Germaine Greer
Germaine Greer (1939 – vivente), intellettuale femminista australiana.
- Barbie è stata uno strumento per insegnare alle donne dalle spalle larghe, dalle gambe corte e dal corpo massiccio, alle donne reali di tutto il mondo, a disprezzare il loro corpo come noi disprezziamo il nostro, così da indurle a spendere quel denaro che potrebbe essere impiegato per acquistare libri o computer o biciclette in prodotti “di bellezza“, fabbricati a basso costo e venduti in confezioni costose. Dopo l’implosione dell’Urss, i primi negozi occidentali che aprirono nelle vecchie città sovietiche furono i franchise di prodotti cosmetici, così che, prima di poter comprare un’arancia o una banana, una donna russa poteva acquistare un rossettodi marca.[1]
Ci lascia la Dottoressa Olga Naso
Ci lascia Olga Naso!
Cara Olga, chiunque ha avuto il privilegio di incontrarti non dimenticherà mai la tua levatura eccezionale in tutti i campi a partire da quello della sensibilità e della bontà. Sono certa che in tantissimi piangiamo la tua fine terrena certi che la tua anima starà sempre accanto a chi ha bisogno e continuerà a dare conforto. Ci ritroveremo!
Specialista in Anestesia, Rianimazione ,
Ostetricia e Ginecologia . Dal ’67 all’87 Assistente ordinario all’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore presso la cattedra di Anestesiologia e Rianimazione. Dall’87 al ’95 Medico del Senato della Repubblica. Dal ’95 al 31 Dicembre 2007 Responsabile del Servizio Sanitario del Senato della Repubblica. Successivamente consulente, tutt’ora effettiva, per i problemi che attengono la salute della donna. Socia e membro del direttivo di IrisRoma dal 2008.
Julia Morgan: Rivoluzionaria dell’architettura
A volte succede di trovarsi di fronte a un grande personaggio ma noi, distratti forse anche dal fatto che sia (solo) una donna, l’abbiamo un po’ trascurato.
Questo è stato il caso di Julia Morgan, nata nel 1872 e che, fin da giovanissima si era interessata al mondo dell’architettura. Mai sentita? Sì, molto probabile. Infatti di rado viene nominata nei libri di storia dell’architettura e, neanche nei super classici, pare facile scovare il suo nome.
Nata a San Francisco, e cresciuta nella vicina Oakland, la giovane Julia si era appassionata da subito all’architettura. Iscritta inizialmente alla University of California di Berkeley, aveva dovuto scoprire che un programma di architettura no, lì ancora non esisteva. Aveva quindi studiato Ingegneria. Laureata con lode in Ingegneria Civile nel 1894, (unica donna a seguire corsi di matematica scienze e ingegneria), era diventata membro dell’Association of Collegiate Alumnae (oggi American Association of University Women).
Incoraggiata dall’architetto Bernard Maybeck, incontrato a Berkeley, si era infine avventurata a Parigi per provare le selezioni dell’École Nationale Supérieure des Beaux-Art, e perseguire il sogno di diventare architetto. Superate le selezioni, arrivata tredicesima su 376, e nonostante la scuola francese non avesse mai permesso a una donna di studiare architettura, proprio nel 1897 erano state aperte, grazie anche all’azione di un’associazione di donne artiste, le iscrizioni a giovani studentesse.
Laureata così anche in architettura nel 1902, era tornata a casa nel 1904 diventando la prima donna in California ad ottenere una licenza, (grazie anche ad una gara per il teatro realizzato nel campus di Berkeley). Dopo aver cominciato a lavorare per l’architetto John Galen Howard, impegnato a Berkeley come supervisore al progetto dell’università, riuscirà ad aprire un primo suo studio a San Francisco nel 1904. E proprio quell’anno, Julia Morgan avrebbe completato la sua prima importante struttura in cemento armato, El Campanil: una torre di 20 metri al college femminile Mills di Oakland.
Proprio quella ormai memorabile torre, solo due anni più tardi, nel 1906, sarebbe sopravvissuta quasi totalmente indenne al devastante terremoto di San Francisco. Un terremoto che avrebbe distrutto l’80% degli edifici della città ma che, insieme ai suoi ottimi lavori, le avrebbe offerto l’opportunità di disegnare e costruire molte case, chiese, uffici e strutture scolastiche ed educative, raccontati anche dal libro di Mark Anthony Wilson Architect of Beauty. In quegli anni avrebbe progettato la St. John’s Presbyterian Church e il Berkeley City Club (con la sua spettacolare piscina oggi ancora utilizzata).
Nel 1907 avrebbe aperto un nuovo studio al tredicesimo piano del Merchant Exchange Building, nel cuore del distretto finanziario della città, dove avrebbe lavorato per la sua intera carriera.
