerca s’indirizzò piuttosto verso la dimensione morale, con volumi come Oltre la giustizia(il Mulino, 1990), Etica generale (il Mulino, 1994), Filosofia morale (il Mulino, 1997). Nel frattempo, assieme a Fehér, aveva pubblicato importanti libri di argomento politico: in Ungheria 1956 (SugarCo, 1983) i due studiosi rivendicarono l’eredità ideale dell’insurrezione di Budapest come tentativo di realizzare un socialismo diverso da quello sovietico, criticando a fondo il regime di Kádár e i suoi estimatori occidentali; con La dittatura su bisogni (SugarCo, 1984), scritto insieme a György Márkus, evidenziarono il carattere profondamente oppressivo del collettivismo burocratico vigente all’Est; nel pamphlet Apocalisse atomica (SugarCo, 1984) accusarono i pacifisti e i neutralisti occidentali, compreso Günter Grass, di essere pronti ad accettare la «vichyzzazione» dell’Europa, con la fine dell’alleanza con gli Stati Uniti e la sottomissione di fatto all’influenza del Cremlino. Di pari passo con lo spostamento dei suoi interessi filosofici si era dunque realizzato il passaggio di Ágnes Heller sul versante liberaldemocratico. 

Dopo la caduta del comunismo era tornata in Ungheria e negli ultimi anni si era opposta alla deriva «bonapartista» del primo ministro di destra Viktor Orbán. Non aveva del resto rinnegato la teoria dei bisogni e continuava a difendere i movimenti degli anni Sessanta, la cui eredità le appariva nel complesso positiva. Ma aveva anche indicato nella minaccia jihadista un nuovo nazismo da combattere senza quartiere. E non si faceva illusioni sulla diffusione della democrazia, temeva anzi per la sua tenuta in Europa. Assai significativo quanto aveva detto a Danilo Taino, in un’intervista per «la Lettura» apparsa nel maggio 2016: «Cambiano i modi in cui il potere si manifesta, ma la sostanza tende a restare uguale».

A Tarallucci & Vino: Libera Vibo e sos KORAI Onlus

Il 13 Settembre vieni anche tu in Piazza Cannone a Tropea… se ami le emozioni forti

Beatrice Lento conversa con Don Cozzi

“…e fa arrestare i mafiosi va bene a tutti, quando invece dice cose scomode allora non deve dire più niente, deve stare zitto. Io ho parlato dei potenti, della politica, di corrotti che camminano con ai polsi tanto di Rolex che gli regalavamo noi. La verità é che ci sono poteri che se te li metti contro ti annientano, e non mi riferisco all’ aspetto fisico ma all’ annientamento morale e psicologico.”

Don Marcello Cozzi

Vieni anche tu!

Il 9 Agosto partecipa alla riflessione sul ruolo della Scuola!

sos KORAI Vi invita!

Il 9 Agosto partecipa anche tu!

Violenza sulle donne: pene più severe

Violenza sulle donne, indagini più veloci e pene più pesanti in casi di violenza sessuale e stalking ma anche nuovi reati come quello di revenge porn, sfregi al viso e lo stop ai matrimoni forzati. Sono le principali novità previste dal disegno di legge che modifica il codice di procedura penale sulla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, il cosiddetto codice rosso, approvato dal Senato in via definitiva 

Dal web

Mi scrollo di dosso i burla e i legami

„Io ballo alla fine della crudeltà

Io ballo oltre i campi di sterminio

Io ballo oltre Wounded Knee

Io ballo oltre gli scheletri e le ossa

Io ballo oltre i marchi degli schiavi

e i tatuaggi dell’Olocausto

Io ballo oltre le identità inflitte

e gli sguardi di disprezzo

Io ballo oltre i limiti ristretti delle mie capacità e del mio valore

Io ballo oltre i vostri sguardi lussuriosi

Le vostre sudicie interpretazioni del mio corpo adolescente

Mi scrollo di dosso i burqa e i legami

e i busti e le diete

Mi scrollo di dosso le restrizioni e le regole arbitrarie

Mi scrollo di dosso i vostri moniti opprimenti

Io ballo al pulsare della vita

Io ballo perché le ragazze sono le ultime sopravvissute“

Eve Ensler

Donne metà della Commissione

Ursula è stata chiara: ” Se gli Stati Membri non proporranno abbastanza donne commissarie … chiederó altri nomi”

Brava! La Paritá di Genere è ancora un sogno e per superare il gap è necessario adottare misure che esigono la loro presenza in numero significativo.

Purtroppo ancora molte del mio Genere non comprendono che le cosiddette “quote rosa” oggi sono indispensabili nel cammino verso l’effettiva emancipazione femminile.

Bravissima Von der Leyen!