Caro papà

Caro papà

Caro Papà, vorrei ringraziarti per prenderti cura di me, anche se non sono ancora nata.
So che ce la stai mettendo tutta, più di Superman, non lasci nemmeno che mamma mangi il sushi. Ma devo chiederti un favore.

Ti avviso: c’entrano i ragazzi.

Perché, sai, io nascerò ragazza, e questo significa che quando avrò 14 anni i ragazzi nella mia classe mi avranno già dato della zoccola, della stronza, della troia e tante altre cose. Ovviamente lo fanno giusto per divertirsi, è una cosa che i ragazzi fanno; tu ti preoccuperai e io lo capirò.
Forse avrai anche tu fatto la stessa cosa quando eri più giovane, nel vano tentativo di far buona impressione sugli atri ragazzi. Sono certa non cercassi di insinuare nulla. Tuttavia, alcune persone non capiranno la battuta.

Quando avrò 16 anni, quindi, un paio di ragazzi almeno proveranno a ficcare le mani sotto ai miei pantaloni quando io sarò così ubriaca da non riuscire nemmeno a stare in piedi. E sebbene io avrò detto loro di non farlo, loro rideranno, perché è divertente, no?
Se potessi vedermi così sbronza, ti vergogneresti.

Ci credo poi che verrò stuprata a 21 anni.
Ventunenne e sulla via di casa, in un taxi guidato dal figlio di uno di quei ragazzi con i quali tu facevi nuoto il mercoledì; quello stesso ragazzo che raccontava barzellette offensive, ma erano ovviamente solo storielle e quindi tu ridevi, come potevi sapere che quel suo figlio avrebbe poi abusato di me? Gli avresti detto di darsi un contegno, ma come avresti potuto saperlo? Alla fine era solo un ragazzino che raccontava barzellette e storielle strane, e poi alla fine non erano fatti tuoi, stava solo facendo il simpatico.
Ma suo figlio, cresciuto a suon di queste storielle, sì che diventerà affar mio.

E poi alla fine conoscerò l’uomo perfetto.
E tu papà sei così felice per me perché lui davvero mi adora, è intelligente e ha un lavoro fantastico, e durante l’inverno attraversa il paese tre volte alla settimana per andare a sciare, proprio come te papà.
Ma un giorno smetterà di essere il mio principe azzurro, e io non ne capirà il motivo.
Sto forse esagerando? Una cosa certa però è che non tendo a vittimizzarmi, non sono stata cresciuta così. Sono stata cresciuta per essere una donna forte e indipendente.
Ma una notte tutto diventa troppo per lui, per via del lavoro, dei parenti acquisiti, dei preparativi del matrimonio… e quindi mi dà della troia. Un po’ come te una volta avevi dato della troia a una ragazza alle medie. E poi mi colpisce.

E voglio dire, a volte mi comporto da stronza ed esagero, ma noi dopotutto siamo ancora la coppia migliore del mondo e io sono così confusa perché lo amo e lo odio e non sono sicura se io abbia fatto davvero qualcosa di sbagliato. E poi un giorno lui quasi mi uccide, e tutto diventa nero nonostante io abbia un dottorato, un lavoro fantastico e degli amici e una famiglia che a me ci tiene, e nonostante io sia stata bene e nessuno poteva aspettarsi una cosa simile.

Caro papà, questo è il favore che voglio chiederti.

Una cosa porta sempre a un’altra. Quindi fai in modo di fermarla prima che inizi.
Non lasciare che mio fratello definisca come troie le ragazze, perché non lo sono. E un giorno un ragazzino potrebbe pensare sia vero. Non accettare che ragazzini strani in piscina, o anche amici, raccontino storielle offensive, perché dietro a ogni barzelletta c’è sempre una verità.

Caro papà, so che mi proteggerai da leoni, tigri, pistole, macchine e persino il sushi senza nemmeno pensare ai pericoli che potrebbero intaccare la tua vita. Ma caro papà, io nascerò ragazza, per piacere fai qualsiasi cosa sia in tuo potere per far sì che questo non sia il pericolo più grande per me.

Care

Beatrice Lento

Laureata in Psicologia Clinica, Tropeana per nascita e vissuti, Milaniana convinta, ha diretto con passione, fino all'Agosto 2017, l’Istituto Superiore di Tropea. I suoi interessi prevalenti riguardano: psicodinamica, dimensione donna, giornalismo, intercultura, pari opportunità, disagio giovanile, cultura della legalità, bisogni educativi speciali.

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