Utilizzando costruzioni rinforzate in cemento armato aveva riscosso successo e raccolto la prima importante sfida della sua vita: quella di ristrutturare – in meno di un anno – il Claremont Fairmont hotel di Berkeley.
Un’opportunità che le portò grande fama e che la fece conoscere come un abile ingegnere e architetto capace e di grande professionalità. L’aumento delle commesse, dopo quel tragico 18 aprile 1906, le aveva portato grande stabilità economica e, sempre accolto con la solita serietà professionale, anche un incontro molto speciale: quello con Phoebe Hearst, madre del grande magnate del legno e dei giornali William Randolph Hearst.
Positivamente impressionata dal suo lavoro al Fairmont Hotel, la signora Hearst l’avrebbe infatti contattata per la realizzazione del progetto di Asilomar, nella penisola di Monterey.
Così, sarebbe definitivamente entrato nella vita professionale di Julia Morgan il signor Hearst, per il quale avrebbe dato vita, sul tratto di costa a sud di San Francisco, al progetto che sarebbe stato conosciuto come il suo più grande e famoso: Hearst Castle, a San Simeon. Sì, proprio quel castello che oggi viene annunciato da cartelli turistici sulla HWY 1, a circa 370 km da Los Angeles e poco più da San Francisco.
Nel 1919 quindi, Mr. Hearst e il suo personale architetto Julia Morgan, si accingevano a metter mano a questo immenso progetto, che è proprio quello di Hearst Castle, in una proprietà oggi di circa 250 mila acri e affacciato sulla costa Pacifica, in quella parte che il miliardario avrebbe battezzato come la Cuesta Encantada, conosciuta ovunque come quella del Castello.
E di quel Signor Hearst, a ben pensarci, ne abbiamo già sentito parlare, anche grazie al mondo del cinema. Sì, perché proprio lui, nel 1941, era stato l’ispirazione, e poi il protagonista, del primo film di Orson Welles. In Quarto Potere (Citizen Kane), il venticinquenne Welles si era proprio ispirato a Mr. Hearst per raccontare una storia che parte da una slitta in un giorno di neve e finisce in ricchissima solitudine. E che sarebbe stata scelta come miglior film statunitense di sempre dall’American Film Institute e dalla BBC.
L’enorme e sfrontata ricchezza di Mr. Hearst, venne rappresentata anche solo nella spettacolare piscina Neptune, dove Julia Morgan aveva creato una delle piscine più lussuose di sempre, con marmi bianchi e statue classiche lungo un ovale di oltre trenta metri. L’architetto Charles Moore ne parlò come di una grande sala da ballo liquida, e Stanley Kubrick l’aveva usata in scene nel film Spartacus del 1959.
Nel 1914, Hearst era riuscito a portarla anche a Los Angeles, all’angolo di Broadway e 11th strada, per la realizzazione dell’edificio del Los Angeles Examiner (chiuso nel 1989 e oggi riconvertito in uffici chiamati «creativi» che ospitano avvocati e banchieri).
A Oakland, sempre grazie a Phoebe Hearst, Morgan sarebbe entrata in contatto anche con il YWCA (Young Women’s Christian Association), subito dopo che la signora Hearst l’aveva scelta per l’organizzazione della centro estivo per conferenze di Asilomar.
Non più di proprietà di YWCA, ma dello stato della California, il complesso è in Pacific Grove vicino a Monterey e di WWCA, ne progetterà e costruirà molti altri; oltre che in California, anche in Arizona, Utah e Hawaii. E poi ancora, altri a Oakland e nella China Town di San Francisco, dove avrebbe studiato l’architettura tradizionale cinese. (YWCA da poco restaurato dalla Chinese Historical Society of America).
La consapevolezza che Julia Morgan abbia distrutto tutti i suoi progetti alla fine della sua carriera, le ha conferito un’aura mistica e David Weingarten, nel suo libro Bay Area Style, la chiama, per la sua grande riservatezza, una Greta Garbo della Baia.
Aveva voluto che tutti i suoi progetti fossero bruciati, ma oggi sappiamo che molti suoi appunti e lettere sono conservati al California Polytechnic State University di San Luis Obispo. Avrebbe continuato a progettare edifici per la famiglia Hearst e altri clienti fino al 1940, quando decise di chiudere l’ufficio al Merchant Exchange Building. Il suo stile eclettico, ormai, non era più di moda. L’AIA (American Institute of Architects) l’ha però nominata nel 1914 come prima donna vincitrice dell’ambita Gold Medal. Da non dimenticare che, al momento della sua morte, nel 1957, non furono spese parole sul New York Times per darle l’ultimo saluto. Ma oggi, qualche parola è finalmente arrivata proprio all’interno della rubrica «Overlooked No More», quando il quotidiano le ha finalmente dedicato, il 6 marzo 2019, un lungo saluto. Sessantadue (62) anni dopo la sua scomparsa.
