La strega più celebre
Madre Shipton, soprannome di Ursula Southeil, è forse la strega più celebre: era una profetessa e una sibilla inglese vissuta tra il 1488 e il 1561. Ha scritto numerose profezie in versi che sono state ritenute esatte per vari avvenimenti storici, come la Peste di Londra del 1665, il grande incendio di Londra del 1666 e l’esecuzione di Maria Stuarda del 1587.
Sofonisba Anguissola
La cremonese Sofonisba, nata dalla nobile famiglia piacentina degli Anguissola, fu una delle prime esponenti femminili della pittura europea. Anche se la sua celebrità non fu pari a quella di altre pittrici salite in seguito alla ribalta dell’arte come Artemisia Gentileschi, Rosalba Carriera o Angelika Kauffman, Sofonisba rappresentò la pittura italiana rinascimentale al femminile.
Amore no
Nome non ha,
amore non voglio chiamarlo
questo che provo per te,
non voglio tu irrida al cuor mio
com’altri a’ miei canti,
ma, guarda,
se amore non è
pur vero è
che di tutto quanto al mondo vive
nulla m’importa come di te,
de’ tuoi occhi
donde sì rado mi sorridi,
della tua sorte che non m’affidi,
del bene che mi vuoi e non dici,
oh poco e povero, sia,
ma nulla al mondo più caro m’è,
e anch’esso,
e anch’esso quel tuo bene
nome non ha…
Sibilla Aleramo
Licenziata per malattia
Molte donne perdono il posto di lavoro o vengono declassate o sono costrette a dare le dimissioni a causa del cancro al seno.
A denunciarlo é Paola Pignocchi che dopo la disavventura occorsale, potremmo parlare del danno unito alla beffa, ha deciso di scendere in campo per farsi paladina dei diritti delle donne che vanno incontro alla malattia.
” Sono in tante a tacere per paura di perdere il posto o di essere demansionate, eppure la legge dice che le aziende devono ricollocarti in un ruolo compatibile con il male che devi affrontare.”
Italiane!
Lascerete voi che i padri e gli sposi, che vi ebbero apostole e martiri della loro libertà, rinneghino la vostra? Permetterete voi che i figli, da voi educati alla dottrina della libertà, vi tengano in catene? Sarete voi simili al fellah che muore di fame, coltivando il grano che arricchisce il gran signore? Mai no! O la libertá é nome vano, e vano miraggio dell’intelletto umano, o dev’essere beneficio concreto ed attuale per tutti.
Anna Maria Mozzoni
Due coltelli i testimoni
Testo Morta Per Autoprocurato Aborto
La stanza tua piena di fiori
e due coltelli i testimoni di un rito che non ha padroni
un rito l’unico rimedio a libertà negate a volontà spezzate
in mezzo al sangue lei per terra vinceva la sua guerra
senza parlare senza accusare dei suoi tre mesi
di dolore di rancore di timore
ecco l’immagine e tutto a un tratto mi sembra assurdo
le strade son di burro si scivolava si sprofondava che si faceva noi
Dov’è il coraggio di continuare a dar la vita
tra le macerie se la gente non ci sente più
forse daranno un paradiso a donne come lei
che così han deciso e in tutta questa distruzione
io cerco un’altra direzione ma sono già troppo lontana
quel coso brucia dentro me dentro di me dentro di me
si torce l’anima cos’è successo che cosa resta adesso
che cosa suono io le grida spaesate
le mani morsicate sue…….
Gianna Nannini
Care sorelle
” Care sorelle, é l’ora di agire unite. Vogliamo che tutte le sopravvissute alle violenze sessuali, ovunque, siano ascoltate, credute, e sappiano che far pagare i responsabili é possibile.”
Purtroppo le donne che denunciano sono soggette al “doppio vincolo”: vengono criticate se stanno zitte, vengono criticate se parlano, spesso le accuse e le condanne vengono agite da altre donne, accade sempre, sempre…
Scacco matto!
Anna Muzyčuk, grande campionessa di scacchi, ha rinunciato a tutti i suoi titoli rifiutando di partecipare a un torneo in Arabia Saudita perché tratta le donne con atteggiamenti di grave discriminazione.
” Non potrei giocare secondo le regole di altri, rinunciando a sentirmi libera, non muovermi per strada senza che qualcuno mi accompagni. Non posso accettare di essere trattata come una persona che vale meno di altre.”
Bocca di rosa
La chiamavano bocca di rosa
Metteva l’amore, metteva l’amore
La chiamavano bocca di rosa
Metteva l’amore sopra ogni cosa
Appena scese alla stazione
Nel paesino di Sant’Ilario
Tutti si accorsero con uno sguardo
Che non si trattava di un missionario
C’è chi l’amore lo fa per noia
Chi se lo sceglie per professione
Bocca di rosa né l’uno né l’altro
Lei lo faceva per passione
Ma la passione spesso conduce
A soddisfare le proprie voglie
Senza indagare se il concupito
Ha il cuore libero oppure ha moglie
E fu così che da un giorno all’altro
Bocca di rosa si tirò addosso
L’ira funesta delle cagnette
A cui aveva sottratto l’osso
Ma le comari d’un paesino
Non brillano certo in iniziativa
Le contromisure fino a quel punto
Si limitavano all’invettiva
Si sa che la gente dà buoni consigli
Sentendosi come Gesù nel tempio
Si sa che la gente dà buoni consigli
Se non può più dare cattivo esempio
Così una vecchia mai stata moglie
Senza mai figli, senza più voglie
Si prese la briga e di certo il gusto
Di dare a tutte il consiglio giusto
E rivolgendosi alle cornute
Le apostrofò con parole argute
“Il furto d’amore sarà punito”
Disse “dall’ordine costituito”
E quelle andarono dal commissario
E dissero senza parafrasare
“Quella schifosa ha già troppi clienti
Più di un consorzio alimentare”
Ed arrivarono quattro gendarmi
Con i pennacchi, con i pennacchi
Ed arrivarono quattro gendarmi
Con i pennacchi e con le armi
Spesso gli sbirri e i carabinieri
Al proprio dovere vengono meno
Ma non quando sono in alta uniforme
E l’accompagnarono al primo treno
Alla stazione c’erano tutti
Dal commissario al sacrestano
Alla stazione c’erano tutti
Con gli occhi rossi e il cappello in mano
A salutare chi per un poco
Senza pretese, senza pretese
A salutare chi per un poco
Portò l’amore nel paese
C’era un cartello giallo
Con una scritta nera
Diceva “addio bocca di rosa
Con te se ne parte la primavera”
Ma una notizia un po’ originale
Non ha bisogno di alcun giornale
Come una freccia dall’arco scocca
Vola veloce di bocca in bocca
E alla stazione successiva
Molta più gente di quando partiva
Chi mandò un bacio, chi gettò un fiore
Chi si prenota per due ore
Persino il parroco che non disprezza
Fra un miserere e un’estrema unzione
Il bene effimero della bellezza
La vuole accanto in processione
E con la Vergine in prima fila
E bocca di rosa poco lontano
Si porta a spasso per il paese
L’amore sacro e l’amor profano
F. De André