Amalia Bruni, Socia d’onore di sos KORAI: non ci sto!
Un guscio di noce privo della sostanza. Rischia di diventare questo il Centro Regionale di Neurogenetica. A lanciare l’avvertimento e contestualmente un appello alla politica è la scienziata Amalia Bruni che dirige la struttura, allocata nell’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme.
Un centro all’avanguardia, un’eccellenza, che sin dalla sua nascita nel 1995, ha dovuto faticare molto per farsi ascoltare, per avere i fondi regionali che gli spettavano, per potere avere quella benzina necessaria a mettere in moto quella che è tutti gli effetti una vera e propria Ferrari.
Il centro, specializzato nella cura dell’Alzhemeir, fa ricerca e assistenza e lavora in collaborazione con l’Associazione per la Ricerca Neurogenetica. E’ al centro che si deve la scoperta della Nicastrina, la proteina responsabile della formazione delle “placche senili” Alzheimer. E’ sempre al centro che si deve la scoperta della prima malata di Alzheimer, una calabrese e non una tedesca come fino ad allora si era erroneamente creduto.
E’ facile intuire la risonanza che il centro ha a livello internazionale, i riconoscimenti della comunità scientifica, avuti anche da Rita Levi Montalcini. Dal 1995 ad oggi sono passati dal centro 12 mila pazienti che hanno reso l’archivio di cartelle cliniche uno tra i più ricchi al mondo. Eppure, il centro regionale di Neurogenetica non ha nemmeno un infermiere, la pianta organica è composta da precari e non si può attivare un day service per mancanza di personale.