Beatrice Cassina ( dal Web )
DOMINAE si conclude: appuntamento all’edizione 2024
DOMINAE, rassegna di donne valorose di sos KORAI ODV, si conclude dando appuntamento all’edizione 2024
Giunge al termine la prima edizione di DOMINAE, la rassegna di donne valorose realizzata, a Tropea, da sos KORAI, l’organizzazione di volontariato per i diritti della Donna presieduta da Beatrice Lento.
Tutto ha concorso a rendere esclusivo l’evento a partire dal luogo che l’ha accolto: la splendida Cappella dei Nobili, situata accanto all’attuale sede del Comune, un tempo Collegio dei Gesuiti, eretta tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600.
L’iniziativa ha preso le mosse dalla considerazione che troppo spesso il contributo delle voci femminili viene trascurato, oscurato, trafugato dai maschi, per calcolo, opportunismo e ignoranza per cui é importante recuperarlo e diffonderlo.
Tre gli appuntamenti del festival, collocati negli ultimi tre giovedì di Marzo, mese tradizionalmente legato alla donna per la presenza della Giornata Internazionale a lei dedicata.
A presentarsi sulla scena tre creature femminili diversissime tra di loro ma unite da un filo conduttore: la trasgressivitá rispetto ai modelli stereotipati della donna. Sibilla Aleramo, Simone Weil e Rosa Balistreri, sebbene connotate da interessi diversi: la letteratura, la filosofia e la musica, esprimono un modello di donna lontano dalle immagini scontate dell’essere femminile che si realizza principalmente attraverso i ruoli di madre e di moglie e danno un importante contributo al dibattito sulla questione femminile.
Tutte e tre sono delle Dominae: donne coraggiose, protagoniste della loro vita grazie a una carica eccezionale di resilienza che tempra e rafforza le loro personalità trasformando in occasioni di crescita le disavventure dell’esistenza.
A presentare gli incontri i soci di sos KORAI Pasqualina Del Mastro, Maria Domenica Ruffa e Dario Godano
A introdurre Sibilla, Bruna Quattrone, Docente di Lettere al Liceo Classico
“Pasquale Galluppi” di Tropea, a narrare Simone Angelo Stumpo, Filosofo e Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo “Buccarelli Garibaldi “ di Vibo Valentia, mentre a raccontare, suonare e cantare Rosa, Lucia Quattrocchi, Docente di Religione al Liceo Scientifico “G. Berto” di Vibo Valentia, e Caterina Timpano, Docente di Matematica all’ ITIS “M. M. Milano” di Polistena, entrambe musiciste, componenti del coro della Parrocchia di Vibo Marina, rispettivamente Direttrice e Vicedirettrice.
La Prof. Quattrone ha evidenziato il testamento spirituale dell’Aleramo: “Non so se sono stata donna, non so se sono stata spirito. Sono stata amore.”, una Domina che si è distinta non solo per le sue doti di scrittrice ma anche per la straordinaria sensibilità con cui ha descritto l’animo femminile, acuita, sicuramente, dalla peggiore esperienza che una donna possa subire, lo stupro. Sullo sfondo la bandiera del Femminismo che trova il manifesto ideale nel suo romanzo più famoso, “Una donna”.
Il Filosofo Stumpo ha rimarcato come l’essere donna di Simone Weil si sia manifestato con la volontà di porsi alla pari: lavorava in fabbrica, si arruolava nella guerra civile spagnola, prendeva posizioni chiare nel dibattito intellettuale. Non si preoccupava dell’aspetto esteriore, Simone non sentiva il bisogno di conformarsi alle ragazze della sua età ma voleva capire come migliorare le condizioni sociali di chi viveva sotto il peso del potere: una vera Domina.
Le Prof. e Musiciste Quattrocchi e Timpano, da vere artiste, hanno portato in scena Rosa, la cantante più famosa della Sicilia, e il suo inno di denunzia, di forza, di reazione. La loro interpretazione, recitata e cantata, ha accompagnato le anime dei presenti nel cuore della Balistreri grazie al suono della sua chitarra, una Yamaha dalle corde di metallo, e ai suoi canti a cui non si può rimanere indifferenti. Tra le pareti dorate della Cappella dei Nobili si é materializzata la terra arsa di Sicilia, la bambina scalza, la donna violentata, delusa, indignata, offesa e amata, l’indomita cantastorie di Licata, anticonformista ed emancipata che ha trattato con estremo coraggio temi scottanti: anche lei una Domina.
La Rassegna di donne valorose di sos KORAI ODV, patrocinata dal Comune di Tropea, che ha ottenuto anche l’apprezzamento degli Istituti Superiore e Comprensivo cittadini oltre che della Pro Loco, ha registrato un grande successo di pubblico, tra cui anche una componente studentesca, che ha seguito con continuità i tre appuntamenti intervenendo nel dibattito successivo alle introduzioni degli esperti. L’atmosfera raccolta e preziosa della Cappella dei Nobili, che ha ospitato la Rassegna, grazie alla vicinanza della Confraternita Nobile dei Bianchi di San Nicola e del suo Priore Giuseppe Romano, ha offerto il clima adatto ad un’intensa colloquialitá tra gli intervenuti che ha reso le riunioni vere occasioni di arricchimento reciproco.
