Archivio mensile 9th Aprile 2019

#Endometriosi: cos’é, sintomi e cause

Le donne che soffrono di endometriosi in Italia sono tre milioni (il 5-10 percento della popolazione femminile), in Europa 14 milioni e in tutto il modo 150 milioni. La chiamano “malattia silenziosa” perché in molti casi non manifesta sintomi per molti anni e anche quando lo fa i segnali sono talmente confusi che possono volerci anni prima di arrivare ad una diagnosi certa. Cerchiamo di approfondire e di capire cosa sia davvero l’endometriosi.

Cos’è l’endometriosi

Si tratta di una malattia progressiva, in cui le cellule dell’endometrio (la mucosa che riveste l’utero) si staccano e vanno a costituire dei focolai in ovaie, intestino e vescica o più raramente in altri organi. Questi focolai reagiscono agli stimoli ormonali mestruali o a sostanze chimiche presenti nell’ambiente, provocando dolore.

La più frequente forma di endometriosi è quella ovarica: in questo caso si formano delle cisti (cisti endometriosiche) che possono essere grandi anche 10 centimetri e che contengono sangue.

Sintomi

Come spiega Daniela Galliano, direttrice del Centro IVI di Roma, il sintomo principale dell’endometriosi è la sensazione di dolore che può avere diverse forme, da quello pelvico cronico, alle mestruazioni dolorose, fino al dolore durante i rapporti sessuali, minzione faticosa o con sanguinamento. Anche se questi segnali possono far nascere il sospetto di un problema di salute, a volte le donne legano questi dolori acuti al ciclo mestruale.

Cause dell’endometriosi

Le cause della malattia sono ancora tutte da chiarire e ricercatori e scienziati sono a lavoro per far luce su di esse. Il fattore ereditario gioca certamente un ruolo importante; avere una madre che soffre di endometriosi aumenta le probabilità di sviluppare la malattia. Ma possono entrare in gioco anche fattori ormonali.

La foto é di Assunta Mollo

Najla Aqdeir

Promessa dei 3000 metri siepi, é la figlia sbagliata di un padre libico e di una madre marocchina.

I genitori l’ hanno disconosciuta avendo rifiutato il matrimonio che avevano deciso per Lei.

In Italia, con lo status di rifugiata, può finalmente fare le sue scelte, prima tra tutte correre.

Oggi si allena per conquistare il podio ai campionati italiani di luglio

#Endometriosi cardine dell’ arte di Ellie Kammer

Ellie Kammer ha deciso di fare dell’endometriosi il cardine della sua arte.

“E’ importante per me diffondere la consapevolezza che questa malattia c’è,” dice Kammer. “Spero che le mie immagini aiutano ad essere più forti.

L’artista, che soffre della patologia, crede che non ci sia niente di più liberatorio che accettare se stessi e sentirsi a proprio agio con chi siamo, Ellie spera perció che la crudezza dei suoi disegni possa essere di conforto a tutte coloro che si sentono diverse o incomprese.

‘Crudo‘ è una parola che spesso viene usata per descrivere le opere di Kammer, che ha ammesso di volersi deliberatamente sentire a disagio guardandole.

#Endometriosi: non sei una Donna di serie b, hai solo una malattia da curare.

Molte donne non si accorgono di essere malate perché per anni i sintomi vengono confusi con un ciclo mestruale molto doloroso e talvolta anche i ginecologi non fanno fare le dovute indagini, prescrivendo la pillola come soluzione a tutti i mali. 

Ci si convince che i dolori che si provano sono solo l’espressione di un fisico scarso, poco allenato al dolore, poco incline alla sopportazione di sensazioni comuni tra le donne.

Si pensa di essere una donna di serie B.

Non farlo, hai solo una malattia e devi curarla.

Le illustrazioni di GRETA presentate dalla Socia Viviana Mazzocca

Quando la cara Beatrice Lento mi ha proposto di presentare le opere che arrichiscono di colore e sentimento il nostro bellissimo quaderno, mi sono sentita onorata e, al tempo stesso, fortemente imbarazzata.

Non nascondo neanche qui il mio imbarazzo nel dover spiegare, in qualche modo, a chi sa più di me, quello che le belle opere che arricchiscono il quaderno dell’otto marzo vogliono trasmettere ma, allo stesso tempo, ho fatto mio il desiderio di voler raccontare a mio modo una lettura non delle parole ma delle immagini che vi sono rappresentate.

Vi chiedo scusa, sin da ora, se affido al foglio che ho davanti le mie parole, ma ritengo maggiormente esaustivo un racconto “abbandonato” alla scrittura di getto piuttosto che una spiegazione che rischierebbe di trasformarsi in una lectio tenuta da me, persona che non ne ha assolutamente titolo nè merito nel farlo.

