Giulia
#Distillandoessenzediumanitá
sosKORAI&CAFFO GRETA Quaderno dell’8 Marzo #2
Sono Giulia, bionda, giovane e cittadina in un lontano 1953, scesi i predellini del treno, percorsi, con i miei tacchi a spillo, i primi passi su una strada sterrata in un paesino sul mare e fusi l’azzurro dei miei occhi con il turchese del Tirreno in un incantesimo indissolubile. Ancora oggi ricordo il profumo delle zagare che mi investì stregandomi e la gaia lucentezza del paese che mi accolse ridente, Parghelia, slacciai le scarpe ed entrai a piedi nudi in quella nuova terra quasi a volerla sentire con l’istinto libero che mi contraddistingueva. E tutto ciò che ad occhio profano poteva apparire retrogrado e inevoluto a me apparve perfetto, le strade assolate e deserte, i colori brillanti, le tende ai balconi, svolazzanti nella brezza estiva che lieve ristorava dal caldo torrido, il silenzio e gli sguardi degli uomini arroccati nei bar a rimarcare il dominio del maschio in confini negati al sesso opposto, io ignara e sorridente sconvolsi tutti invadendo, con passo sicuro, quegli spazi e sorbendo un caffè.
Ivana Mamone
Viviana e Percorsi Dorati
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Celebriamo insieme l’8 Marzo Giornata Internazionale della Donna,vieni anche tu, vogliamo donarti GRETA
La Socia Viviana Mazzocca presenterá le illustrazioni del nostro secondo Quaderno dell’ 8 Marzo “GRETA” esposte nella Mostra
PERCORSI DORATI
Grazie a tutti quelli che con i loro dipinti hanno colorato le intense emozioni…di cui solo le DONNE sono capaci
Grazie al Presidente Pippo Caffo e alla Madrina Delfina Barbieri
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“GRETA” SECONDO QUADERNO DELL’ 8 MARZO
Un immenso grazie al nostro Sponsor e Partner Pippo Caffo e a Delfina Barbieri splendida Madrina di “GRETA”
GRETA é un viaggio nell’animo della donna. Un pellegrinaggio nei luoghi in cui la sua identità si definisce.
Una ricerca che approda a una meta ambita da epoche remote dopo un percorso tormentato.
Ventuno storie di donne narrate in prima persona che parlano di speranze, coraggio, forza, sofferenza, intraprendenza, delusione, passione, sfida dei pregiudizi e delle discriminazioni.
Nel Quaderno la differenza donna che diventa ricchezza, le peculiarità femminili al servizio dell’ Umanità, la speranza di un futuro migliore.
Un Quaderno dell’8 Marzo perché parlare di Paritá é ancora necessario.
Viviana
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GRETA Quaderno dell’8 Marzo #2
(…)Ed è già una cosa meravigliosa. Dopo 2 caffè assunti in un’unica soluzione e tre biscotti offerti al tuo cucciolone di 30 chili ti rendi conto che ci sono circa 30 minuti per organizzare la giornata di tua figlia. Devi organizzare anche la giornata di tuo marito, ma fingi da oltre 15 anni di non farlo. Lo fai per amore e anche un pò per megalomania, tanto anche se non lo dici lo sapete entrambi. Zaino, colazione, vestiti puliti, lava il viso, i denti e tutto quello che va lavato, la merenda, i libri del corso pomeridiano d’inglese, chi la prende e chi la porta, corri che perdi il pulmino, il grembiule, giacca sciarpa e…ok. Puoi fumare una sigaretta…forse. Ma un terzo caffè probabilmente serve perché hai già perso le forze e sei in piedi da soli 45 minuti. Una doccia è quello che serve: ma anche questo è un momento speciale della tua giornata. Inizia la guerra del bagno. Entrambi pronti per le 9 ed entrambi desiderosi di occupare quel metro quadrato scarso di piastrelle e porte in vetro che schizza acqua bollente. Prima io o prima tu?Contemporaneamente forse è la soluzione migliore, con tutti i rischi che la situazione com- porta: infili calzini che non sono tuoi e non sai più chi dei due deve sistemarsi la barba. Alla fine esci indenne e vincente dalla battaglia. Hai messo il deodorante sbagliato e tuo marito ha indossato un gambaletto color carne, ma sei pulita e quasi pronta per affrontare con grinta una giornata. (…)
Viviana Mazzocca
Rosetta
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GRETA Quaderno dell’8 Marzo