La finalità della Rassegna DOMINAE non è stata semplicemente in termini di omaggio alle tre Donne Valorose ma ha voluto rimarcare l’importanza di intervenire consapevolmente sui processi educativi eliminando i pregiudizi che limitano ancor oggi la donna nella possibilità di esprimere liberamente i suoi talenti.
É un’operazione essenziale se si vuole offrire all’umanità intera, e non solo alle donne, l’opportunità di mettere a frutto tutte le risorse degli esseri umani senza sciocche e mortificanti discriminazioni di genere.
Forse le derive infelici che oggi viviamo in termini di conflittualità, di violenze, di sconvolgimento ecosistemico e di tanto altro possono essere arginate e superate se i talenti femminili non vengono più ostacolati e s’istaura una civiltà rinnovata nel segno della pari dignità di genere.
DOMINAE 2023 si conclude nel successo e già da ora incomincia a prepararsi per l’ edizione 2024.
La Presidente di sos KORAI ODV
Dott.ssa Beatrice Lento
Bice e Maria di Tocco le Partigiane di Tropea
Al Sindaco di Tropea Giovanni Macrì perché la Città abbia memoria di due valorose tropeane!
sos KORAI e La Calabria delle Donne ricordano le partigiane tropeane Bice e Maria di Tocco
É stata una fortunata casualità ad avviare il percorso di riappropriazione comunitaria della meritoria vicenda umana di due donne tropeane che, aderendo alla Resistenza contro il nazifascismo, hanno contribuito alla lotta non solo per la libertà ma anche per un’Italia più civile, più democratica, capace di spingersi verso una cultura di parità, di uguaglianza e di rispetto degli altri.
L’Organizzazione Di Volontariato sos KORAI, presieduta da Beatrice Lento grazie ad un’accurata ricerca, alimentata dalle preziose informazioni dei familiari, ha ricostruito la storia delle due valorose e, nell’ambito de La Calabria delle Donne, Festival del Genio Femminile Calabrese, che ha in Mariangela Preta la Direttrice Artistica, ha narrato agli Studenti dell’Istituto Superiore di Tropea, diretto da Nicolantonio Cutuli, la loro straordinaria avventura di libertà.
Bice e Maria di Tocco, erano le figlie maggiori di Ignazio e Aurora Scrugli, nati entrambi a Tropea a fine Ottocento, che, sposatisi nel 1921, si erano trasferiti a Torino dove Ignazio era ufficiale degli Alpini. Aurora volle far nascere nell’amata terra d’origine i quattro figli, così Beatrice, detta Bice, la primogenita, vide la luce a Reggio Calabria nel 1922, Maria a Vibo Valentia nel 1925, Orsola a Tropea nel 1926 e Antonio, unico maschio, anche lui a Tropea nel 1929.
Durante i feroci bombardamenti su Torino, degli inizi del ‘43, la famiglia venne sfollata ad Agliano, a circa 19 km da Asti. Dopo l’8 settembre il colonnello di Tocco rifiutò di aderire alla Repubblica Sociale Italiana per cui fu posto agli arresti domiciliari e, per una seria cardiopatia, aggravatasi a causa delle tensioni vissute, nel 1944 cessò di vivere. I suoi resti mortali, tumulati nel cimitero di Agliano, furono poi traslati a Tropea dalla moglie.
I fratelli Bice, Maria e Antonio entrarono nel movimento partigiano con una motivazione sconvolgente, nella sua lapidaria incisività, non c’era altro da fare, la scelta era obbligata: lottare per la libertà e la giustizia…nelle loro considerazioni non emerse mai una parola d’odio. La sorella Orsola non condivise la loro straordinaria avventura, che aveva le radici nell’educazione familiare e nel coraggio del padre pienamente condiviso dalla madre, solo perché era rimasta a Tropea con lo zio materno Ottavio Scrugli e la moglie Ines Russo Caputo che l’avevano adottata non avendo avuto figli.
Appartenevano alla formazione partigiana IX Divisione Garibaldi “Alarico Imerito” comandata da Giovanni Rocca, nome in codice Primo, a cui Antonio, giovanissimo, faceva da scorta imbracciando uno sten, un mitra inglese a canna corta.