Ho deciso pertanto di raccontarvi i dipinti contenuti in Greta in modo semplice, sulla base delle emozioni che ogni immagine ha suscitato in me, senza dover ricercare informazioni sul singolo artista, senza dover sforzarmi in una ricerca sullo stile, sul genere, sulla metodologia di pittura, sulle singole pennellate.

Lascio volentieri ai critici d’arte questo tipo di elucubrazioni: io mi limiterò a dire che la pedanteria diventa inutile quando dobbiamo spiegare un amore, un sentimento, una storia.

Cercherò di raccontarvi questo, premettendo di non amare la “festa” dell’otto marzo, ma dicendovi che in occasioni come questa vale la pena di celebrarla.

Viviana Mazzocca 8 Marzo 2019

Introduzione a GRETA secondo Quaderno dell’8 Marzo di sos KORAI

Non si nasce donne: lo si diventa. Simone de Beauvoir

Il Quaderno dell’8 Marzo, che conquista il secondo anno d’etá, é una delle iniziative di sos KORAI, un’associazione di volontariato, con sede sociale a Tropea, nata nel 2018 allo scopo di contrastare la subcultura maschilista e la violenza sulla donna attraverso un rinnovamento dell’educazione affettiva ancor oggi profondamente mortificante il genere femminile.

Tema di ricerca di quest’anno la donna in cammino, un percorso che a volte é fisico ma molto più spesso é ideale: un andare alla ricerca della propria femminilità mettendosi in gioco, per scelta o perché costrette da vicende incontrol- labili, donne che, oltre alle normali difficoltà dell’esistere, hanno affrontato quelle dettate dalle discriminazioni sociali che le vorrebbero emarginate dai ruoli e dai luoghi che contano. un peregrinare in salita, superando una miriade di ostacoli, con cadute e rinascite, per giungere, infine, con costi sempre elevatissimi, a diventare donna. un traguardo mai definitivamente conquistato perché il gioco della vita costringe molto spesso a riscendere in campo, a lottare ancora per riconquistare il proprio equilibrio e la propria identità.

Tutte assai intense le storie narrate che parlano di speranze, coraggio, vita e morte, capacità di accogliere e di prendersi cura, di solitudine e di gioia, di ascolto e di dialogo, di successo e di sconfitta.

Le narrazioni, assolutamente e fatalmente vere, sono tutte in prima persona: é la protagonista a parlare e molto spesso, con atto di profondo coraggio, chi scrive narra di sè donando al lettore gli angoli più segreti del proprio cuore.

La differenza donna, intrisa di ricchezza offerta, emerge in ogni storia. un prezioso arricchimento alla pubblicazione é il dono di un antropologo di fama e di grande spessore umano e culturale che dá il via al narrare. A Lui, Luigi Maria Lombardi Satriani, un sentito ringraziamento, altrettanto profondo il grazie alle donne che hanno accettato di raccontare di sè, agli uomini e donne che, avendo riportato le storie di creature femminili, inevitabilmente ci hanno messo dentro un pò di se stessi, a chi, con i suoi dipinti, ha colorato le intense emozioni di cui solo le donne sono capaci, infine, un plauso al Presidente Pippo Caffo, che, ancora una volta, ha scelto di stare al nostro fianco come Partner, e un sorriso ad Anna Maria Miceli che con me ha condiviso la Direzione Artistica.

Il Quaderno si chiama GRETA, il nome di uno dei racconti, il più toccante, perché a narrare drammaticamente, e per la prima volta, di una creatura eccezionale, GRETA, é sua madre. Il fascino della storia é così forte e struggente da indurci a dedicare proprio a Lei, a GRETA, questo Quaderno dell’8 Marzo.

Beatrice Lento

Presidente dell’Associazione sos KORAI Onlus

#Endometriosiparliamone … Giù Giù e Camilla

E così, per chissà quale strano caso della vita, un giorno iniziai a leggere le straordinarie storie di vita di queste donne, le Endine (è così che si chiamano fra loro).

Storie fatte di amarezza e dolore ma tanto coraggio e consapevolezza.

Iniziai a scoprire quanti sogni questa disonesta malattia, l’Endometriosi, aveva strappato a queste giovani donne che nonostante le remore, il pudore e la reticenza, non desiderano altro che raccontarsi.

Il girasole è il simbolo che le rappresenta, la caratteristica di questa pianta annuale è quella di girare sempre il capino verso il sole.

Simboleggia l’allegria, la solarità e la vivacità.

Ed è proprio senza perdere la gioia di vivere, che le Endine lottano con tutta la loro forza contro il mostro.

Vorrei raccontarvi le loro storie, affinché attraverso la loro conoscenza si possano abbattere tutti i muri dell’ignoranza e sconfinare nella consapevolezza informata, l’unica al momento in grado di arrestare la malattia.

Inizierò parlandovi di Giù Giù e della sua storia intitolata “La malattia che non c’è”

” Il giorno del mio 25° compleanno ringraziai i medici che mi salvarono la vita da qualcosa che probabilmente nemmeno loro sapevano cosa fosse in realtá.