(…)Le indagini su di me sono piuttosto difficili per mancanza di dati attendibili. Comunque, cercherò di dare qualche notizia certa. Sono originaria di San Gregorio d’Ippona e sono arrivata a Brattirò tanto tempo fa, seguendo un possidente del posto, che era solito trascorrere le vacanze estive nelle sue proprietà, situate nella nostra zona. Io, Rosetta, curavo il casolare e mi dedicavo alle faccende domestiche, vivendo in modo dignitoso di quel poco che ricevevo. Frattanto, sono riuscita a creare dei contatti con gli abitanti del paese, incuriositi e spesso divertiti dal mio modo di fare, spontaneo e piuttosto sempliciotto, per non dire rozzo. In seguito alla morte del mio amico benefattore, sono stata allontanata dal luogo dove alloggiavo. Quindi, rimasta completamente da sola, per giunta senza dimora, ho iniziato a vivere da randagia, vagabondando per le campagne in cerca di vestiti, cibo e un qualsiasi letto dove poter dormire. Mi sono adattata a tutto quello che mi si presentava davanti, mangiando qualunque cosa fosse commestibile e dormendo su qual- siasi giaciglio, anche con animali. (…)
Elisabetta Rombolá
Maria
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GRETA Quaderno dell’8 Marzo #2
(…) La cosa che mi entrò dentro immediatamente fu proprio la puzza di quei luoghi di sofferenza, un odore acre e pungente che nei giorni dopo imparai ad amare e non è mai più andato via da me e che, oggi che sono a casa, a volte mi manca. Vidi casi nuovi, mai affrontati in Italia, poiché in Africa, per l’assenza di cure adeguate e diagnosi tempestive, il medico può osservare l’evoluzione naturale delle malattie, Sostanzialmente, vidi ogni giorno l’evoluzione dell’infezione di HIV nel conclamato AIDS, con quadri gravissimi. Ogni giorno, non ritrovai che la metà dei pazienti visti il giorno prima, qualcuno era morto nella notte, qualcun altro qualche ora dopo il mio rientro a casa. I casi di tetano, malattia si può dire scomparsa in Italia grazie alla vaccinazione, erano diversi. Ricordo il primo che vidi. Un giovane ragazzo di 30 anni che era stato messo dietro una tenda costruita con sacchi neri della spazzatura per essere protetto dalla luce che scatena le contrazioni tetaniche che possono essere dolorosissime; da noi non avrebbe contratto il male perché sarebbe stato vaccinato o comunque avrebbe ricevuto immediatamente le cure adeguate. (…)
Maria Mazzitelli
Gianna
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GRETA Quaderno dell’8 Marzo #2
(…) Che bella la famiglia mia! Ora dividevo il mio tempo tra i miei figli e la cura dei figli degli altri. Vivevo circondata di bambini che amavo e che mi amavano. E mio marito sempre affettuoso e comprensivo. Ero la pediatra Gianna Beretta Molla. In chiesa si andava tutta la famiglia, e alla Madonnina affidavo i miei figli perché li guardasse in ogni momento e li facesse crescere sotto l’ombra amorevole del suo mantello azzurro. Nel 1961 si presentò un’altra gravidanza. Un altro dono del Signore, perché i figli sono doni suoi ed io e Pietro l’accettammo con cuore. Ma a due mesi dalla gravidanza, mi venne diagnosticato un fibroma all’utero. Un tumore benigno che bisognava asportare. Mi dicevano che bisognava interrompere la gravidanza per il mio bene, per la mia stessa vita. Interrompere la gravidanza? Uccidere il mio bambino? (…)
Vittoria Saccá
Il nostro 8 Marzo con la Comunitá
La Presidente
Beatrice Lento
Celebriamo insieme l’ 8 Marzo
La Presidente
Beatrice Lento
Giovanna
#Distillandoessenzediumanitá
sosKORAI&CAFFO
GRETA Quaderno dell’ 8 Marzo #2
(…)All’epoca ero appena maggiorenne e quando giunsi in quel luogo estraneo, e in cui si parlava una lingua a me incomprensibile (gluha arbëreshe), notavo gli occhi indiscreti degli indi- geni che da dietro le imposte delle finestre mi fissavano con curiosità. For- se per la postura, piuttosto che per l’abbigliamento, così diverso da quello tradizionale indossato dalle donne del posto, mi venne tributato l’appel- lativo di litire e bukur (la bella italiana). Dopo due anni dal matrimonio, con due figli messi al mondo, mio marito partì per le Americhe in cerca di fortuna. La mia vedovanza bianca durò fino alle porte della vecchiaia e veniva interrotta solo saltuariamente al fine di far lievitare la famiglia. Non ebbi mai l’opportunità di spostarmi da quel luogo, di fare una vacanza, visitare altre città o altre nazioni. Le ristrettezze economiche, le sofferenze fisiche e psicologiche non mi fecero mai vacillare e non furono pretesto per rifiutare o trascurare un figlio (tutti maschi tranne la penultima). Per quat- tro anni abbiamo vissuto tutti in un angusto magazzino e anche in quella condizione precaria che ci costringeva a riscaldare l’acqua e utilizzare una vasca in plastica per fare il bagnetto, Nino, Rosa e Gennaro spandevano profumo di pulito allorché si recavano alle scuole elementari. (…)
Gennaro Puritano