Bice, nome in codice Beba e Maria, chiamata Prima, erano staffette, il loro compito consisteva nel portare informazioni, armi, viveri, esplosivo…stabilendo collegamenti tra i vari gruppi partigiani. Staffette è il titolo di un toccante documentario realizzato per la RAI dalla figlia di Maria, Paola Sangiovanni. Il filmato mette in luce le sofferenze patite da molte di loro ed evidenzia il loro grande sogno di libertà e di emancipazione femminile. Il titolo Staffette è provocatorio perché certa storia maschilista ha usato il termine con tono riduttivo mentre, in realtà, attraversando a piedi e in bicicletta i boschi era alto il rischio di incontrare posti di blocco e più volte le ragazze furono fermate dai repubblichini, rischiando violenze, il carcere, torture e deportazioni a Ravensbrück, il più grande campo di concentramento femminile, a 90 km da Berlino
Nella loro casa Bice, Maria e la madre Aurora ospitarono più volte gli incontri dei Gruppi di Difesa delle Donne, diretti da Caterina Picolao, che miravano a unire e a dare consapevolezza del momento vissuto e dell’importanza della lotta, come testimonia Marisa Ombra, Dirigente dell’Unione Donne Italiane, Grande Ufficiale della Repubblica, scomparsa nel 2019.
La loro casa diede anche rifugio a partigiane in pericolo tra cui Claudia Balbo, nome di battaglia “Breda“, che trasmise a Bice la scabbia, frequente tra chi, come i partigiani, viveva in clandestinità.
La casa di Agliano, narrata con nostalgia dalle due valorose, aveva al centro del piano terra una botola coperta da un tappeto, nascondiglio per armi, munizioni, volantini, viveri e per gli stessi partigiani in momenti di pericolo. Ad essere custodita nel nascondiglio era anche la seta dei paracadute inglesi, perfetta per confezionare le camicie dei resistenti. Il segnale convenuto tra i partigiani della zona, che dava il via alla possibilità d’incontro, era un fischio di quattro note che sembrava riprodurre il nome “Aristide“.
Dopo la Liberazione Bice, ritornata a Tropea, sposò giovanissima il tropeano Franco Coccia, professore di Lettere, ed ebbe cinque figli, Maria si unì in matrimonio con Nino Sangiovanni di Mileto, che fu anche segretario di Saragat, ebbe tre figli e fu Dirigente Nazionale dell’Azione Cattolica.
Le due sorelle di Tocco erano creature assai sensibili e riservate, segnate dalle sofferenze patite non parlarono della straordinaria impresa vissuta, successivamente si aprirono alla testimonianza solo in famiglia e, per modestia, né loro né i familiari ne hanno fatto mai menzione pubblica prima d’ora. Ma c’é un tempo per il silenzio così come c’é un momento in cui il cuore è pronto per il ricordo condiviso.
La loro impresa eccezionale, così come quella di altre partigiane, sembrava essersi persa finché il caso favorevole ha fatto sì che il loro eroismo venisse alla luce. Riconoscerlo, valorizzarlo e offrirlo alla comunità significa arricchire la nostra storia, rafforzare il senso d’appartenenza e proporre a tutti, particolarmente alle giovani generazioni, modelli validi di riferimento per guardare all’oggi e al domani con maggiore fierezza e fiducia.
Due bellissime, giovani donne, a cui nulla sembrava mancare nella sicurezza di una famiglia agiata e affettuosa, raccolgono la sfida che si presenta e scendono in campo per dimostrare che nessun compito é precluso alla donna e che la donna non ha niente in meno dell’uomo in termini di forza, di coraggio e di determinazione.
Il loro sogno di libertà fu il sogno di tante altre che entrarono sulla scena della storia da protagoniste e dimostrarono che quando uomini e donne sono stati insieme, come nella Resistenza abbiamo vinto.
Ecco perché sos KORAI, Organizzazione Di Volontariato per i diritti della Donna, é orgogliosa di aver contribuito a questo prezioso recupero identitario avviato con gli Studenti dell’ultimo anno di corso dell’Istituto Superiore di Tropea anche con il contributo dei familiari presenti all’incontro.
Un ringraziamento caloroso va alle famiglie di Tocco, Scrugli, Sangiovanni e Coccia che, con fiducia, hanno offerto le informazioni necessarie alla ricostruzione delle vicende e al prof. Luciano Meligrana che, il 14 gennaio u.s., quale partecipante al seminario Anthropos sulla Resistenza al femminile, ha fatto menzione delle sorelle di Tocco divenendo la scintilla fortunata di una ricerca fruttuosa.
Tropea 15 Marzo 2023
La Presidente di sos KORAI ODV
Beatrice Lento
LE CALABRESI TACIUTE Maria e Bice Tocco Partigiane di Tropea
Lunedì 13 Marzo, alle ore 9,00, nella sede dell’Istituto Tecnico Turistico di Tropea, un incontro con tutti gli Studenti dell’ultimo anno di corso dei vari Indirizzi di Studio dell’Istituto d’Istruzione Superiore di Tropea. L’ evento fa parte del Festival LA CALABRIA DELLE DONNE, direttrice artistica Mariangela Preta, che, quest’anno, giunge alla sua seconda edizione. Tema della rassegna Le Donne tra Istituzioni e Politica.