Mi rassicurarono addirittura sul fatto che non sarebbe risuccesso.

Credetti loro, ingenuamente.

Brindai alla mia vittoria ignara del calvario incurabile che mi si sarebbe prospettato negli anni a venire.

Invece si ripresentó tante di quelle volte così tempestiva da non poterne quantificare i danni e i dolori.

L’endometriosi é una patologia carogna che si comporta come un tumore e che a causa del ritardo diagnostico genera danni micidiali e irreversibili e invalidità permanenti che ti fanno sentire una donna a metá.

Una malattia che crea delle vere e proprie emorragie interne qua e là. Il sangue, là dove non dovrebbe essere, crea flogosi cronica, tessuto cicatriziale, aderenze e addirittura arriva a mutare e a trasformare la funzionalità degli organi circostanti. Complicazioni dunque di ogni ordine e grado. Certe terapie ti fanno vomitare “sorci verdi” e modificano il tuo corpo e tutto il tuo equilibrio sistemico, modificano la tua forma originaria, il tuo peso, la tua pelle, i tuoi capelli, la tua bellezza. Pensate a questa immagine: pensate a una fiamma vicino a un oggetto di plastica. Osservatene il bordo e noterete che, a causa del calore, dopo un po’ si deformerà. Questo accade nella pancia di chi ha l’endometrio difettoso.

Il vero problema è che non sei creduto, anzi spesso deriso e isolato, perché sono malattie DENTRO, malattie che non si vedono, malattie etichettate erroneamente come immaginarie o psicosomatiche.

Questo mostro ha cambiato la qualitá della mia vita, la mia anima, il mio essere donna.

Ho lo stomaco marcio e poco importa se ragionamenti semplicistici di alcuni “specialisti” hanno contribuito a renderlo tale, se tutti i dolori per anni sono stati associati al fantomatico ”stress” e se mi hanno rifilato cure a caso creando danni ad altri organi vitali.

Questa é la mia guerra e fino a quando riesco a reggerne tutte le conseguenze fisiche e mentali non smetto di lottare. Non smettete mai di lottare.”

Non sempre però le storie in cui mi sono imbattuta avevano il sapore amaro della perdita, a volte leggo delle belle storie a lieto fine.

Il messaggio di speranza di Camilla, rappresenta davvero il punto di forza di tutte le giovani Endine.

”Un anno fa a quest’ora stavo per entrare in sala operatoria ignara e terrorizzata da quel che mi sarebbe aspettato… dopo quattro ore di intervento mi è stata diagnosticata endometriosi severa di quarto grado oltre ad un inaspettato mioma uterino di 8 cm… oggi a distanza di poco tempo ,in realtà, mi risveglio nel mio letto con un piccolo miracolo in me che mi bussa e mi ricorda che a volte la vita è davvero straordinaria, benvenuto sesto mese di gravidanza!

Auguro con tutto il cuore a tutte le Endine di vincere le vostre battaglie facendovi forza anche quando tutto sembra cadervi addosso”

Di Mariantonietta Pugliese

#Endometriosiparliamone : donna ricorda che il dolore non é normale

I “problemi delle donne” vennero considerati da molti medici del diciannovesimo secolo indicativi della costituzione psicologica instabile e delicata delle donne.

Gli atteggiamenti nei confronti delle donne sono migliorati nel corso del ventesimo secolo ma alcune delle vecchie convinzioni persistono influenzando l’atteggiamento della professione medica nei confronti delle sofferenze delle donne, incluso il dolore del ciclo.

Di conseguenza, mentre cercano aiuto per il loro dolore pelvico (che può verificarsi indipendentemente dalle mestruazioni) molte donne con endometriosi vengono convinte che il loro spesso intenso periodo di dolore è “normale”, che è “parte dell’essere una donna”, o che nasce “nella loro testa “. Ad altre viene detto che hanno “una bassa soglia del dolore” o sono “psicologicamente inadeguate”.

La verità è che se il dolore interferisce con la vita quotidiana non è normale.

#Endometriosiparliamone

Consiglio a tutte le mamme che hanno delle bambine: se, dopo le prime mestruazioni, lamentano dolori eccessivi e insistenti, effettuare visite ginecologiche non è superfluo. Probabilmente tutto è nella norma ma un controllo non guasta.

#Endometriosiparliamone…i sintomi

La malattia é tipica dell’ etá fertile e si presenta in almeno il 4% della popolazione femminile, é importante fare una diagnosi precoce

Se hai

Mestruazioni dolorose

Sofferenza nei rapporti sessuali

Dolore pelvico ricorrente

Difficoltà a diventare mamma

Sensazione diffusa di spossatezza

Disagio rettale

Stipsi e diarrea

Perdite di sangue

Ciclo irregolare

Rivolgiti al tuo medico di base o a un ginecologo

Sul sito www.endometriosi.it puoi trovare informazioni