Beatrice Lento, Presidente di sos KORAI, Organizzazione Di Volontariato per i diritti delle donne, discuterà sul tema con i giovani dopo aver parlato della Resistenza contro il nazifascismo da parte delle donne calabresi che furono partigiane. In particolare traccerà il profilo di due donne tropeane che fecero le staffette e di cui, fin’ora non si era avuta notizia.
Maria e Bice Tocco, o di Tocco, erano figlie di Ignazio, colonnello dell’esercito di stazza a Torino, e di Aurora Scrugli, sorella della ben nota Serva di Dio Irma. I particolari relativi alle loro storie, raccolti grazie al contributo dei familiari, verranno resi noti dopo l’incontro.
Ai nostri giovani il privilegio di conoscerne per primi la storia con l’augurio che il loro eroismo rimarchi ancor di più il valore della Libertà e della Democrazia.
Beatrice Lento
Presidente di sos KORAI ODV
Consuntivo di un 8 Marzo nel segno del Quaderno di sos KORAI JOLE
Entrare al Santa Chiara vestito a festa con il drappo rosso e oro, le pareti colorate da meravigliosi dipinti di donne e l’atmosfera delle grandi occasioni é giá un batticuore quando poi ti affacci dal portone e vedi una fila lunghissima di ospiti pronti ad entrare diventa difficile mantenersi lucidi.
Questo é accaduto ieri quando all’ora concordata ci siamo ritrovati per celebrare insieme la Giornata Internazionale della Donna col Quaderno dell’8 Marzo di sos KORAI 2023. Diciassette le meravigliose donne che si sono narrate, direttamente o attraverso familiari e amici, tutte calabresi o che in Calabria hanno speso buona parte della loro vita. Grazie a loro, e alle altre donne, “cittadine“ dei tre Quaderni precedenti, ha iniziato a prendere forma un’identità regionale collettiva femminile intessuta di tradizioni e atteggiamenti di segno decisamente opposto rispetto agli stereotipi sul genere femminile, ancor più odiosi nei contenuti se riferiti a donne calabresi.
Il conduttore, Angelo Stumpo, nostro socio, é riuscito a manovrare abilmente i tantissimi fili sulla scena realizzando un intreccio affascinante e prezioso dal punto di vista culturale e soprattutto sul piano dei sentimenti
Molti i momenti particolarmente toccanti, tra questi la testimonianza del Sindaco di Tropea, Giovanni Macrì, che ha tracciato il profilo di Jole Santelli, la prima Donna Presidente della nostra Regione, a cui il quarto Quaderno é dedicato, evidenziando il suo legame fortissimo con Tropea e l’amicizia che li univa; i doni che un gruppo di donne ucraine, vicine all’associazione, ha voluto porgere ai relatori attraverso i propri bambini; l’interpretazione appassionata di stralci dei racconti del Quaderno da parte dell’attrice Noemi Di Costa, il concerto di musica antica, eseguito da tre artisti d’eccezione quali Maria-Lisa Geyer, Riccardo Parravicini e Cristiano Brunella, in cui il suono dell’Organo Portativo e della Fidula é stato lo sfondo ideale per la voce angelica della Soprano.
Grande emozione ha suscitato anche la presenza, in prima fila, di Anna Petruzza, splendida e scattante ragazza del 1928, la cui avventurosa esistenza di “Mammina” di Briatico é racchiusa nel Quaderno, venuta appositamente da Milano a gustare l’emozione del momento, circondata dai figli giustamente orgogliosi del suo valore.
Non sono mancati i riferimenti all’attualità che vede la lotta coraggiosa delle donne iraniane, le importanti conquiste conseguite di recente dal genere femminile e il riferimento inevitabile alle donne che cercano di assicurare la vita ai propri figli fuggendo da guerre e violenze d’ogni tipo anche col rischio di infrangere per sempre il proprio sogno nel mare, com’é dolorosamente accaduto a Cutro.
La problematica della Parità di Genere é stata affrontata mettendo in evidenza i cattivi frutti della cultura patriarcale che, attraverso i processi educativi, paradossalmente gestiti in grande parte dalla donna con autolesionismo di genere inconsapevole, tentano di contaminare le coscienze delle giovani generazioni, perpetuando l’immagine di un essere femminile ancorata al cliché dell’angelo del focolare: la donna amorevole e accogliente ma sostanzialmente fragile, dominata dalle emozioni e quindi inaffidabile e inferiore all’uomo.
Si è anche ribadita la strada da percorrere per un’autentica emancipazione che é fatta di sapere, di educazione, di indipendenza economica, di strutture sociali di supporto alla famiglia e di informazione scevra di misoginia.
É importante liberarsi dal mito della virilità come supremazia e pensare che non esistono status naturali di superiorità, non esistono diritti al controllo né doveri di sottomissione. Liberiamo i nostri corpi, le nostre teste, i libri, i giornali, le favole, le materie di studio, gli sport da tutti i pregiudizi limitanti. Solo così potremo crescere in civiltà perché riusciremo a mettere a frutto tutti i talenti del genere umano senza assurde limitazioni.
A dare un contributo significativo all’incontro anche l’Editore Mario Romano, il Presidente della Consulta Pino Romeo e il Direttore Artistico della mostra di dipinti, anticipata rispetto alla prossima inaugurazione ufficiale, in omaggio all’8 Marzo, Emanuele Bertucci.
Presenti col cuore le sorelle di JOLE, Roberta e Paola Santelli, che hanno inviato un emozionante messaggio così come Delfina Barbieri, Madrina del Quaderno, e Pippo Caffo, Presidente del Gruppo Caffo 1915, che, ancora una volta, é stato al nostro fianco donando la produzione del Quaderno.
La soddisfazione più grande per noi di sos KORAI ODV é quella di essere riusciti nell’impresa di far divenire La Giornata Internazionale della Donna un momento condiviso con gioia dalla comunità e il Quaderno dell’8 Marzo un incontro gradito con tante donne che, a volte idealmente ma sempre in maniera incisiva, continuano ad essere vitali, ecco perché mi sento di confermare che tutte le meravigliose donne del nostro Quaderno sono autentiche ambasciatrici di emancipazione e civiltà!
La Presidente di sos KORAI ODV
Dottoressa Beatrice Lento
La Giornata Internazionale della Donna a Tropea col Quaderno dell’8 Marzo di sos KORAI ODV
L’8 Marzo a Tropea con il Quaderno di sos KORAI ODV
Dal 2018 la Giornata Internazionale della Donna si identifica, a Tropea, col Quaderno dell’8 Marzo realizzato dall’Organizzazione di Volontariato sos KORAI ODV, col Patrocinio del Comune.
La pubblicazione, ogni anno, raccoglie storie di donne calabresi o, comunque, legate alla nostra terra, che con i loro vissuti tracciano l’identità della regione e, nel contempo, evidenziano il processo dell’emancipazione femminile che in terra di Calabria non è rimasto indietro.
Il Quaderno é un modo singolare di celebrare l’importante ricorrenza perché, oltre ad essere promotore di riflessioni sulla problematica femminile nella sua complessità, fa il punto della situazione regionale ripercorrendo vicende che coinvolgono l’intera umanità calabrese.
Un viaggio attraverso il tempo femminile che mette in luce costumi e usanze, rituali e tradizioni. Sono donne variopinte che innalzano il vessillo dell’incontro e della condivisione, tipico della terra più “mescolata” d’Italia. Il loro legame con i momenti più importanti dell’esistenza, quali la nascita e la morte, e la loro empatia le fa muovere in uno spazio surreale che, nonostante l’opprimente retaggio della cultura maschilista, carico di pregiudizi misogini, le trasforma in creature nobili e dignitose. Vengono in mente le contadine del nostro grande Maestro Albino Lorenzo che, sebbene curve nella fatica dei campi, conservano la fierezza e l’imponenza delle antiche matrone.
La produzione dell’opera é realizzata negli stabilimenti della Romano Arti Grafiche ed é una donazione del “Gruppo Caffo 1915”. Madrina del Quaderno Delfina Barbieri Caffo, direttrici artistiche Anna Maria Miceli e Beatrice Lento che è anche la curatrice della pubblicazione e la presidente dell’organizzazione di volontariato.
La celebrazione della speciale giornata, che vedrà l’omaggio del Quaderno a tutti i partecipanti, si svolgerà al Santa Chiara di Tropea, a partire dalle 17,30, sarà condotta da Angelo Stumpo, socio del sodalizio, mentre Alessandra Giuliana Granata, anche lei socia, presenterà gli esclusivi intermezzi musicali, dal tema “La donna: icona e musa nell’amor cortese”, che vedranno l’esibizione della Soprano londinese Maria-Lisa Geyer, accompagnata da musicisti d’eccezione, i Maestri Riccardo Parravicini e Cristiano Brunella, all’organo portativo e alla fidula, mentre all’attrice Noemi Di Costa il compito di interpretare gli stralci dei racconti.
Nella ricerca delle donne dell’edizione 2023 si è privilegiata la voglia di non rinunciare ad essere protagonista del proprio tempo. Le diciassette creature che si sono presentate all’appuntamento, infatti, sono diversissime ma tutte ambasciatrici di se stesse e del proprio genere, sono donne che non si fermano ma pretendono di continuare ad essere ancora messaggere. Tra tutte Jole, la prima Donna Presidente della Calabria, a cui il Quaderno é dedicato, che, col sorriso e la caparbietà, ha evidenziato il volto bello della nostra terra e ha dimostrato che con l’amore si continua a vivere anche dopo la fine terrena.
Come presidente di sos KORAI ODV é sentito, oltre che dovuto, il mio ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito e contribuiranno alla realizzazione dell’evento. Un abbraccio ideale a tutte le meravigliose creature che popolano il Quaderno 2023, luogo del cuore chiamato JOLE. In molti casi a narrare sono stati i familiari che per farlo hanno dovuto affrontare e vincere forti emozioni, cinque storie sono accompagnate anche dal ritratto delle protagoniste eseguito da amici, a tutti grazie, grazie, grazie!
Come Organizzazione Di Volontariato che si propone di acclarare il valore del Genere Femminile intervenendo nell’educativo, sos KORAI ritiene che il Quaderno dell’8 Marzo possa esprimere compiutamente il senso che oggi assume la Giornata Internazionale della Donna: la memoria, la conoscenza, la riflessione e la presa di coscienza di quanto é stato fatto e di quanto c’é ancora da fare per i diritti e le libertà della Donna, per difenderli e per conquistarne di nuovi, qui e nel mondo. Anche se nel nostro oggi, coronato da grandi conquiste femminili, impensabili fino a ieri, sembrerebbe superfluo parlare di parità, non lo é per niente perché proprio lì dove ci sentiamo sicure eventi negativi ci dicono che occorre ancora protestare e rivendicare, il Quaderno é un meraviglioso strumento di lotta!
Buon 8 Marzo 2023!
Tropea 1 Marzo 2023
La Presidente di sos KORAI ODV
Dott.ssa Beatrice Lento
Al via il Quaderno dell’8 Marzo 2023
Il Quaderno dell’8 Marzo 2023 si chiama JOLE, sì, é Lei, la prima Presidente Donna della Calabria, che, con la sua generosa audacia, ha dimostrato che l’amore vince ogni ostacolo. Il nostro ringraziamento a tutte le incantevoli donne che lo popolano, ai parenti ed amici che hanno narrato le loro storie, agli artisti che hanno eseguito i ritratti di alcune di loro, al Presidente Pippo Caffo che, anche quest’anno, ci ha fatto dono, con gratuito e generoso spirito di servizio, della realizzazione del Quaderno, alla Romano Arti Grafiche che ha eseguito con cura la pubblicazione, alla direttrice artistica Anna Maria Miceli che, con grande attenzione ai particolari, ha garantito la piacevolezza dell’opera, al Comune di Tropea che ci ha accordato il suo patrocinio e alla Madrina del Quaderno, Delfina Barbieri, che ci segue, sostiene e incoraggia con amore.
sos KORAI ODV plaude all’iniziativa del Comune di Tropea di una casa d’accoglienza per le donne vittime di violenza e i loro bambini
Comunicato stampa di sos KORAI ODV
Al via a Tropea una casa che accoglie le donne vittime di violenza
sos KORAI ODV plaude all’iniziativa comunale
Come Presidente di sos KORAI ODV, associazione impegnata, dal 2018, a contrastare, attraverso interventi educativi, la subcultura maschilista, apprendo, con viva soddisfazione, la pregevole iniziativa del Comune di Tropea di nobilitare un bene appartenuto alla criminalità organizzata destinandolo, dopo opportuno adeguamento, all’accoglienza di donne e bambini vittime di violenza.
Mi emoziona moltissimo pensare alla panchina rossa, realizzata assieme al Comune e all’Istituto Superiore, nel 2019, perché ha svolo appieno la sua funzione di sprone ad uscire dai circuiti dell’indifferenza: il dolore, o addirittura la morte, di una donna, per mano di un uomo violento, sono un macigno che pesa su tutta la comunità e agire attivamente con iniziative importanti come questa è motivo d’orgoglio per tutti i Tropeani.
Dietro l’aberrante fenomeno, che purtroppo non arretra, c’é proprio la cultura patriarcale che confonde l’amore col possesso, un retaggio del passato di cui occorre sbarazzarsi agendo in controtendenza.
La Panchina rossa all’affaccio di Largo Duomo, con la splendida frase di Emily Dickinson: “ Il silenzio é tutto ciò che temiamo. C’é riscatto in una voce” é stato uno dei tanti piccoli ma significativi passi che hanno portato a questo magnifico risultato.
Il Comune di Tropea conquista un altro grande spazio di civiltà ed sos KORAI ODV esprime il suo forte plauso.
Fin da ora, dichiariamo la nostra disponibilità a collaborare per offrire alle donne e ai bambini che saranno accolti vicinanza e iniziative rispondenti ai loro bisogni e auguriamo una felice realizzazione del lodevole progetto.
TROPEA 1 febbraio 2023
La Presidente di sos KORAI ODV
DOTT.SSA BEATRICE LENTO